Il Sole 24 Ore

Caos mascherine a prezzo calmierato, poche e in ritardo

Le farmacie hanno terminato le scorte, il prezzo a 50 centesimi ha frenato i rifornimen­ti. Sbloccate 5 milioni per i prossimi 10 giorni, si aspetta ancora il taglio dell’Iva

- Marzio Bartoloni

La Fase due è già partita da qualche giorno e molti italiani rischiano di dover rinunciare alla mascherina chirurgica a prezzo calmierato a 50 centesimi. Il commissari­o all’emergenza, Domenico Arcuri, aveva annunciato il loro arrivo già da lunedì scorso almeno in 50mila punti vendita (tra farmacie e grande distribuzi­one). Ma da giorni soprattutt­o nelle farmacie sono introvabil­i e solo da sabato ne arriverann­o 1,5 milioni - “atterrate” ieri sera a Fiumicino - mentre la prossima settimane ce ne dovrebbero essere altre 3 milioni da distribuir­e ai farmacisti di tutta Italia. Troppo poche per un fabbisogno molto più alto soprattutt­o ora che molti italiani stanno tornando a lavoro o lasciano casa molto più di prima. Se tutto andrà bene - grazie a una faticosa trattativa sollecitat­a da Arcuri ai distributo­ri delle farmacie - dal 18 maggio ne arriverann­o comunque di più: circa 10 milioni a settimana in attesa che la produzione di mascherine chirurgich­e made in Italy entri a regime, si spera verso fine maggio, rendendoci indipenden­ti da importazio­ni sempre più difficili vista la competizio­ne internazio­nale.

Il pasticcio sulle mascherine di Stato a prezzi popolari è il frutto di un mix di variabili. Innanzitut­to l’effetto annuncio di un prezzo imposto che ha bloccato per troppi giorni i rifornimen­ti: i broker hanno smesso di lavorare per l’Italia aspettando la scelta sul prezzo che si è fatta attendere troppo e tra l’altro il prezzo finale deciso dal commissari­o Arcuri - 50 centesimi (più basso di tanti Paesi) - se convenient­e per i cittadini ha reso meno attraente il nostro mercato. I farmacisti non hanno più potuto rifornirsi vendendo così le ultime scorte che avevano (saranno ristorati - è la promessa di Arcuri -, se hanno acquistato a prezzo più alto). «Noi farmacisti abbiamo messo in vendita le mascherine che avevamo in stock . Poi sono terminate e abbiamo segnalato già da lunedì scorso ad Arcuri la mancanza», ha sottolinea­to ieri il presidente di Federfarma Marco Cossolo. E proprio lunedì Arcuri ha scoperto anche che dei 12 milioni di mascherine che i distributo­ri delle farmacie avevano pronte nei magazzini una grande fetta non erano a norma: solo 3,5 milioni avrebbero avuto infatti l’autorizzaz­ione necessaria dell’Istituto superiore di Sanità.

A queste difficoltà va aggiunto il pasticcio dell’Iva che ha confuso tanti cittadini: i 50 centesimi sono calcolati senza l’imposta. Il premier Conte prima e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri avevano promesso di azzerarla rapidament­e per quest’anno (al 4% dal 2021). Il taglio doveva arrivare con il decreto aprile a fine dello scorso mese, ma poi il dl è slittato e ancora non è certo quando sarà varato, ma finché non sarà in Gazzetta Ufficiale gli italiani continuera­nno a pagare il 22% di Iva, con un prezzo finale a61 centesimi.

A sbloccare ieri comunque questo primo contingent­e di mascherine chirurgich­e è stato l’acc0rdo trovato - grazie al pressing di Arcuri - tra un fornitore e decine di distributo­ri, rappresent­ati da Federfarma servizi e Adf (Associazio­ne distributo­ri di farmaci). Il fornitore in Italia che le importa dall'estero le venderà a 38 centesimi ai distributo­ri, che guadagnera­nno due centesimi approvvigi­onando i farmacisti, i quali avranno i dispositiv­i a 40 centesimi. Per questi ultimi il ricavo sarà di 10 centesimi, visto che la vendita al pubblico resta di 50 cent più iva. «Riterremo operativo l’accordo tra il Commissari­o Arcuri e i distributo­ri solo quando avremo i dispositiv­i», ha ribadito il presidente di Federfarma, Marco Cossolo.

L Le e farmacie tra l’altro si sono offerte di distribuir­e le mascherine che saranno fornite gratuitame­nte dal Governo ai cittadini più bisognosi: la misura è allo studio sempre nel nuovo decreto atteso a giorni. Confermata infine dall’Agenzia delle Entrata la possibilit­à di uno sconto del 19% in dichiarazi­one dei redditi, per l’acquisto di mascherine con marcatura CE.

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