Turismo, per l’estate 407mila arrivi prenotati dall’estero
L’Enit registra un calo del 68% sul 2019. L’Italia meglio di Spagna e Francia
Una destinazione desiderata dai vacanzieri di tutto il mondo, anche nei mesi della pandemia. Tra giugno e agosto sono 407mila le prenotazioni aeroportuali dall’estero, risultato più che buono visto il clima di grande incertezza nel turismo. Resta un grande gap rispetto all’1,3 milioni di prenotazioni del 2019 (-68,5%) ma confrontando i dati del bollettino Enit con le 403mila prenotazioni di Spagna e le 358mila della Francia l’Italia si scopre leader in Europa. «In questa Fase 2 emerge la passione dei viaggiatori nei confronti dell’Italia - commenta Giorgio Palmucci, presidente Enit -. Premesse che lasciano ben sperare in una rapida ripresa data proprio dalla voglia dei turisti stranieri di ritornare in Italia il prima possibile».
Gli hotel, da troppo tempo in attesa dei protocolli sanitari da seguire, segnano per giugno una minore disponibilità di camere libere. Federalberghi però prevede un crollo delle presenze di oltre 305 milioni con la perdita di quasi 17 miliardi di ricavi. In quello che si preannuncia per il comparto come l’anno peggiore dal dopoguerra i viaggi dei turisti internazionali potrebbero segnare tra un -60 e un -80% secondo l’Organizzazione mondiale del turismo (Wto).
Ma nonostante tutto il Belpaese sembra non perdere smalto. Infatti Enit ha scandagliato i social dove tra il 18 marzo e il 30 aprile sono state registrate 617,4mila mention e 186 milioni di interazioni sulla meta Italia. Certo attrarre turisti esteri sta diventando sempre più difficile perché i competitor sono già in grado di dare certezze ai tour operator. Ad aprile, nel pieno della pandemia, la Spagna ha lanciato #LaSpagnaTiAspetta. La Croazia, per esempio, punta sul passaporto sanitario mentre l’Egitto, dove il turismo vale il 15% del Pil contro il 13% dell’Italia, da giugno riapre agli ospiti stranieri.
«Il bollettino dell’Enit ci fa ben sperare ed intravedere un barlume di luce - dice Marina Lalli, presidente designata di Federturismo Confindustria - . Il 37% della popolazione globale sceglierebbe il nostro Paese per una vacanza ma non possiamo permetterci di ripartire quando altri, come Spagna e Portogallo, lo avranno già fatto. Per questo è necessario varare un grande lavoro di promozione integrato su turismo e cultura come fattori di promozione, trainanti per la ripresa anche del made in Italy».
Dall’Associazione italiana Confindustria Alberghi vanno direttamente al punto: «Non abbiamo più tempo! Ulteriori approfondimenti da parte del Governo e i Ministri preposti rischiano di compromettere una situazione già insostenibile, per questo ci auguriamo, nel prossimo decreto, di poter disporre di tutti gli strumenti che a gran voce sollecitiamo da tempo - dicono dall’Associazione -. Le ultime posizioni sostenute dalle istituzioni ci hanno a volte rincuorato a volte spiazzato, se si pensa alla ripartenza di un settore come il nostro è opportuno intervenire con misure mirate a favore non solo delle imprese ma soprattutto per tutti i lavoratori e le famiglie che dal turismo traggono sostentamento». Se la voglia di visitare l’Italia è una costante tra i viaggiatori «ci sono i dati sulle prenotazioni aeroportuali che raccontano una storia ben diversa - concludono da Confindustria Alberghi - con un trend degli arrivi internazionali in calo legato a quei bacini di utenza provenienti da Cina, Usa e Russia tradizionalmente interessati alle nostre destinazioni».