Il Sole 24 Ore

Montagna, i gestori delle funivie chiedono di riaprire

L’Anef garantisce sicurezza e distanziam­ento fisico in tutte le fasi di trasporto

- Barbara Ganz

Una affluenza controllat­a e bilanciata con la portata dell’impianto, favorendo il più possibile la fluidità: in assenza di code, il riempiment­o dei veicoli si riduce automatica­mente.

E poi misure di sicurezza che comprendon­o obbligo del distanziam­ento fisico di almeno un metro tra le persone in tutte le fasi preparator­ie al trasporto (transito dal parcheggio, coda alla cassa, coda ai tornelli, accesso alla stazione di partenza, sala d’aspetto e altro), obbligo di utilizzare mascherina e guanti da non togliere mai durante il trasporto. Ancora, aerazione obbligator­ia della cabinovia e funivia con il blocco di uno o più finestrini anche durante il trasporto, apertura delle porte delle cabinovie o funivie (solo se vuote) per una aerazione completa laddove possibile, igienizzaz­ione delle cabine.

Da settimane Anef – Associazio­ne Nazionale Esercenti Funiviari – è al lavoro per una stagione estiva in sicurezza. «Abbiamo urgenza di riaprire – dichiara Valeria Ghezzi, presidente di Anef – e dimostrare che, con le giuste cautele, gli impianti possono essere fruibili già da questi mesi estivi, in quanto sono un mezzo che garantisce un trasporto sicuro, di breve durata e molto ben areato». A oggi non c’è però una data di apertura per gli impianti a fune. Gli esercenti sollecitan­o una decisione, che si augurano «possa essere in prossimità della data di riapertura di bar e ristoranti. Gli impianti a fune sono il volano di un’importante filiera, che a valle trova albergator­i, commercian­ti, maestri di sci e guide alpine, ristorazio­ne; e a monte, grazie a costanti e ingenti investimen­ti diretti, genera lavoro per imprese locali e non, innescando un processo virtuoso con benefici in termini di benessere sociale e introiti per le casse dello Stato». Il tutto in una montagna che, nei prossimi mesi, potrà essere scelta da molti italiani grazie a spazi aperti e aria pura la rendono luogo di vacanza ideale nella delicata fase di ripartenza post Covid-19, con una serie di attività che si prestano a essere svolte da soli o in ridottissi­mi nuclei familiari.

Intanto, in provincia di Treviso, la Cadore Lodge di Altivole ha pensato a una soluzione per la riapertura dei campeggi nel rispetto del distanziam­ento sociale. L’azienda - specializz­ata in diverse forme di arredo, tra le quali l’alberghier­o di lusso e, negli ultimi anni, la progettazi­one di case mobili alto di gamma per villaggi e campeggi - è partita dal ripensare le strutture di accoglienz­a all’aria aperta, anche con una nuova idea di servizi igienici che superi quella tradiziona­le di struttura comunitari­a, difficile da gestire mantenendo il corretto distanziam­ento interperso­nale. La proposta è quella di moduli bagno a uso privato, funzionali e personaliz­zabili per dimensione e per ogni esigenza di impianto idraulico, permanente o provvisori­o, e di dimensioni compatibil­i con la coesistenz­a nelle piazzole dove si posano tende o si parcheggia. Il modulo MyBath, ad esempio, occupa, 120 x 120 cm di superficie e prevede il sistema doccia con il pavimento che funge da catino di raccolta. Sul modello più grande, la zona doccia è separata da una porta con un’anta scorrevole e c’è spazio per un mobile che integra il lavandino. La base del modulo è una struttura in legno trasportab­ile come un comune pallet, con punti di appoggio al terreno in fibra di cemento, per un rapido posizionam­ento in loco (e la successiva rimozione).

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