Il Sole 24 Ore

«Mps, occorre rivedere il piano concordato con Bruxelles»

Il Ceo in uscita dopo 4 anni: «Oggi è più facile trattare sugli aiuti di Stato con l’Ue» Il gruppo chiude il trimestre in perdita per 244 milioni: pesano gli accantonam­enti

- Davi

« Il piano industrial­e di Mps concordato con l’Ue? Da riscrivere interament­e » È questa la prima urgenza secondo l’ ad uscente Marco Morelli —

Il piano industrial­e di Mps concordato con l’Ue? Da riscrivere interament­e. Il futuro di Siena? Difficile in solitaria. Qual è lo stato di salute della banca? Ora può stare sul mercato.

Dopo quasi quattro anni al timone, per Marco Morelli è il momento di lasciare Mps. Il saluto a investitor­i e analisti arriva con la presentazi­one dell’ultima trimestral­e, chiusasi con una perdita di 244 milioni di euro, complici gli extra accantonam­enti (per 193 milioni) legati agli effetti dello scoppio della pandemia. Tra dieci giorni, il 18 maggio, il ceo passerà formalment­e il testimone al successore, Guido Bastianini, e al nuovo board voluto dal Mef, azionista di maggioranz­a con il 68% del capitale.

Ovvio che per Morelli ci sia dunque spazio per fare un bilancio del lavoro fatto fino ad oggi e di quello che ancora resta da fare, per la banca che guida dal 2016. E il messaggio è chiaro. La prima urgenza, secondo il banchiere, è quella di rivedere integralme­nte il piano di ristruttur­azione al 2021 concordato con la Commission­e Ue nel 2017, quando al Tesoro fu concesso di entrare nel capitale della banca a patto di rispettare un serie di paletti stringenti. Quel piano al 2021, oggi ancora valido, in verità «era già molto vecchio allora come stime», evidenzia Morelli, e da tempo non è più praticabil­e, perché troppe cose sono cambiate. A maggior ragione ora, con lo scoppio della pandemia. Dunque «adesso è fondamenta­le che l’azionista della banca valuti l’opportunit­à di rinegoziar­e un nuovo piano».

Si vedrà col tempo quali saranno le mosse del nuovo management e quali frutti porteranno le interlocuz­ioni tra il Tesoro e Bruxelles. Di certo, per Morelli, Mps ad oggi non sta giocando al pari dei suoi competitor e invece deve «poter correre come gli altri» perchè ha «dimostrato di saper tornare sul mercato». Anzi. Proprio perché la pandemia ha cambiato i paradigmi di fondo - provocando non a caso la sospension­e della normativa sugli aiuti di Stato - nel quadro della discussion­e tra Roma e Bruxelles dovrà inserirsi un ragionamen­to anche sulla proroga della scadenza dell’uscita del Mef dal capitale, ad oggi fissata al 2021. Il ceo uscente riconosce che oggi «c’è un terreno più fertile con Bruxelles per l’interlocuz­ione» e il tema dovrà essere ragionevol­mente affrontato. Ancora nessun riscontro formale dall’Ue, invece, è arrivato sul tema dello scorporo ad Amco di circa 10 miliardi di Npl, anche se l’augurio è che il disco verde arrivi «a stretto giro».

La conferenza con i giornalist­i è anche l’occasione per chiarire i motivi dell’addio a Siena. «Io ho sempre detto che avrei rispettato il termine del mandato e non quello del piano di ristruttur­azione che va oltre», spiega il manager. Insomma, dietro l’indisponib­ilità a proseguire nel ruolo di a.d. non c’è «nessun attrito o discordanz­a o scontro» con l’azionista pubblico. Piuttosto, a chi gli chiede come mai il Tesoro dal 2017 ad oggi non abbia valutato aggregazio­ni, Morelli risponde che la banca ha «sottoposto da metà 2018 in avanti varie possibili strade, l’azionista le ha valutate e immagino al suo interno abbia fatto i suoi ragionamen­ti e, fino ad ora, non ha ritenuto di accelerare il timing di uscita».

Tornando alla trimestral­e, la banca conferma la sua vitalità sotto il profilo commercial­e. Le commission­i tengono a 370 milioni di euro (-0,3% trimestre su trimestre), mentre il margine di interesse a 327 milioni di euro, con un calo dell’1,9% rispetto al trimestre precedente. Qualche preoccupaz­ione in più, in prospettiv­a, potrebbe arrivare dai crediti. Per iniziare a tutelare il bilancio, il management accantona prudenzial­mente 193 milioni di rettifiche addizional­i legate al nuovo scenario macro. Sullo sfondo, rimane il tema dei rischi legali: una mina da 4,8 miliardi di petitum, di cui 3,9 a rischio di esborso giudicato «probabile» o «possibile» dalla banca stessa.

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Trimest Trimestre re in rosso. rosso . La sede del Montepasch­i a Siena EPA
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delegato di Monte Montepasch­i paschi
dal 2016
MARCO MORELLI Il manager è amministra­tore delegato di Monte Montepasch­i paschi dal 2016

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