Il Sole 24 Ore

Ubi-Intesa, a Cuneo il giallo dei 7 milioni investiti sulla banca

L’ente: solo opzioni call, nessun movimento sulla quota che resta al 5,9%

- F. Gre.

Un’offerta pubblica di scambio lanciata a ridosso dell’allarme sanitario da Covid-19 e un mercato azionario che ha risentito del crollo da lockdown. È la duplice condizione che fa da sfondo a un’operazione che coinvolge Fondazione Cr Cuneo per un investimen­to da 7 milioni di euro, realizzato dalla Sgr Fondaco incaricata di gestire una parte delle risorse dell’ente, in opzioni Call su azioni Ubi. Un’operazione che desta tuttora qualche mugugno sul territorio, per la sua natura speculativ­a e la minusvalen­za che ha generato (tra 2 e 3 milioni).

La Fondazione cuneese, guidata da Giandomeni­co Genta, è primo azionista di Ubi banca con una partecipaz­ione del 5,9%. I vertici già a metà marzo avevano spiegato che «le operazioni sul titolo Ubi Banca realizzate in questo periodo in capo alla stessa Fondazione Crc, riguardano esclusivam­ente una normale attività su opzioni e sono compiute in piena autonomia da un gestore esterno, sulla base di un mandato avviato nel 2017, senza modifiche della quota azionaria detenuta dalla Fondazione, pari al 5,908%». A generare una sorta di giallo è stata la comunicazi­one effettuata secondo la norma da Ubi che indica come soggetto che ha effettuato l’operazione Fondazione Crc e non direttamen­te la Sgr. Certo le opzioni call hanno portato con sè una minusvalen­za potenziale trai 2 e i 3 milioni che a fine anno, auspicano i vertici, andrà verosimilm­ente a compensars­i con le plusvalenz­e delle altre operazioni di mercato condotte su un patrimonio che pre virus valeva 1,6 miliardi.

Sul territorio però c’è chi ritiene che quella perdita poteva essere evitata, a maggior ragione in un periodo in cui le necessità non mancano. Dall’ente fanno presente che le operazioni ogni anno sono oltre 100mila, dunque è fisiologic­o che una parte di esse si chiuda con il segno meno. Peraltro, si fa notare, il tutto è avvenuto mentre l’ente guidato da Genta, confermato alla presidenza fino al 2023, è forte di un bilancio record nel 2019 (a 74 milioni di ricavi), con erogazioni salite da 20 a 34,5 milioni nel 2020 e un fondo di stabilizza­zione delle erogazioni pari a 50 milioni. L’operazione al centro delle attenzioni arriva nel pieno della battaglia a distanza tra una parte dei soci Ubi e Intesa Sanpaolo, con la Fondazione Cuneo schierata a difesa dell’ex Popolare. La vicenda, prevedibil­mente, sarà all’attenzione anche del Ministero dell’Economia, che ha compiti di vigilanza sulle fondazioni, e, con ogni probabilit­à, anche della Consob .

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