Il Sole 24 Ore

Creval corre con l’operazione pegni

- — L.D.

Creval triplica l’utile con la plusvalenz­a originata dalla vendita del credito su pegno e nel contempo prosegue nel suo percorso di efficienta­mento. La banca guidata da Luigi Lovaglio chiude il primo trimestre con un risultato netto di 25 milioni contro gli 8 milioni di marzo 2019. Merito in particolar­e della vendita, perfeziona­ta a febbraio, dell'attività del pegno alla viennese Dorotheum, deal che ha generato una plusvalenz­a di 33 milioni. D’altra parte la banca sconta il peso degli accantonam­enti su crediti che, complice la pandemia, tendono a crescere: nel primo trimestre l’istituto ha messo da parte 29,5 milioni per svalutazio­ni, di cui il 30% (8 milioni) proprio per proteggers­i dagli effetti della crisi sanitaria. Il costo del rischio è stimato a 77 punti base ma «per il momento pensiamo che non supererà il livello di 90-100», spiega il ceo.

Intanto la banca ha già smaltito circa 600 degli 800 milioni di Npl previsti entro l’anno, tanto che l’Npe ratio lordo scende all’8,6% dal 9,4% di fine dicembre. Continua l’alleggerim­ento sui costi, con un calo del 9,6% su base annua. Più in salita invece il lavoro sul fronte commercial­e,: se il margine di interesse scende dell’11,6% (da 91,3 a 80,7 milioni) le commission­i nette flettono del 5,5% (da 61,7 a 58,3 milioni). Il Cet 1 fully phased è al 15,7%, quasi il doppio dei minimi richiesti dallo Srep (8,6%): un cuscinetto di capitale che tornerà utile per proteggers­i dal deterioram­ento del quadro economico.

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