Snam, nessun effetto virus sul trimestre Alverà: business solido
Il ceo: cantieri operativi al 100% a giugno, politica dei dividendi confermata
Nessun impatto sulla politica dei dividendi, assicura il l’ad di Snam, Marco Alverà. E, a giudicare dalla trimestrale archiviata ieri con numeri in crescita («a conferma della solidità del nostro business», è il commento), la crisi provocata dal coronavirus non sembra per ora aver colpito la società. Che dopo aver messo in sicurezza dipendenti (2.300 sui 3mila totali continuano a operare “da remoto”) e asset, a partire dal dispacciamento, il “cervellone” che gestisce i flussi di gas sulla rete di trasporto, è pronta a far tornare operativi al 100%, già a giugno, i suoi cantieri (oggi attivi al 45%), come ha detto ieri il ceo agli analisti nella conference call. L’accelerazione della fase 2 consentirà, ha spiegato Alverà, di dimezzare la stima del ritardo sugli investimenti (da 200 a 100 milioni), provocato dalla pandemia, rispetto alla previsione fornita a metà marzo in occasione dell’approvazione del bilancio 2019. Ad ogni modo, l’impatto sarà riassorbito in corso d’anno dal momento che il piano di investimenti 2019-2023, che indicava uno sforzo da 1,1 miliardi per il 2020, è stato confermato dall’ad. Che, sulle voci di possibili nozze con Terna, ha indicato come prioritario «il rafforzamento della collaborazione industriale già in atto» che proseguirà «grazie ai buoni rapporti con il nuovo management di Terna, con cui ci conosciamo da tempo».
Tornando alle conseguenze della pandemia, il riverbero si è invece manifestato sulla domanda di gas, in calo del 6,7% nel primo trimestre (23,94 miliardi di metri cubi) - al netto degli effetti stagionali (causati dalle temperature più miti) -, per via del lockdown e una riduzione è prevista anche nel secondo trimestre «con un impatto che sarà valutato in funzione della velocità di ripresa delle attività», precisa la nota di ieri che fissa però in circa 9 milioni l’asticella massima del possibile calo dei ricavi legato alla materia prima a regolazione invariata. Conseguenze limitate, dunque, che si punta a controbilanciare con l’efficientamento dei costi (già ridotti di 53 milioni rispetto alla base costi del 2016) e con ulteriori iniziative di contenimento della spesa «facendo leva sulle nuove modalità operative di lavoro» seguite al Covid-19 che ha visto Snam molto impegnata nel sostegno all’emergenza con 20 milioni di donazioni e la raccolta fondi su base volontaria dei dipendenti nell’ambito della quale il 10% dei manager, incluso Alverà, si è già tagliato la retribuzione lorda di maggio-dicembre.
Una leva, quella dell’efficienza operativa, che, insieme ai maggiori ricavi, ha consentito di chiudere i conti del trimestre con un utile netto pari a 298 milioni (+ 5,3%), un ebitda a 567 milioni (+4,6%) e un ebit a 380 milioni (+3,8%), mentre i ricavi totali sono balzati a 691 milioni, in aumento di 52 milioni sul 2019 (grazie soprattutto alla spinta del business regolato, in primis del trasporto gas). Crescono poi anche gli investimenti tecnici, a 220 milioni (32,5%), di cui 24 milioni per il progetto SnamTec legato a innovazione e transizione energetica, nell’ambito del quale ieri la società ha firmato anche un accordo per rilevare il 50% di Iniziative Biometano che segna l’ingresso nel promettente settore del biometano agricolo. Infine il debito: 12,2 miliardi a fine marzo, 333 milioni in più del dato registrato al 31 dicembre 2019.