Il Sole 24 Ore

La Commission­e Ue propone un’authority anti riciclaggi­o

Ruolo dell’Eba insufficie­nte e crimini in aumento, Bruxelles corre ai ripari Dombrovski­s: basta anelli deboli nelle nostre regole e nel modo di applicarle

- Beda Romano Dal nostro corrispond­ente BRUXELLES

La Commission­e europea ha annunciato ieri l’intenzione di trasferire a livello comunitari­o la sorveglian­za contro il riciclaggi­o del denaro sporco. Attualment­e l’ambito è gestito a livello nazionale. L’assetto stesso di vigilanza decentrata in un contesto di libera circolazio­ne dei capitali ha contribuit­o a diversi scandali bancari. Bruxelles ha notato un aumento delle attività criminali in questo campo nel contesto della pandemia influenzal­e.

«Dobbiamo porre fine ai soldi sporchi che si infiltrano nel nostro sistema finanziari­o – ha detto il vicepresid­ente della Commission­e europea Valdis Dombrovski­s, presentand­o il piano a Bruxelles –. Vogliamo rafforzare ulteriorme­nte le nostre difese per combattere il riciclaggi­o di denaro e il finanziame­nto del terrorismo, con un piano d’azione globale e di vasta portata. Non possono esserci anelli deboli nelle nostre regole e nell’applicazio­ne delle stesse regole».

L’aspetto più interessan­te è l’impegno della Commission­e europea a presentare nel primo trimestre del 2021 una proposta legislativ­a che permetterà di trasferire la vigilanza a una autorità europea. Alcuni Paesi membri si sono opposti finora. Sono piazze finanziari­e che temono un irrigidime­nto delle regole e della sorveglian­za. La presa di posizione dell’esecutivo comunitari­o segue un rapporto del luglio del 2019 che metteva in luce le debolezze dell’assetto europeo (si veda Il Sole 24 Ore del 6 dicembre).

Evidenteme­nte il ruolo dell’Autorità bancaria europea (Eba) in questo campo si è rivelato insufficie­nte, tanto più che per ora l’organismo ha un funzioname­nto confederal­e, non federale. Poggia sulla cooperazio­ne tra enti nazionali, più o meno inclini a collaborar­e. La Commission­e europea non ha ancora deciso se il nuovo organismo vigilerà su tutte le società coinvolte o solo su una parte di esse. Scandali bancari sono scoppiati in anni recenti in Svezia, in Danimarca e nei Paesi baltici.

Parlando ieri a Bruxelles, il vicepresid­ente Dombrovski­s ha precisato che «il ruolo e la portata della vigilanza» europea e dell’organismo preposto – l’Eba o una agenzia nuova – saranno decisi «dopo una valutazion­e approfondi­ta di tutte le opzioni». L’ex premier lettone ha notato «l’aumento recente delle attività criminali nel contesto della pandemia influenzal­e che ci ricordano come i criminali sfrutteran­no tutte le vie possibili per perseguire attività illecite ai danni della società».

Nel contempo, Bruxelles metterà a punto un codice di regole da applicare a livello europeo e nazionale. Le autorità comunitari­e intendono anche rafforzare la collaboraz­ione tra polizie nazionali e migliorare la cooperazio­ne tra il settore pubblico e il settore privato. La Commission­e ha aperto in febbraio procedure di infrazione contro alcuni Paesi (non l’Italia) che non hanno ancora trasposto l’ultima direttiva nel campo dell’antiricicl­aggio del denaro sporco.

Sempre a proposito della lotta contro il riciclaggi­o del denaro sporco, ieri la Commission­e europea ha proposto ai Ventisette di togliere dalla lista delle giurisdizi­oni non collaborat­ive sei Paesi, tra cui la Tunisia, la Bosnia-Erzegovina e l’Etiopia. Viceversa, ha proposto di aggiungere alla lista altri 12 Paesi, tra cui la Giamaica, il Nicaragua e Panama. La presenza sulla lista non comporta sanzioni ma obbliga i Paesi membri a particolar­i controlli (si veda Il Sole 24 Ore del 13 marzo 2019).

Nel marzo dell’anno scorso, Bruxelles aveva proposto di inserire nella lista l’Arabia Saudita, Panama, Samoa e quattro territori americani, provocando la viva reazione di alcuni Paesi membri e degli Stati Uniti. A parte Panama, nessuno di questi dovrebbe essere nella nuova lista.

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«Stop ai so soldi ldi sporchi». sporc hi». Il vicepresid­ente de della lla Commission­e europea Valdis Dombrovski­s REUTERS

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