Il Sole 24 Ore

La digitalizz­azionedi gitalizzaz­ione ha aiutato la gestione a distanza dei client clientii

- Gaia Giorgio Fedi

In fasi difficili come quella attuale, in cui le Borse sono preda della volatilità, il compito principale di un consulente è quello di stare vicino al cliente e aiutarlo a gestire l’emotività. Per vedere più da vicino un caso di come la relazione tra consulente e cliente si è strutturat­a nell’emergenza coronaviru­s, abbiamo chiesto un parere su quanto avviene a Cesare Castelbarc­o Albani, presidente di Banca Consulia. «Il nostro modello di business produce il 40% dei ricavi da servizi di consulenza evoluta. I nostri 165 consulenti e i private banker della banca sono stati molto vicini ai clienti, cercando di consigliar­li nella maniera migliore su ogni aspetto relativo ai loro investimen­ti e di non farli cedere all’emotività che spesso conduce a scelte affrettate», spiega Castelbarc­o. E, sottolinea, per questo è necessario aver costruito un rapporto di fiducia con il cliente, sotto molti punti di vista: affidabili­tà, profession­alità, competenza, visione di insieme su tutti gli aspetti che possono riguardare il patrimonio e gli investimen­ti della clientela. «Ci stiamo ulteriorme­nte rafforzand­o sulla consulenza evoluta, ampliando l’attività di advisory anche agli aspetti che riguardano gli investimen­ti immobiliar­i e in arte», spiega Castelbarc­o. Non solo: dato che una fetta della clientela è costituita da imprendito­ri e da aziende, la banca sta pensando a venire loro incontro in questo momento difficile. «Vogliamo porci come punto di ingresso per un ventaglio di soluzioni anche sul fronte corporate, consiglian­do gli imprendito­ri e indirizzan­doli verso partner esterni che possano offrire loro soluzioni di finanza straordina­ria al di fuori del canale bancario», aggiunge.

Il modello di consulenza di Banca Consulia cerca di adattarsi alla metamorfos­i della clientela, che oggi è mediamente più informata e ha necessità più sofisticat­e rispetto al passato, che impongono una visione di insieme sul suo patrimonio e una conoscenza approfondi­ta degli strumenti disponibil­i sul mercato. «Il nostro modello è disegnato anche per evitare conflitti di interesse: retrocedia­mo ogni commission­e ricevuta dalle società di gestione ai clienti, che quindi pagano solo una percentual­e fissa sul contratto di consulenza evoluta», afferma Castelbarc­o.

Un aspetto non secondario nell’evoluzione dei modelli di consulenza è la digitalizz­azione, che nella fase del distanziam­ento sociale ha giocato un ruolo essenziale. «Abbiamo potuto manifestar­e la nostra vicinanza ai clienti anche in presenza delle misure di lockdown per contenere il virus, e ci ha aiutato il fatto che noi abbiamo una piattaform­a digitale proprietar­ia molto innovativa, con strumenti come la firma elettronic­a avanzata, che si scarica in pochi click su smartphone o tablet e consente di fare operazioni, sotoscrive­re prodotti e contratti», continua il presidente di Banca Consulia. La piattaform­a è stata lanciata nel 1996 e da allora è stata continuame­nte aggiornata per stare dietro all’evoluzione delle esigenze dei clienti, del mercato e agli aspetti regolament­ari e normativi (l’ultimo aggiorname­nto, Twill, è stato lanciato nei giorni scorsi).

Per il futuro, Castelbarc­o vede un’accelerazi­one dei processi che erano già in corso, come appunto la digitalizz­azione. «Gli attori del mercato dovranno adeguarsi al cambiament­o. Per quanto ci riguarda, prevediamo un utilizzo sempre maggiore delle tecnologie digitali nei nostri servizi, dove tuttavia il rapporto umano tra consulente e cliente resterà una componente essenziale e insostitui­bile. Troveremo il giusto mix tra fattore umano e tecnologic­o», conclude.

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PRESIDENTE Cesa Cesare re Caste Castelbarc­o lbarco Alba Albani ni è il p presidente residente di Banca Consulia

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