Cig, a rischio le nove settimane
Verso domanda precompilata e tempi più rapidi: un mese dalla richiesta all’erogazione
La Cig per l’emergenza Covid 19 sarà prorogata con procedure semplificate, ma resta da sciogliere il nodo della durata se per ulteriori tre o nove settimane.
Le imprese che hanno già richiesto la cassa integrazione d’emergenza non dovranno presentare una nuova domanda per ottenere le settimane in più di ammortizzatore, sarà sufficiente solo aggiornare l’istanza (si apre a una sorta di domanda di cassa integrazione “precompilata”). Non solo. Si interviene anche sul fronte dei tempi, imponendo step più rapidi: le aziende che chiedono a Inps il pagamento diretto della prestazione debbono anticipare la domanda entro la fine del mese di inizio della sospensione o riduzione dell’attività lavorativa. Entro il giorno 20 del mese successivo a quello in cui è collocato il periodo di integrazione salariale richiesto, le Amministrazioni competenti autorizzano la domanda e i datori di lavoro comunicano all’Inps i dati necessari per il pagamento delle prestazioni (il modello Sr41 con l’Iban). L’Inps dispone il pagamento delle prestazioni entro la fine del mese.
L’ultimissima bozza del decreto Rilancio apre a una prima semplificazione delle procedure relative ai sussidi d’emergenza, visti i ritardi negli accrediti accumulati in queste settimane, e dopo le scuse pubbliche del premier, Giuseppe Conte. Tutta la Cig verrà prorogata di altre 9 settimane, nel complesso quindi 18 settimane, considerando le 9 settimane del decreto Cura Italia, con uno stanziamento di circa 13-14 miliardi. Ma resta l’ipotesi che nel testo finale la proroga complessiva sarà di 12 settimane, dunque di una concessione di ulteriori 3 settimane, dopo i rilievi mossi dalla Rgs. Una parte dei nuovi fondi, infatti, andranno a copertura dei primi 9 mesi di Cig, visto che il decreto legge 18 dello scorso 17 marzo aveva stanziato poco più di 5 miliardi prima del lockdown generalizzato che poi ha prodotto una richiesta di ammortizzatori sociali assai più elevata.
Il nuovo percorso, dalla domanda all’erogazione dell’ammortizzatore al beneficiario, nei piani del governo dovrebbe concludersi in un mese o poco più, rispetto ad una media di 3 mesi attuali: «Stiamo studiando un modello che, con la sinergia di tutti, riduce i tempi per i vari colli di bottiglia, domanda, autorizzazione, modello Sr41 - spiega il presidente di Inps, l’economista Pasquale Tridico -. L’obiettivo è semplificare i processi per aziende e consulenti». I beneficiari di Cassa integrazione ordinaria e assegno ordinario sono 8,4 milioni; per 5,5 milioni i trattamenti sono stati anticipati dalle aziende, per 2,9 milioni sono in corso i pagamenti da parte dell’Inps. Forti ritardi per la cassa in deroga, allargata alle imprese con meno di 5 dipendenti, che nelle previsioni del governo interessa una platea di oltre 2,6 milioni di lavoratori: in 122mila sono stati pagati secondo l’Inps. Complice la tortuosità della procedura di Cigd, caratterizzata da passaggi amministrativi che coinvolgono regioni ed Inps, con 21 procedure regionali che hanno tempistiche diverse. «Il doppio canale tra Inps e regioni allunga i tempi della Cigd - sostiene Marco Leonardi, consigliere del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri- in prospettiva bisognerà consentire alle piccole imprese di inoltrare la domanda direttamente all’Inps, continuando ad esentarle dalla contribuzione che grava sulle altre imprese». Il disagio è grande. Ieri i leader di Cgil, Cisl e Uil hanno scritto al premier Conte affinchè intervenga per «superare i ritardi accumulati».
Con la chiusura generale delle attività, richiesti ammortizzatori ben oltre i 5 miliardi assegnati dal Dl Cura Italia
Forti ritardi per la cassa in deroga: pagata a 122mila lavoratori su 2,6 milioni. Iter tortuoso tra Regioni e Inps