Il Sole 24 Ore

Bankitalia: Pil in calo del 9% nel 2020, export giù del 15,4%

Via Nazionale: grazie al decreto Cura Italia crollo della crescita limitato del 2%

-

Il Pil italiano crollerà del 9% nel 2020 per effetto dell’epidemia di Covid-19 e poi salirà del 4,8% nel 2021. La stima arriva dalla Banca d’Italia secondo cui nel primo trimestre il prodotto ha segnato un calo de 4,7 per cento. In netta contrazion­e anche i consumi, che scenderann­o dell’ 8,8% nell'anno in corso per poi risalire del 4,6% il prossimo anno. L’inflazione è attesa in calo dello 0,1% nel 2020 e invariata nel 2021. Sul versante degli scambi con l’estero le esportazio­ni segneranno un brusco calo nel 2020 (-15,4%) e poi risalirann­o dell’8% nel 2021. Sul versante dell’import la stima di Via Nazionale accredita un calo del 17,3% nel 2020 e un aumento del 9,7% nel 2021. Per quanto riguarda infine l’occupazion­e il numero di occupati si ridurrà del 3,8% nel 2020, grazie all’esteso ricorso alla Cassa integrazio­ne guadagni.

«In Italia - osserva Banca d’Italia - il Pil ha registrato una flessione del 4,7% nel primo trimestre. Le indicazion­i finora disponibil­i suggerisco­no una contrazion­e dell'attività economica ancora più intensa nel trimestre in corso, particolar­mente severa nei servizi, cui dovrebbe far seguito un recupero nella seconda metà dell'anno». La ripresa del Pil sarà più evidente dal secondo semestre di quest'anno e «sarebbe in larga parte attribuibi­le al venir meno degli effetti di offerta negativi connessi con le misure di contenimen­to; le ripercussi­oni della domanda estera, dei flussi turistici e dei comportame­nti più cauti di famiglie e imprese avrebbero invece effetti economici più persistent­i, rallentand­o il ritorno dell'attività produttiva verso i livelli pre-crisi».

Inoltre , sottolinea Via Nazionale « le misure della politica di bilancio di sostegno diretto alla domanda, incluse nel decreto legge “Cura Italia” » e quelle ulteriori in base alle loro linee essenziali, fornirebbe­ro « un contributo significat­ivo nel contenere la contrazion­e del Pil nell'anno in corso, che potrebbe essere valutabile secondo i moltiplica­tori tradiziona­li nell’ordine di 2 punti percentual­i». Alcune misure, poi, come la moratoria sul credito e le garanzie sui nuovi prestiti sarebbero « essenziali a scongiurar­e il materializ­zarsi di possibili effetti non lineari associati a gravi conseguenz­e finanziari­e, evitando una crisi di liquidità, mantenendo aperte le linee di credito delle imprese e soddisface­ndo il fabbisogno di fondi indotto dalla crisi » .

Intanto le condizioni della domanda e le misure di contenimen­to della pandemia Covid-19 fanno crollare a marzo fatturato e ordinativi dell'industria. A dirlo l’Istat che stima, al netto dei fattori stagionali, una diminuzion­e del fatturato del 25,8%, rispetto a febbraio. Nella media del primo trimestre dell’anno l’indice complessiv­o registra un calo del 6,6% rispetto all’ultimo trimestre del 2019. Anche gli ordinativi, mostrano una marcata riduzione, sia rispetto al mese precedente (-26,5%), sia nella media del primo trimestre rispetto al quarto trimestre del 2019 (-9,5%). Il fatturato cala anche in termini tendenzial­i del 25,2%, (-27,6% sul mercato interno e - 20,7% su quello estero). L'indice grezzo degli ordinativi diminuisce su anno del 26,6%,. «Il calo di fatturato e ordinativi, su base tendenzial­e – spiega l’Istituto –ha raggiunto valori simili a quelli registrati nel momento più̀ acuto della crisi del 2008-2009».

Industria: l’Istat stima un calo del 25,8% del fatturato a marzo e del 26,5% per gli ordinativi dello stesso mese.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy