Confindustria: con tutti i settori aperti recupero a fine anno
Nel terzo e quarto trimestre dell’anno attesa una ripresa parziale. Nel 2021 +5,6%
Crollo, caduta storica, tonfo. Con questi i termini il Centro studi di Confindustria ha descritto l'andamento del pil, della produzione industriale, degli investimenti nel nostro paese. E la risalita sarà «faticosa». Sono stati due i fattori che hanno accentuato la «già profonda» caduta del Pil per quest’nno, dal -6 previsto il 31 marzo al -9,6 indicato nella Congiuntura Flash diffusa ieri: il prolungamento della parziale chiusura dell’attività economica, dal 13 aprile al 4 maggio, e il calo della domanda, sia italiana che estera.
Nel primo trimestre il Pil ha avuto un crollo oltre le attese, -4,7%; nel secondo trimestre si prevede un -9 per cento. La produzione a marzo è scesa nell’industria del 28% e si prevede un altro -23% ad aprile. Il Pmi , (l’indice dei responsabili degli acquisti), ha avuto un tonfo, 31,1.
Nei successivi trimestri dell’anno, il terzo e il quarto, con tutti i settori aperti, ci sarà un recupero, che proseguirà nel 2021, Pil +5,6 per cento. Male anche gli investimenti, con un «crollo senza precedenti»: -15,5% nel 2020, -10,6% stimato a marzo. Nel 2021 ci sarà un recupero, ma parziale, visto che la previsione è di +9,1%, e ciò «peserà sulla crescita futura». Non ci sarà l’export a salvarci: anzi, le esportazioni italiane andranno peggio della domanda mondiale, specie per la debolezza di Europa e Usa. Il dato è di oltre -14% nel 2020 per le esportazioni di beni e servizi e il recupero nel 2021 sarà solo parziale. L’impatto della crisi è già stato evidente con i dati di marzo, -16,8, e si prevede un peggioramento nel secondo trimestre. I consumi hanno sofferto per il lockdown, a marzo e aprile sono stati di fatto congelati. La riapertura graduale a maggio e la maggiore libertà di movimento attenueranno la caduta, a partire da questo mese. Le famiglie, però resteranno prudenti (-14% la spesa nel primo semestre), nonostante un recupero del secondo semestre il calo nel 2020 sarà di -9,9%, con una crescita del 5,7% nel 2021. Questa situazione si riflette sui conti pubblici: l'indebitamento 2020 salirà all'11,1% del pil (nel 2019 era dell'1,6%), un aumento dovuto in minima parte alla scorsa legge di bilancio, causato soprattutto dalle misure anti Covid (4,6 punti) e dal crollo del pil. Nel 2021 il deficit scenderà al 5,6%, scontando anche la disattivazione della clausola di salvaguardia (20,1 miliardi). Il rapporto debito/pil salirà al 159,1% nel 2020, e calerà a 155,4% il prossimo anno. Quanto agli occupati, il tasso di disoccupazione crescerà meno che altrove, ma faticherà a scendere nel 2021, attestandosi a 11,3 per cento. Cruciale è il credito: i prestiti alle imprese hanno ricominciato a crescere a marzo, +1,4. Secondo il Csc le garanzie pubbliche potranno agire, pur con ritardo, ad irrobustire il credito, evitando scenari peggiori.
CsC: nel primo trimestre crollo del Pil del 4,7%. Calo del 9% stimato per il secondo trimestre del 2020.