«Cdp, subito più poteri alla commissione»
Il neopresidente avverte: se non si cambia non siamo in grado di vigilare Con l’ultimo decreto la Cassa assume un ruolo ancora più strategico
Sestino Giacomoni, storico braccio destro di Berlusconi, è il il nuovo Presidente della Commissione nuovo Presidente della Commissione parlamenta redi Vigilanza su Cassa Depositi e Prestiti. Una Commissione che però – avverte Giacomoni - «senza risorse e strumenti adeguati non sarà in grado di vigilare».
Cdp potrà investire fino a 50 miliardi nelle Spa con fatturato più di 50 milioni: che ne pensa?
Con l’ultimo decreto varato dal governo la Cassa assume un ruolo ancor più determinante e strategico per il nostro sistema produttivo, perché chiamata a sostenere la patrimoni a lizza zio ne delle imprese e l’ assorbimento delle perdite. Cdp avrà ampi margini di manovra per dare un supporto concreto, a patto che le procedure previste dal ministero siano snelle, altrimenti rischia di diventare il “capro espiatorio” di interventi che non arrivano, come è già accaduto alle banche e alla Sace con il decreto liquidità. Proprio per questo al Parlamento dovrebbe essere garantito un controllo maggiore su Cdp, attraverso il potenziamento della Commissione di vigilanza.
In che modo?
Al momento il nostro ruolo riguarda solo la vigilanza sull’utilizzo del risparmio postale.Ma la legge 197 del 1983, che ne definisce meglio le competenze, specifica che il Parlamento esercita il controllo sull’attività della Cassa per il tramite della Commissione.
Che però lei sostiene non ha strumenti adeguati?
Esattamente e per questo ho già chiesto ai presidenti di Camera e Senato di potenziare le competenze della
Commissione e di poterci avvalere della collaborazione dei funzionari del Parlamento e non di quelli di Cdp come avvenuto finora perché vigilare senza vigili è un po’ complicato...
Quindi in questo momento la Commissione non è in grado di esercitare la vigilanza?
Solo parzialmente, perché pur essendo una Commissione parlamentare, non può avvalersi delle strutture e delle prerogative di Camera e Senato. Su questo ho chiesto un incontro ai presidenti dei due rami del Parlamento ed ho presentato un emendamento al decreto liquidità per potenziarne le funzioni di vigilanza e per trasformare la commissione in una vera e propria commissione bicamerale, con le stesse prerogative delle altre bicamerali: meglio potenziare oggi ed adeguare ai tempi la commissione istituita più di un secolo fa, che dover poi nominare una commissione d’inchiesta domani.
A seguito dei nuovi compiti di Cdp?
Nonostante le smentite del governo, quanto previsto dal decreto rilancio potrebbe prefigurare una nuova Iri, con tutte le conseguenze del caso. Affidare una funzione pubblicistica a una società per azioni non è proprio una grande idea, la esporrebbe ai “desiderata” dei partiti. Né più, né meno come accadeva nel passato con le aziende a capitale pubblico.Per questo occorre rafforzare i poteri e il raggio d’azione della Commissione.
Non crede che in questa fase un maggiore interventismo di cdp possa essere un sostegno determinante per il sistema industriale?
Vedremo, ma spero che la presenza di Cdp nelle Spa che verranno sostenute sarà una presenza attenta nei controlli ma inesistente sotto il punto delle ingerenze sulle attività di governance dei gruppi. È innegabile che in questo periodo così difficile per il nostro Paese il ruolo della Cassa e di altre realtà pubbliche come Sace sia cresciuto notevolmente e continuerà a crescere. Ma come ho detto il giorno del mio insediamento, non dobbiamo mai dimenticare che la cassa ed i depositi vengono dal risparmio postale, ossia dal lavoro e dai sacrifici dei piccoli risparmiatori, un motivo in più per vigilare affinché questi risparmi, attraverso i prestiti, siano utilizzati nel migliore dei modi possibili.