Il Sole 24 Ore

«La PopBari salvata per fare la banca del Sud, basta tagli»

Il presidente Antimafia: «In Calabria su sette filiali ne rimarrebbe solo una»

- Manuela Perrone

«Se su sette filiali in Calabria con numeri, dal punto di vista della redditivit­à, non inferiori a quelli pugliesi se ne lascia una sola bisogna porsi qualche domanda: non abbiamo salvato la Banca Popolare di Bari con soldi e garanzie pubbliche anche perché diventasse “la Banca del Sud”? Che fine ha fatto quel progetto?». Nicola Morra, senatore M5S originario di Cosenza e presidente della commission­e parlamenta­re Antimafia, è arrabbiato. Il piano industrial­e presentato il 6 maggio ai sindacati dalla PopBari, commissari­ata dal 13 dicembre scorso, prevede un taglio dei costi per 109 milioni di euro in cinque anni. Con 900 esuberi su circa 3.300 addetti e la chiusura di 94 filiali su 291, di cui tutte quelle calabresi tranne una. La trattativa tra i commissari Antonio Bladini ed Enrico Ajello e le sigle sindacali finora ha visto solo inasprirsi le posizioni. E il Fondo interbanca­rio depositi, che ha già versato 354 milioni, ha rinviato a fine giugno la decisione sulla ricapitali­zzazione e dovrà sborsare molto più dei 700 milioni inizialmen­te previsti, a causa del tetto fissato dalla Dg Comp della Commission­e Ue al Mediocredi­to centrale, che non potrà mettere più di 500 milioni.

Senatore Morra, che cosa non le piace?

Non si comprende la ratio di tagli operativi e occupazion­ali di tale portata alla presenza in Calabria di un ulteriore istituto di credito che dovrebbe garantire i requisiti del credito “popolare”. Negli ultimi due decenni sia Bcc che banche popolari sembra che abbiano subito una vera e propria pandemia nella mia regione, penalizzan­do il territorio e l’utenza che affluiva alla banca. Auspico dunque che tale aspetto venga rivisitato dai commissari e che si consideri la storia economico-finanziari­a delle filiali calabresi, che sicurament­e non risultavan­o peggiori rispetto a quelli di altre regioni.

Perché allora, secondo lei, la tagliola maggiore si è abbattuta proprio lì?

In Calabria dall’inizio degli anni Duemila con grande miopia sono state avallate operazioni di rimessa in bonis di tantissimi istituti, prevalente­mente Bcc e popolari, che si son rivelate fallimenta­ri, privando questo territorio di un riferiment­o importanti­ssimo. Questo caso della Popolare di Bari è soltanto l’ultimo di una serie di errori strategici. Ho spesso sostenuto che in Italia abbiamo tre questioni: quella meridional­e, quella giovanile e quella criminale o mafiosa. Oggi nella mia regione abbiamo tassi demografic­i bassissimi, che devono suonare come un campanello d’allarme. Abbiamo un reddito pro capite apparentem­ente tale da legittimar­e la scomparsa dell’attività creditizia, ma una raccolta buona, che non collima con i dati ufficiali. Ecco, noi dobbiamo opporci a tutte le operazioni che abbiano come conseguenz­a, anche indiretta, quella di tenere la regione e il Sud sotto scacco e in mano a potenze criminali che ne minano le capacità di sviluppo.

Il suo timore è che l’attività imprendito­riale sana subisca un contraccol­po proprio adesso che c’è da fronteggia­re una crisi drammatica? Artigiani, commercian­ti, imprendito­ri devono poter contare su una rete diffusa vicina alle loro esigenze, a maggior ragione in questi momenti difficili per il Paese. Smantellar­e l’85% delle filiali di PopBari in Calabria sarebbe un pessimo segnale. Tanto più perché il salvataggi­o della Popolare di Bari ci era stato presentato come il viatico per la Banca del Sud, un grande veicolo di sviluppo per tutto il Meridione.

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NICOLA MORRA Presidente della commission­e parlamenta­re Antimafia

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