«Mutti sarà protagonista del consolidamento di mercato in Europa»
Il gruppo Mutti, leader italiano dell’alimentare e in particolare nel settore delle conserve di pomodoro, punta sulla crescita organica e a essere protagonista del futuro consolidamento del settore. In epoca di Covid-19, i colossi alimentari del Made in Italy hanno reagito meglio che in altri settori alle conseguenze della crisi sanitaria. Ma uno degli effetti secondari sarà il consolidamento del mercato sia a livello italiano sia europeo. «È certo - conferma Francesco Mutti, capoazienda, amministratore delegato ed esponente della quarta generazione della famiglia che controlla il gruppo di Parma con oltre il 75% del capitale - che il settore sta andando verso un consolidamento in Italia e in Europa. Noi stiamo continuando a crescere: la nostra quota di mercato in Europa è salita di oltre l’1 per cento a un complessivo 11,7 per cento, mentre in Italia si è accresciuta di due punti percentuali per arrivare al 31,5 per cento. Fino ad oggi siamo stati sempre acquisitori selettivi, come nel caso di Copador rilevata nel 2017, e lo saremo ancora, valutando le opportunità in Italia e in Europa. Studiamo in modo selettivo i mercati esteri: abbiamo aperto una filiale in Australia e siamo negli Stati Uniti da qualche anno. Puntiamo a crescere ma con attenzione, come abbiamo fatto fino ad oggi comprando stabilimenti di produzione». Di sicuro le dimensioni stanno diventando sempre più fondamentali anche nel settore alimentare: «Basta pensare ai giganti con i quali ci troviamo a lavorare sia sul fronte del packaging sia della grande distribuzione» spiega Francesco Mutti.
Sullo sbarco borsistico il dossier non è in previsione. «Ne abbiamo discusso - continua Francesco Mutti - al momento dell’ingresso del socio Verlinvest nel 2016, ma il dossier resta congelato. Non è un’opzione nel breve periodo e neanche nel medio. Al momento non abbiamo esigenze di cassa». Proprio l’Ipo, del resto, è stata una delle opzioni di way-out al momento dell’ingresso in minoranza (con il 24,5% della compagine) di Verlinvest, gruppo finanziario sponsorizzato dalle famiglie Les Spoelberch e Méviuon, tra gli azionisti principali del colosso della birra AB-InBev. «Si tratta di un operatore che ragiona non secondo la logica di un private equity ma di un family office, quindi con una strategia di lungo periodo».
Il gruppo Mutti terminerà il 2020 superando quota 400 milioni di giro d’affari: un’asticella raggiunta grazie a tassi di crescita superiori al 10 per cento negli ultimi due anni. «In termini di volumi la nostra quota di fatturato generata all'estero è attorno al 40%, mentre in termini di valore si attesta a circa un terzo. Cresciamo ovunque, in Italia e in Europa, in Paesi come Francia, Germania, Scandinavia e ovviamente Italia. L'obiettivo è puntare sull'innovazione e su prodotti premium. Con una leadership che si sta consolidando». Il periodo del lockdown ha visto un aumento a doppia cifra delle vendite collegate al canale della grande distribuzione, ma anche una discesa delle vendite in altri canali come la ristorazione. «Le due voci si sono bilanciate, anche se alla fine abbiamo archiviato una crescita perché siamo più esposti verso la grande distribuzione, quindi i supermercati - continua Francesco Mutti -. In questo periodo i nostri stabilimenti sono sempre stati aperti e abbiamo garantito ai nostri dipendenti un 25% di incremento salariale nel primo periodo, fino a metà aprile. Inoltre siamo pronti ad assumere un migliaio di lavoratori stagionali per i prossimi due mesi di intenso lavoro per il settore del pomodoro».