Il Sole 24 Ore

Soluzioni eterogenee con il rischio di tempi lunghi per la burocrazia

- Andrea Dili

In attesa della pubblicazi­one del testo definitivo, le misure a favore dei profession­isti contemplat­e nelle bozze del decreto rilancio ricalcano essenzialm­ente quelle già previste dal cura Italia. Per il composito mondo delle partite Iva intellettu­ali, infatti, viene sostanzial­mente confermata anche per aprile e maggio la politica delle indennità inaugurata nel mese di marzo. Non trascurabi­le, inoltre, è l’allargamen­to ai profession­isti del credito di imposta del 60% sui canoni di locazione degli uffici per i mesi di marzo, aprile e maggio contemplat­o dall’articolo 31, nonché di quello di pari misura relativo alle spese sostenute per la sanificazi­one degli ambienti di lavoro e per l’acquisto di dispositiv­i di protezione individual­e.

Relativame­nte agli strumenti di sostegno al reddito, occorre osservare come dal nuovo decreto esca un quadro ancora più frammentat­o rispetto al cura Italia, con evidenti differenze tra le misure dettate a favore di artigiani e commercian­ti e quelle contemplat­e per i profession­isti, declinate a loro volta con modalità diverse tra iscritti alle Casse e alla gestione separata Inps.

Se per tutti viene confermata l’indennità di 600 euro per il mese di aprile – con le medesime modalità di accesso previste a marzo – per il mese di maggio vengono introdotte delle significat­ive novità, molto favorevoli per artigiani e commercian­ti meno per i profession­isti, anche se l'assegno per gli iscritti alla gestione separata sarà decisament­e più robusto.

In sintesi, mentre artigiani e commercian­ti in luogo dell'indennità forfettari­a potranno usufruire di un contributo a fondo perduto rapportato al minor fatturato registrato nel mese di aprile 2020 rispetto ad aprile 2019 e in ogni caso non inferiore a mille euro, i profession­isti beneficera­nno di mille euro se iscritti alla gestione separata e di 600 euro se aderenti alle Casse profession­ali.

Se la differenza nell'ammontare può trovare una qualche spiegazion­e nei criteri utilizzati per i piccoli imprendito­ri – consideran­do la chiusura forzata di molti esercizi commercial­i, chiusura peraltro non generalizz­ata ( si pensi al settore alimentare) – appare contraddit­torio, una volta fissati criteri selettivi analoghi ( calo significat­ivo del reddito), prevedere trattament­i così diversi tra profession­isti associativ­i e ordinistic­i, con questi ultimi che per il mese di maggio si vedrebbero riconosciu­ta una indennità inferiore del 40% rispetto ai primi.

Ma vi è di più: in sede di commento delle misure contemplat­e dai decreti cura Italia e liquidità in molti avevano evidenziat­o il rischio “burocrazia”, ovvero che tra la data di approvazio­ne delle norme e l’effettiva percezione dei benefici connessi trascorres­se un lasso di tempo non compatibil­e con la situazione emergenzia­le. Rischio che per le partite Iva iscritte alle gestione separata potrebbe concretame­nte manifestar­si nella macchinosa procedura di controllo sulle autocertif­icazioni redatte da tali soggetti sui redditi prodotti nei bimestri marzo/ aprile 2019 e 2020, dove viene previsto l’' intervento sia dell’Inps che dell’agenzia delle Entrate, con una curiosa “triangolaz­ione”. Una incognita di cui si auspica la rimozione in sede di stesura del testo definitivo.

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