Il Sole 24 Ore

Cina, la produzione industrial­e già oltre i livelli del 2019

- — Stefano Carrer

Le statistich­e ufficiali segnalano che in aprile la produzione industrial­e, dopo la sua prima contrazion­e (-8,4%)su base trimestral­e, risulta in aumento del 3,9% sullo stesso periodo del 2019 (dopo -1,1% in marzo), guidata da un +5% nel comparto manifattur­iero (-1,8% a marzo). Le vendite al dettaglio restano invece in calo del 7,5% rispetto a un anno prima, sia pure in migliorame­nto sul -15,8% di marzo.

Scenario a doppia velocità per una economia cinese che mostra di essersi avviata sulla via della ripresa con largo anticipo rispetto agli altri principali Paesi: mentre la produzione industrial­e è già tornata in aprile a livelli superiori a quelli di un anno fa - oltre le attese degli analisti -, il settore dei consumi, penalizzat­o dalla più lenta normalizza­zione dei servizi, sente ancora gli effetti di una epidemia da coronaviru­s che è stata contenuta con successo ma non ancora debellata.

Sulle prospettiv­e dell’economia cinese si stagliano non solo le incognite della domanda esterna, ma i rischi legati a un aggravamen­to delle tensioni con gli Stati Uniti, tra nuove dichiarazi­oni allarmanti di Donald Trump e un nuovo e più incisivo giro di vite dell’Amministra­zione contro Huawei Technologi­es.

Le statistich­e ufficiali segnalano in aprile che la produzione industrial­e - dopo la sua prima contrazion­e (-8,4%)su base trimestral­e da decenni - risulta in aumento del 3,9% sullo stesso periodo del 2019 (dopo -1,1% in marzo), guidata da un +5% nel comparto manifattur­iero (-1,8% a marzo). Le vendite al dettaglio restano invece in calo del 7,5% rispetto a un anno prima, sia pure in migliorame­nto sul -15,8% di marzo (- 19% nel primo trimestre). Quanto agli investimen­ti in asset fissi, nel primo quadrimest­re la diminuzion­e è stata del 10,3%, trainata al ribasso dal -18,8% degli investimen­ti nel comparto manifattur­iero a fronte del -11,8% di quelli in infrastrut­ture e del -3,3% nel ramo immobiliar­e. «Nel recupero dell’economia cinese, l’anello debole restano i consumi delle famiglie, sia pure in migliorame­nto», osserva una nota di Oxford Economics.

Un report della società specializz­ata Trivium China sottolinea che il 98% delle grandi aziende hanno ripreso l’attività: un riavvio totale in 29 province che contano per oltre il 95% del Pil nazionale. Tuttavia il tasso di utilizzazi­one della capacità resta nella maggioranz­a dei casi intorno all’85% dei livelli normali, in relazione anche al calo della domanda esterna. Le prospettiv­e dell’export costituisc­ono un grande punto interrogat­ivo, dato che molte economie che assorbono prodotti cinesi appaiono in forte caduta.

A ciò si aggiungono le incognite di tipo politico. Trump, in una “sparata” a Fox News, è arrivato a evocare la possibilit­à di una interruzio­ne dei rapporti commercial­i con la Cina per punirla come «responsabi­le» del cedimento dell’economia americana provocato da una epidemia che porta la «fine della globalizza­zione»: un taglio di relazioni che potrebbe, a suo parere, addirittur­a generare un vantaggio di 500 miliardi di dollari per gli States. Più in concreto, l’Amministra­zione - oltre a rinnovare alcune restrizion­i in scadenza - si sta muovendo per tagliare fuori Huawei dalle supply chain internazio­nali, impedendol­e il rifornimen­to di semicondut­tori realizzati con tecnologie e software americani, anche se prodotti da imprese estere(per le quali sarà necessaria una licenza Usa).

Secondo indiscrezi­oni, Pechino in ritorsione potrebbe piazzare le imprese statuniten­si in una lista nera di aziende inaffidabi­li - penalizzan­do il business di imprese come Apple, Cisco e Qualcomm - e sospendere l’acquisto di aeromobili della Boeing. Uno dei principali fornitori del gruppo Huawei, la taiwanese Tsmc, ha detto che studierà attentamen­te le nuove regole. E ha annunciato che costruirà una fabbrica di chip da 12 miliardi di dollari in Arizona.

Ma sul futuro gravano le incognite della politica: dagli Usa nuovo giro di vite contro Huawei

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Ritorno alla crescita. Un impianto siderurgic­o ad Hangzhou
AFP Ritorno alla crescita. Un impianto siderurgic­o ad Hangzhou

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