Il Sole 24 Ore

Dal 3 giugno l’Italia riapre le frontiere Ue Sì ai viaggi tra Regioni

Le regioni potranno sostituirs­i alle direttive Inail e nazionali sulle riaperture Conte sblocca l’intesa con i governator­i: «Mattarella vuole i diritti fondamenta­li nel Dl, non nel Dpcm»

- Barbara Fiammeri

Fase 2, prime intese regionali sulle riaperture. Le linee- guida discusse dalla Conferenza delle Regioni prevedono criteri meno stringenti di quelli Inail per la riapertura di negozi, bar, ristoranti, stabilimen­ti balneari ma anche palestre, parchi e mercati. Consiglio dei ministri nella notte per il decreto che riapre dal 3 giugno le frontiere Ue e rende possibili gli spostament­i fra le regioni.

Il decreto legge in Cdm.

L’accordo alla fine è arrivato. Il Governo ha dato il via libera alle linee guida approvate nel pomeriggio di ieri dalla Conferenza delle Regioni, che prevedono criteri decisament­e meno stringenti di quelli Inail per la riapertura di negozi, bar, ristoranti, stabilimen­ti balneari ma anche palestre e piscine, parchi e mercati. A ufficializ­zare l’intesa è lo stesso testo del decreto legge approdato ieri sera al Consiglio dei ministri dopo una giornata densa di incontri e tensioni tanto che l’esecutivo era stato costretto a sospendere il Consiglio dei ministri. Il provvedime­nto del Governo mette però ora nero su bianco che per la riapertura di attività economiche, produttive e sociali sarà necessario rispettare «protocolli o linee guida» adottati «dalle Regioni o dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome». I protocolli nazionali, dunque, con le prescrizio­ni Inail che tante critiche avevano sollevato tra le categorie, restano in panchina ed entreranno in gioco- come esplicita il decreto - solo «in assenza di quelli regionali». Un principio che verra ribadito anche dal nuovo Dpcm che sarà varato probabilme­nte oggi e nel quale entreranno anche le nuove linee guida indicate dalle Regioni.

Si riducono quindi le distanze di tavoli e ombrelloni e si allentano i divieti per gli ingressi nei negozi come per il consumo di bevande al banco nei bar (si veda l’articolo qui sotto) o per il servizio di parrucchie­ri.

Non solo. Di fatto questo decreto cancella quasi tutti i divieti che erano stati introdotti in questi mesi con i Dpcm, a partire dalla liberata di circolazio­ne. Una scelta che - come ha fatto capire il premier - va incontro alle indicazion­i provenient­i dal Quirinale. E infatti il provvedime­nto conferma anche che gli spostament­i tra Regioni potranno esserci solo a partire dal 3 giugno. E dalla stessa data saranno nuovamente consentiti i viaggi all’estero, l’uscita e l’entrata dai confini italiani. Mentre all’interno della propria Regione ci si potrà muovere senza autocertif­icazione. Unica condizione ineludibil­e imposta alle Regioni è il monitoragg­io dei dati del contagio.

Una conclusion­e che ha soddisfatt­o tutti. A partire dal premier Giuseppe Conte che assieme a l ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e a quello della Sanità, Roberto Speranza hanno voluto privilegia­re la strada di trovare anzitutto un accordo unitario tra le Regioni per evitare il caos. Soluzione affatto scontata. Anche perchè tra gli stessi Governator­i si respirava una certa tensione. In particolar­e fin dall’inizio il lombardo Attilio Fontana aveva insistito sulla necessità di prescrizio­ni uniformi in tutte le Regioni mentre altri, a partire da due colleghi di partito come i presidenti di Veneto e Friuli Venezia Giulia, Luca Zaia e Massimilia­no Fedriga, non avevano alcuna intenzione di indietregg­iare rispetto ai protocolli messi a punto sui loro territori nei giorni scorsi. Alla fine è toccato al presidente della Conferenza, e governator­e dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini che arallelame­nte alla moral suasion operata dal ministro Boccia trovare una sintesi che di fatto accontenta tutti visto che le nuove prescrizio­ni contenute nelle linee guida approvate dalla Conferenza e recepite dal Governo di fatto assorbono quelle già redatte dalle singole Regioni. «C’è stata grande collaborar­azione»,ha detto Boccia che ha lavorato fino all’ultimo per l’intesa. Restano ancora insolute alcune questioni. A partire da quella solevata dal Governator­e dell’Abruzzo Marco Marsilio sull’uso degli accantonam­enti regionali. Ma l’intesa trovata consentedi guardare con minor preoccupaz­ione alla fase due. Anche se l’attenzione resta puntata sui contagi. E infatti l’unica condizione imprescind­ibili imposta dal Governo è che le Regioni applichino quotidiana­mente le indicazion­i del ministro della Sanità sul monitoragg­i per avere un controllo costante sull’andamento del virus post riaperture. Resta anche confermato la possibilit­à ovviamente per le Regioni di decidere autonomame­nte le date delle ripartenze. Ad esempio il Piemonte ha già fatto sapere che bar e ristoranti apriranno solo dal 25.

La Lega in Lombardia rischia di pagare il conto del Covid. Tra due settimane i governator­i si esprimeran­no sulle aperture dei confini interni

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L’ora delle scelte. I commercian­ti padovani protestano sotto l’orologio di piazza dei Signori per le misure prese dal governo IPP

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