Hotel e spiagge sono pronti: «Clienti italiani per ripartire»
Confindustria Alberghi: rivedere il meccanismo del bonus vacanza, che non porta liquidità nelle casse degli imprenditori. E con le nuove regole c’è chi pensa di non riaprire
Le richieste.
Una ripartenza che si preannuncia difficile, molto difficile ma dopo l’accordo tra Governo e regioni raggiunto nella notte di ieri si può guardare con un pizzico di ottimismo alla Fase 2 e alla stagione turistica 2020. Dal 3 giugno ci sarà la possibilità di spostarsi tra le regioni e riapriranno le prime frontiere con l’Unione Europea mentre sono state migliorate le regole sul distanziamento sociale in hotel, bar, ristoranti e stabilimenti balneari. Qui ogni ombrellone dovrà avere a dispozione 10 metri quadri di spazio, mentre tra i lettini collocati a riva ci dovrà essere una distanza di 1,5 metri.
Le nuove regole sono varate. Ora la sfida del turismo è conquistare i clienti perché senza un flusso sostanzioso di prenotazioni molte attività turistiche saranno di fronte a un bivio: rinunciare del tutto alla stagione estiva tenendo chiusi hotel e pensioni e sperando di resistere fino al prossimo anno, oppure imboccare la via di una apertura ma senza sapere se e quanti clienti arriveranno.
«La situazione oggi è molto, molto difficile e complessa. Immaginiamo che alla ripartenza le nostre strutture accoglieranno essenzialmente una clientela nazionale – spiega Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente di Confindustria Alberghi -. Il Decreto legge presentato dal Governo mercoledì non riconosce la crisi che sta vivendo il mondo alberghiero e le misure individuate non sono assolutamente sufficienti a sostenere le grandi difficoltà con le quali si scontrano gli operatori».
Pesa l’eseguità delle risorse messe in campo dal Governo: per risollevare un comparto chiave che genera 232 miliardi di giro d’affari sono stati stanziati soltanto 4 miliardi. Giovedì scorso il premier francese Edouard Philippe ha stanziato 18 miliardi a favore dell’industria dell’ospitalità d’Oltralpe per «far fronte alla peggiore prova della storia moderna. Il turismo - ha detto - è tra i fiori all’occhiello dell’economia francese e il suo salvataggio è dunque una priorità nazionale». Parole che tutti gli albergatori, ristoratori e imprenditori legati alla filiera del turismo avrebbero voluto sentir pronunciare anche dal ministro Franceschini, che purtroppo finora non è stato in grado di percepire le esigenze e le priorità degli operatori del settore che affronteranno la stagione più difficile dal dopoguerra. Inoltre Philippe ha dato un altro messaggio chiave: « I francesi potranno partire in vacanza in Francia nei mesi di luglio e agosto e possono procedere con le loro prenotazioni. Gli albergatori si sono impegnati a fare in modo che i villeggianti siano totalmente rimborsati nell’ipotesi in cui l’evoluzione dell’epidemia non rendesse possibile la partenza » . Difficile chiedere di più.
«Il turismo di prossimità non basterà a risollevare le sorti del comparto e, ironia della sorte, l’Unione europea sembra voler favorire altri mercati rispetto a quello italiano. Una scelta che certamente provocherà ulteriori danni - aggiunge Maria Carmela Colaiacovo -. Le aziende hanno immediato bisogno di indicazioni chiare ed omogenee per ripartire. Per poter riavviare l’attività siamo consapevoli dell’importanza di garantire sicurezza ai nostri lavoratori e agli ospiti. Ma nulla viene a sostegno degli imprenditori. I quali, anzi, saranno gravati dalle responsabilità e, se le norme restano così, nonostante le raccomandazioni dell’Inail e del Governo dovranno rispondere civilmente e penalmente nel caso di contagio di un dipendente sul luogo di lavoro. Un elemento quest’ultimo che è urgente rivedere e che mette a rischio gli imprenditori sui quali graverà tra l’altro l’onere della prova per dimostrare che il contagio non è avvenuto all’interno della struttura alberghiera».
Anche il bonus vacanza così com’è strutturato è da rivedere, perché «temo proprio che sarà inutile per come è costruito - incalza la vicepresidente di Confindustria Alberghi - l’80% del valore non viene versato nelle casse dell’hotel, ma è solo un ulteriore credito di imposta, quindi non porta liquidità agli alberghi. Le urgenze sono tante e se non verranno risolte metteranno nell’immediato a rischio l’intero settore alberghiero. Per il prossimo anno l’obiettivo principale sarà quello di far trovare i nostri alberghi vivi per riallacciare le fila della domanda internazionale che sappiamo vorrà tornare in Italia».
Le regioni da parte loro hanno cercato di tracciare le linee guida facendo da apripista. È quello che ha fatto, per esempio, l’Emilia- Romagna coinvolgendo le associazioni degli operatori, i sindacati e gli enti locali. Sono state così stilate le regole che da domani permetteranno la riapertura delle strutture. Un documento riguarda alberghi e residenze turistico- alberghiere, l’altro campeggi, villaggi turistici e marina resort, con tutte le indicazioni utili agli ospiti e al personale che lavora nel settore.
Anche le catene alberghiere e le singole grandi strutture si dotano di protocolli sanitari. Il Forte Village, prestigioso resort nei dintorni di Cagliari, si è dotato del protocollo «Covid sustainable protection» che prevede tampone molecolare e test sanitari sia per il personale che per gli ospiti.
Un assist all’incoming dall’estero arriva dalla compagnia aerea Lufthansa, che dall’inizio di giugno tornerà operativa riaprendo alcune rotte da Francoforte, Dusseldorf e Stoccarda verso Roma, Napoli, Catania e Olbia. Un segnale positivo, per dare la sensazione che i tedeschi hanno voglia di tornare a viaggiare. Infatti Lufthansa ha anche pianificato i voli verso le destinazioni più gettonate dai tedeschi: Maiorca, Faro, Creta e Nizza, oltre ad altre rotte intercontinentali.
Lufthansa da giugno tornerà operativa riaprendo alcune rotte verso Roma, Napoli, Catania e Olbia