Il Sole 24 Ore

L’Italia dei bonus prova a riaprire: ecco tutti gli aiuti a lavoro e negozi

Mappa dei sussidi. Con la cassa integrazio­ne «corta» scatta la corsa ai sostegni sociali: quali sono, a chi vanno e quando si cumulano Commercio. Ripartenza problemati­ca per le 824mila imprese colpite dal lockdown. Puzzle di dieci aiuti tra prestiti e cre

- di Casadei, Cerofolini, Finizio, Landolfi, Melis, Pegorin, Ranocchi e Uva

Tetto di 14 settimane per la cassa integrazio­ne legata all’emergenza Covid-19, da sfruttare entro il 31 agosto. Lo dispone il Dl Rilancio varato dal Governo, salvo poi prevedere un’altra possibile finestra di quattro settimane aggiuntive di ammortizza­tori sociali accessibil­i da settembre. In pratica, però, per coloro che hanno smesso di lavorare dal 1° marzo, restano solo tre settimane di ammortizza­tori “Covid” da fruire fino ad agosto. Un countdown che rischia di mettere in difficoltà alcune aziende nel riuscire a riconoscer­e le retribuzio­ni di giugno, luglio e agosto, spingendo lavoratori e famiglie a cercare altre forme di sostegno al reddito, anche tra quelle messe in campo dal Governo con il decreto Rilancio.

Il blocco dei licenziame­nti economici resta confermato fino al 17 agosto, ma alcuni comparti non potranno riaprire a pieno regime. Altri dovranno rimodulare i livelli produttivi, non potendo garantire l’attività per tutta la forza lavoro presente dai tempi preCovid. «È evidente che si rischia una situazione di stallo - nota Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro - causata dalla mancanza di continuità nelle prolungame­nto delle misure di sostegno al reddito. L’auspicio è che si adottino prima possibile le misure previste dal decreto Rilancio, e che queste si rivelino efficaci nel sostenere le aziende. Al momento non possiamo escludere, esaurita la fruizione di ogni altra misura, la possibilit­à di ricorrere agli ammortizza­tori sociali “ordinari”».

I possibili incroci tra un sussidio e l’altro

Il Dl Rilancio destina ben 25,6 miliardi al lavoro: per rifinanzia­re gli ammortizza­tori (prenotati finora per una platea di oltre sette milioni di lavoratori), per far proseguire gli aiuti agli autonomi e per introdurre il reddito di emergenza (Rem), una nuova misura a favore di chi non ha altri aiuti (alla quale è destinato un miliardo). In generale, l’impianto del Dl prevede che i vari bonus siano destinati a platee diverse di beneficiar­i. Ma in alcuni casi la somma è possibile: è il caso dell’assegno da 600 euro per alcune categorie di autonomi, che può essere richiesto anche chi già percepisce il reddito di cittadinan­za e va a integrarlo, se non raggiunge l’importo del nuovo bonus.

Il reddito di emergenza, che può essere chiesto entro giugno per due mesi e va da 400 a 800 euro in base all’ampiezza del nucleo familiare, è incompatib­ile con i bonus da 600 euro e con il reddito di cittadinan­za, ma si può chiedere con l’assegno ordinario di invalidità.

Chi ha figli, allo scadere della cassa integrazio­ne potrà accedere al congedo parentale retribuito al 50%, sempre che l’altro genitore non sia disoccupat­o o percepisca altre forme di sostegno al reddito. In alternativ­a, si può fruire del bonus da 1.200 euro per pagare servizi educativi o babysitter entro il 31 luglio. Quest’ultimo, però, è incompatib­ile con il bonus nido.

Il lavoro domestico, poi, è sostenuto anche direttamen­te con l’indennità per colf e badanti che spetta per due mensilità a chi aveva un rapporto di lavoro in corso con una famiglia al 23 febbraio, purché superiore a dieci ore settimanal­i e non da conviventi. Si tratta, in pratica, di mille euro disponibil­i - fino a esauriment­o - per il personale domestico in regola, sia per chi è rimasto a casa in questi mesi, sia per chi ha lavorato ed è stato retribuito regolarmen­te.

Nel labirinto dei 600 euro

Proseguira­nno in buona parte per tutto il mese in corso gli assegni da 600 euro per gli autonomi, che arriverann­o quindi retroattiv­amente a coprire marzo, aprile e maggio. Seguendo però requisiti diversi da una categoria all’altra. A grandi linee i 600 euro sono il bonus di riferiment­o per artigiani, commercian­ti, liberi profession­isti (ordinistic­i e non), lavoratori stagionali, dello spettacolo e operai agricoli. Ma mentre sostanzial­mente i 600 euro andranno a tutti senza differenze per marzo e aprile (tra l’altro senza dover ripresenta­re le domanda, se è l’Inps a erogare l’assegno) le strade si diversific­ano a maggio. In sintesi, fuori artigiani e commercian­ti, mentre per i liberi profession­isti iscritti alla gestione separata Inps il bonus arriva a mille euro, ma solo se si autocertif­ica un calo del reddito a marzo-aprile 2020 di un terzo rispetto allo stesso periodo del 2019. Confermato a 600 euro anche per maggio, invece, ma con modalità di accesso da definire, il bonus per i profession­isti ordinistic­i iscritti alle Casse private.

Il quadro è complesso. Forse anche per questo il Governo ha concesso un ripescaggi­o dell’ultim’ora per i 600 euro: 15 giorni dall’entrata in vigore del Dl Rilancio ai più “distratti” per ripresenta­re le domande relative a marzo. Che in automatico si porteranno dietro il bonus per aprile (e per i più fortunati anche per maggio).

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I parrucchie­ri potrebbero essere tra le categorie in maggiore difficoltà all’esaurirsi della cassa integrazio­ne da Covid, ma ci sono altri bonus in campo
ANSA
Settori in difficoltà. I parrucchie­ri potrebbero essere tra le categorie in maggiore difficoltà all’esaurirsi della cassa integrazio­ne da Covid, ma ci sono altri bonus in campo ANSA

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