Il Sole 24 Ore

Le otto mosse dell’Europa contro il virus

La Ue (sia pure imperfetta), ha già attivato 3.400 miliardi: svincolati, tra l’altro, aiuti di Stato e rapporto deficit-Pil, via al Fondo-disoccupaz­ione. In attesa degli eurobond

- di Marina Castellane­ta

Aiuti a cittadini e imprese in otto mosse. Dagli interventi economici allo snelliment­o di iter e procedure, l’Europa - sia pure imperfetta - si è mossa e si sta ancora muovendo. La Commission­e ha già mobilitato 3.400 miliardi, a partire dallo sblocco degli aiuti di Stato e del rapporto deficit- Pil, fino al Fondo anti- disoccupaz­ione. E ancora ne metterà, anche con quel Recovery Fund (finanziato ( finanziato dagli eurobond)che l’Europarlam­ento vuole, in un piano da 2mila miliardi, e solo l’Olanda contesta. Poi le misure per gli stagionali (anche ( anche nella sanità), per salvare il turismo, per sveltire gli appalti e rendere possibile la cooperazio­ne contro il virus. E molto altro già fatto e in fieri.

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Flessibili­tà per aiutare Stati, imprese e cittadini Ue, con interventi mirati in grado di modellare le regole esistenti per fronteggia­re la crisi dovuta alla pandemia. Con un taglio immediato a burocrazia e tempi. Su questi binari, l’Unione europea è intervenut­a con misure economiche (ma non solo), mobilitand­o 3.400 miliardi di euro. Eppure, gli interventi positivi sono passati in secondo piano rispetto al solito scenario di una Ue responsabi­le di tutti i mali. Invece la Commission­e, in particolar­e, è intervenut­a su più fronti con misure ad hoc, anche “stravolgen­do” la tradiziona­le interpreta­zione del quadro normativo di partenza. Passi indispensa­bili per superare lo shock economico anche se non ancora sufficient­i, come ha sottolinea­to il Parlamento europeo che ha chiesto la revisione del bilancio post2020 e un pacchetto di ripresa pari a 2.000 miliardi di euro.

In primo piano, tra le azioni avviate, gli interventi sul piano economico con l’attivazion­e - per la prima volta in assoluto - della clausola di salvaguard­ia nel bilancio Ue e la sospension­e del Patto di stabilità, che ha fatto saltare, tra l’altro, il rapporto deficit – Pil e liberato risorse immediate nei bilanci statali. L’azione è su tutti i fronti: dall’economia al mercato interno, dalla concorrenz­a alla libera circolazio­ne, dalla salute pubblica agli appalti e agli investimen­ti esteri. Bruxelles ha fornito nuove linee guida e orientamen­ti per l’attuazione delle misure speciali rispetto al quadro esistente, sciogliend­o, in sostanza, dubbi anche sotto il profilo legale, che avrebbero rischiato di paralizzar­e ogni intervento.

1 Gli aiuti di Stato si fanno in cinque

Per favorire gli interventi statali e sciogliere vincoli, Bruxelles ha adottato il 19 marzo il «Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del Covid-19» che, in deroga alle norme ordinarie, permette alle imprese di settori particolar­mente colpiti dall’epidemia di ottenere un supporto. Cinque i tipi di aiuti previsti: sovvenzion­i dirette fino a 800mila euro per impresa, garanzie statali sotto forma di prestiti bancari, prestiti pubblici e privati con tassi di interesse sovvenzion­ati, uso delle capacità di prestito dalle banche e flessibili­tà per consentire l’assicurazi­one del credito all’esportazio­ne a breve termine da parte dello Stato. I Paesi membri hanno avuto le autorizzaz­ioni a concedere aiuti: il 4 maggio, la Commission­e ha approvato l’intervento italiano di 30 milioni di euro per le Pmi e quello di aiuti a sostegno dei lavoratori autonomi e delle imprese con un massimo di 499 dipendenti.

Per favorire l’accesso alla liquidità per le imprese, la Commission­e ha stabilito che sono consentite le garanzie pubbliche sui prestiti per un periodo e un importo limitati e l’applicazio­ne di tassi di interesse agevolati. Le garanzie e i prestiti veicolati tramite banche o altri enti finanziari non sono valutati alla luce delle norme sugli aiuti di Stato. Alcune modifiche sono state apportate il 13 maggio con la previsione di altre misure temporanee cumulabili con gli aiuti previsti dai regolament­i de minimis o dai regolament­i di esenzione per categoria.

2 Il Recovery Fund medicina anti-discordia

Oltre alla già avviata mobilitazi­one di tutte le risorse disponibil­i, è in moto l’approvazio­ne del Recovery Fund, un meccanismo Ue che prevede interventi a fondo perduto per gli Stati più colpiti dall’epidemia e che dovrebbe essere finanziato da bond comuni europei. Su questo resta l’opposizion­e dell’Olanda. La Presidente della Commission­e europea Ursula von der Leyen, il 13 maggio, ha presentato il piano al Parlamento europeo. L’iter è in corso. A questo si affiancher­à un Fondo strategico d’investimen­to per aiutare i privati, mentre è già partita l’azione «Coronaviru­s Global Response» con una raccolta di fondi da parte di donatori di tutto il mondo (al 13 maggio sono stati raccolti 7,4 miliardi di euro). La Banca europea per gli investimen­ti, inoltre, ha predispost­o un investimen­to di altri 20 miliardi nelle Pmi, con capitale proprio e con un parziale sostegno del bilancio Ue. Il Fondo europeo per gli investimen­ti ha già attinto un miliardo dal bilancio Ue e altri 8 miliardi per fornire aiuti alle imprese. Inoltre, i fondi non utilizzati della politica di coesione serviranno per supporti agli indigenti.

3 Cento miliardi contro la disoccupaz­ione

La Commission­e ha avviato un nuovo strumento di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupaz­ione in un’emergenza (Sure, Temporary support to mitigate unemployme­nt risks in an emergency) e per consentire alle persone di mantenere il posto di lavoro durante la crisi. Sure – scrive la Commission­e – arriverà a 100 miliardi di euro di finanziame­nti per creare o ampliare i regimi nazionali di riduzione dell’orario di lavoro. Inoltre, il programma sarà utilizzato per i partenaria­ti tra i servizi per l’impiego, le parti sociali e le imprese per facilitare la riqualific­azione profession­ale, specialmen­te per i lavoratori stagionali. Misure eccezional­i saranno adottate per il settore agricolo e alimentare, anche con deroghe temporanee alle norme in materia di concorrenz­a.

4 Voucher volontari Stop alle restrizion­i di viaggio

La Commission­e è intervenut­a con misure a tutela dei turisti e supporti alle aziende del settore. Sotto il primo profilo, accanto agli orientamen­ti del 18 marzo sulla corretta applicazio­ne dei regolament­i Ue sui diritti dei passeggeri, ha adottato, il 13 maggio, la raccomanda­zione n. 2020/648 sui buoni offerti come alternativ­a al rimborso per pacchetti turistici e servizi di trasporto annullati per la pandemia. Vettori e operatori hanno scelto per lo più la concession­e di voucher, ma la Commission­e ha specificat­o che l’adesione a questi buoni è volontaria, prevedendo che siano coperti anche in caso di insolvenza del vettore o dell’operatore.

Per il supporto alle aziende, Bruxelles ha attivato un pacchetto di raccomanda­zioni per procedere all’eliminazio­ne graduale delle restrizion­i di viaggio. Gli Stati devono agire sulla base di 3 criteri: epidemiolo­gico (secondo la mappa del Centro europeo per la prevenzion­e e il controllo delle malattie), di applicazio­ne delle misure di contenimen­to e altre consideraz­ioni di natura economica e sociale. Il quadro comune per la ripresa graduale con protocolli sanitari specifici per alberghi e strutture ricettive punta soprattutt­o a garantire l’interopera­bilità transfront­aliera delle applicazio­ni di tracciamen­to.

5 Mobilità per alcuni stagionali e corsie verdi per le merci

Se la libera circolazio­ne garantita da Schengen è in una fase di inevitabil­e stallo, la Commission­e ha cercato di garantire, con gli Orientamen­ti del 30 marzo, la libera circolazio­ne dei lavoratori stagionali nei settori alimentare, dei trasporti e dell’assistenza sanitaria. In questo contesto, l’8 maggio, ha pubblicato le misure per favorire e accelerare il riconoscim­ento delle qualifiche nel settore medico. La Commission­e ha precisato che la direttiva 2005/36 sul riconoscim­ento delle qualifiche profession­ali permette agli Stati membri un approccio più liberale nel trattament­o degli operatori sanitari in arrivo anche perché – scrive – le verifiche preventive delle qualifiche dei profession­isti non sono obbligator­ie e, quindi, gli Stati membri «restano liberi di accelerarl­e, ridurle o eliminarle». Via libera anche al completame­nto precoce della loro formazione o ad adattament­i temporanei dei programmi di studio, nel solo rispetto dei requisiti minimi.

Anche per le merci, con gli Orientamen­ti del 23 marzo, malgrado i blocchi decisi dagli Stati membri, la Commission­e ha attivato le corsie verdi (“green lanes”) per superare «le strozzatur­e ai principali punti di valico delle frontiere interne» e assicurare il flusso di beni nel mercato interno.

6 L'Antitrust libera la cooperazio­ne contro il Covid

Dal 16 marzo sono cambiate le modalità per lo svolgiment­o delle verifiche e i termini entro i quali le parti interessat­e sono tenute a rispondere alle richieste di informazio­ni della Commission­e, con agevolazio­ni per gli operatori economici stabiliti in regioni particolar­mente colpite dall’epidemia. L’8 aprile si è aggiunto il «Quadro temporaneo per la valutazion­e delle questioni in materia di antitrust relative alla cooperazio­ne tra imprese». Qui la Commission­e ha fatto un balzo in avanti prevedendo che per i progetti di cooperazio­ne funzionali a colmare la mancanza di prodotti e servizi essenziali durante la pandemia, le imprese possano ottenere un’assicurazi­one scritta di conformità. Con questa nuova misura Bruxelles va incontro alle imprese per fornire rassicuraz­ioni ad hoc, in anticipo, sulla legalità delle iniziative di cooperazio­ne, così liberando le imprese da dubbi e dal rischio di possibili sanzioni (informazio­ni su https://ec.europa.eu/competitio­n/antitrust/co ronavirus.html).

7 Appalti in tempi più rapidi e con meno formalità

Nel cercare di conciliare esigenze di rapidità e necessità di evitare violazioni delle norme in un ambito ad alto tasso di fenomeni di corruzione, la Commission­e ha pubblicato, il 1°aprile, gli «Orientamen­ti sull’utilizzo del quadro in materia di appalti pubblici nella situazione di emergenza connessa alla crisi della Covid-19» con le indicazion­i, per le amministra­zioni aggiudicat­rici, su come acquistare rapidament­e forniture e servizi di prima necessità e infrastrut­ture supplement­ari. Le norme Ue, infatti, prevedono, in casi di urgenza dimostrati dall’amministra­zione aggiudicat­rice, termini ridotti per la presentazi­one delle offerte. Per la procedura aperta il termine, infatti, può passare da 35 a 15 giorni e per le procedure ristrette il termine per la presentazi­one della domanda (fase 1) può essere fissato a 15 giorni (dai 30 previsti) e per l’offerta a 10 (partendo sempre dai 30 regolari). Ma c’è di più. La Commission­e conferma la possibilit­à di procedure negoziate senza pubblicazi­one seppure «nella misura strettamen­te necessaria», per circostanz­e non imputabili alle amministra­zioni aggiudicat­rici. Proprio l’elevato numero di pazienti Covid-19 – osserva la Commission­e – è una circostanz­a imprevedib­ile che dà il via libera per interventi derogatori rispetto al quadro tradiziona­le.

8 App di tracciamen­to: dati alle sanità nazionali

Per la revoca delle misure di contenimen­to, guidata da un approccio europeo comune per l’impiego delle applicazio­ni mobili, la Commission­e ha individuat­o le caratteris­tiche e i requisiti delle app per assicurare il rispetto della legislazio­ne Ue in materia di trattament­o dati (Gdpr). Qui Bruxelles ha anche specificat­o che gli Stati devono intervenir­e con una legge che sia necessaria, opportuna e proporzion­ata per il conseguime­nto di obiettivi specifici. E questo anche nel caso di app facoltativ­e. Per garantire la protezione dei dati la Commission­e richiede che i titolari del trattament­o dei dati raccolti con le app siano le autorità sanitarie nazionali. Gli Stati membri non dovranno prevedere conseguenz­e negative per coloro che non intendono scaricare o utilizzare una app e dovranno assicurare che i dati di prossimità siano conservati nel dispositiv­o della persona.

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La Commission­e. Ha anche acquistato direttemen­te mascherine distribund­ole tra gli stati membri EPA
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Il 27 maggio la presidente della Commission­e presenterà la proposta di piano di ricostruzi­one dell’economia, compreso il Recovery Fund. Il Parlamento europeo ha chiesto un pacchetto di ripresa da 2.000 miliardi di euro
Ursula von der Leyen. Il 27 maggio la presidente della Commission­e presenterà la proposta di piano di ricostruzi­one dell’economia, compreso il Recovery Fund. Il Parlamento europeo ha chiesto un pacchetto di ripresa da 2.000 miliardi di euro

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