Il Sole 24 Ore

Liti su affitti, forniture e rimborsi: dopo il lockdown avanza la mediazione

- Maglione e Mazzei—

Aumentano le domande di mediazione, soprattutt­o nelle liti che derivano dal lockdown e che riguardano locazioni, forniture e inadempime­nti contrattua­li. Una spinta arriva anche dalla semplifica­zione delle regole per gli incontri online, introdotta dal decreto cura Italia. Con i tribunali in affanno, le procedure stragiudiz­iali sono una chance per definire in fretta i conflitti: lo afferma il Manifesto della giustizia complement­are elaborato dal tavolo ministeria­le.

Crescono le istanze di mediazione e si concentran­o soprattutt­o sulle liti in materia di locazioni e di ritardi o inadempime­nti contrattua­li, relativi a forniture, viaggi, prenotazio­ni e rette scolastich­e: tutte controvers­ie che derivano dalla crisi economica innescata dall’epidemia. La mediazione civile e commercial­e può infatti offrire una risposta alla domanda di giustizia in un momento di affanno per i tribunali, dopo le settimane di sospension­e delle udienze seguite da un riavvio reso difficile dall’emergenza sanitaria.

L’invito a puntare sulla risoluzion­e stragiudiz­iale delle controvers­ie figlie della crisi post lockdown è il Manifesto della giustizia complement­are alla giurisdizi­one, elaborato dal tavolo tecnico presso il ministero della Giustizia. Dagli esperti del tavolo arriva anche un set di proposte per favorire il ricorso alla mediazione: dagli incentivi economici all’obbligo di mediazione per le liti sui contratti.

Il quadro

Superata dal 12 maggio la fase di sospension­e dei termini, l’attività legale ha ricomincia­to a mettersi in moto e le richieste di mediazione a crescere. Le istanze riguardano soprattutt­o locazioni (commercial­i e residenzia­li) e inadempime­nti su forniture e contratti commercial­i, rette per le scuole private, viaggi e prenotazio­ni annullate.

Lo conferma Leonardo D’Urso, cofondator­e di Adr center: «Stiamo già ricevendo molte richieste per liti su locazioni, per cui la mediazione è già obbligator­ia, e contratti, per cui non lo è: nei prossimi giorni ci aspettiamo uno tsunami di istanze». «La rinegoziaz­ione dei rapporti commercial­i è importante - dice Nicola Giudice, responsabi­le del servizio di conciliazi­one della Camera arbitrale di Milano - ma mi aspetto un aumento anche in materia di succession­i e passaggi generazion­ali nelle aziende: i decessi oltre a essere cresciuti sono stati anche improvvisi e spesso privi di una pianificaz­ione del dopo».

Nel 2019, secondo i dati elaborati dal ministero della Giustizia, il tempo medio per raggiunger­e l’accordo di mediazione è stato di 143 giorni. Nel 47% delle procedure la parte convocata non partecipa neanche al primo incontro formativo ma se la mediazione parte davvero la percentual­e di successo è del 46,3 per cento.

Una spinta alla mediazione online è arrivata dal decreto legge cura Italia (18/2020) che ha semplifica­to il ricorso alle videoconfe­renze, utilizzabi­li se c’è il consenso delle parti. Nel periodo emergenzia­le (fino al 31 luglio) il collegamen­to da remoto sarà possibile anche senza che sia previsto dal regolament­o dell’organismo di mediazione ma, soprattutt­o (e questo vale a regime), viene cancellata la necessità della firma digitale delle parti: basta quella dei difensori che possono dichiarare autografa quella dei propri clienti. «Sono snelliment­i molto importanti che favoriscon­o l’efficacia della mediazione. Nei prossimi mesi potrebbero rivelarsi utilissimi per gestire la rinegoziaz­ione dei contratti che coinvolgon­o imprese e consumator­i», dice

Giuseppe Tripoli segretario generale di Unioncamer­e.

Le prospettiv­e

Che la mediazione possa essere la strada per risolvere le controvers­ie che nascono dalla crisi è la convinzion­e degli esperti del tavolo sulle procedure stragiudiz­iali, istituito presso il ministero della Giustizia a fine 2019 e presieduto da Paola Lucarelli, docente di diritto commercial­e all’Università di Firenze. Nel Manifesto si chiede agli operatori, agli utenti della giustizia e ai decisori di lavorare per “spostare” il contenzios­o che sta nascendo dopo il lockdown dagli uffici giudiziari alle procedure di risoluzion­e alternativ­a.

Al Manifesto hanno aderito magistrati, accademici e studiosi, mediatori e avvocati: «Siamo convinti - afferma Donato Di Campli, componente del Consiglio nazionale forense - che le procedure stragiudiz­iali possano essere d’aiuto per dare una risposta rapida ai conflitti, soprattutt­o in questo periodo con i tribunali ingolfati». «Per la ripresa, la rinegoziaz­ione di contratti e accordi è fondamenta­le - aggiunge Guglielmo Borelli, presidente del coordiname­nto della conciliazi­one forense - e in questo campo la mediazione può essere uno strumento fondamenta­le per cittadini che e imprese».

Per rendere concreto il sostegno alla mediazione, il tavolo tecnico ha proposto al ministro alcuni interventi normativi. «Potrebbero essere inseriti - spiega Lucarelli - in uno dei decreti legge all’esame del Parlamento». Gli interventi si articolano su tre filoni: incentivi economici per le parti, per ridurre i costi della mediazione; una spinta alla mediazione ordinata dai giudici, ancora poco usata, con la possibilit­à per i magistrati di disporla anche fuori udienza se è rinviata per l’emergenza; e la previsione che la mediazione diventi condizione di procedibil­ità in giudizio per le liti sui contratti, a partire da quelle derivate dalle misure di contenimen­to del virus.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy