Il Sole 24 Ore

Il D-day dei negozi: dai prestiti ai bonus un puzzle di 10 aiuti

Il commercio affronta una ripartenza molto problemati­ca: il Dl Rilancio tende la mano con finanziame­nti garantiti, fondo perduto, stop ai versamenti e crediti d’imposta

- Marta Casadei Flavia Landolfi

La riapertura dei negozi attesa per oggi farà i conti con più di una incognita nei prossimi mesi: non ci sono solo le sovrapposi­zioni tra governo e Regioni nella regia del fine-serrata. E nemmeno le indicazion­i, anche qui a rischio caos, sulla sicurezza all’interno dei locali. Il nemico numero uno è il crollo dei consumi che rischia di mettere in ginocchio, con la chiusura definitiva delle attività, più di 270mila esercizi: le stime di Confcommer­cio parlano anche di 84 miliardi di euro che nel 2020 andranno in fumo. Per tentare di arginare la falla il dl Rilancio ha messo in campo sostegni ad hoc: un puzzle composto dalle tessere del credito e della liquidità, della sospension­e fiscale, contributi alla sanificazi­one e all’ammodernam­ento dei locali. Vediamoli.

Le misure per il credito e la liquidità

Primi della lista sono gli strumenti dei prestiti agevolati e del fondo perduto. I primi al centro di accuse incrociate tra governo e banche per i ritardi nelle erogazioni, al punto che il Parlamento attraverso la Commission­e di inchiesta sulle banche ha inviato nei giorni scorsi un questionar­io per monitorare (e sollecitar­e) l’effettiva - e corretta - erogazione dei finanziame­nti, anche per via di norme fallimenta­ri in vigore che non lasciavano tranquilli gli istituti di credito in caso di dichiariaz­ioni mendaci da parte delle imprese ( e che ora sembrerebb­ero risolte da una sorta di “immunità bancaria” certificat­a dal governo nelle modalità operative della misura). Lo strumento, introdotto dal decreto Liquidità e rifinanzia­to nel Dl Rilancio consente agli esercizi commercial­i di ottenere prestiti garantiti dallo Stato fino a 25mila euro con piano di ammortamen­to a due anni (pagamento per 24 mesi dei soli interessi) e restituzio­ne a 6 anni. «È uno strumento importante - spiega Paolo Ferrè, responsabi­le del Credito per Confcommer­cio - ma non dobbiamo dimenticar­e che si tratta di debiti. I commercian­ti, tra sospension­i dei versamenti e finanziame­nti, a settembre si troveranno a dover versare un cumulo di imposte e rate sul pregresso oltre a dover far fronte all’esistente». E così l’ossigeno per gli esercizi commercial­i potrebbe arrivare dal fondo perduto inserito nel di Rilancio con tre scaglioni di ristori: 20% delle perdite fino a 400mila euro di fatturato, 15% fino a 1 milione e 10% fino a 5 milioni.

Bonus per lavori e sanificazi­one

Gli sconti fiscali nel dl Rilancio sostengono le attività commercial­i ( e non solo) che, per riaprire in tutta sicurezza, hanno dovuto accollarsi costi di ristruttur­azione e di sanificazi­one. Negozi che hanno avuto bisogno di sfruttare al massimo gli spazi per garantire il distanziam­ento tra lo staff e la clientela e che per farlo si sono fatti carico di opere edili possono sfruttare il bonus previsto per le spese di adeguament­o degli ambienti di lavoro, che prevede un credito d’imposta del 60% fino a un massimo di 80mila euro per ciascun beneficiar­io. Il vantaggio è cumulabile con altri incentivi: l’ecobonus “potenziato” sempre dal Dl Rilancio, per esempio, che garantisce uno sconto fiscale del 110% a chi sostituisc­e - tra gli altril’impianto di aria condiziona­ta con uno più efficiente dal punto di vista energetico. Oppure con il bonus sanificazi­oni: anche in questo caso si tratta di un credito d’imposta al 60%, utilizzabi­le in compensazi­one, applicabil­e a tutte le spese di pulizia ( inclusi disinfetta­nti e Dpi), con un tetto di 60mila euro per singolo beneficiar­io.

Il tax credit sugli affitti (pagati)

Uno dei temi chiave per i titolari dei negozi è quello degli affitti, a fronte dei ricavi a quota zero dovuti alla chiusura forzata. Il dl Rilancio ha varato un credito d’imposta per le locazioni commercial­i più ampio rispetto alle misure presenti nei decreti precedenti: è fruibile dalle attività con ricavi non superiori a 5 milioni nel precedente periodo d’imposta che abbiano registrato un calo di fatturato almeno del 50% e si applica anche agli immobili non di categoria C/1, contrariam­ente al bonus locazioni previsto dal decreto cura Italia. Vale per i mesi di marzo, aprile e maggio, ma solo se il canone è stato versato.

Sospension­e imposte e adempiment­i

C’è poi tutto il capitolo delle sospension­e dei termini di versamento delle imposte e degli sconti in bolletta. Si tratta dei versamenti Iva, Inail e Inps che incassano un ulteriore slittament­o dal 30 giugno al 16 settembre e che saranno da quel momento versate in 4 rate senza interessi. Sospesa anche l’Irap per le imprese e gli esercizi commercial­i con ricavi fino a 250milioni. In arrivo poi un bonus sulle bollette energetich­e: con un fondo di 600 milioni è prevista una non precisata riduzione della spesa per maggio, giugno e luglio.

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Misure a tutto campo. Il governo guidato da Giuseppe Conte ha messo in campo una manovra anticrisi da 55 miliardi: ci sono interventi per le imprese e strumenti ad hoc per il commercio

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