Agevolazioni a rilascio lento: va sciolto il nodo delle coperture
Imolti esercenti che finalmente da oggi riprendono il lavoro devono mettere in conto che, sul piano pratico, l’effetto concreto degli interventi varati dal Governo, volti a “rilanciare” le attività commerciali non sarà immediato, ma a rilascio lento. E per svariate ragioni.
Gli incentivi suppongono il varo di specifici provvedimenti attuativi senza i quali mancano gli strumenti operativi necessari
I provvedimenti attuativi
L’applicazione delle misure previste dai diversi provvedimenti in periodo di emergenza Covid-19, infatti, in molti casi presuppone il varo di specifici provvedimenti attuativi senza i quali mancano gli strumenti operativi necessari. Questo vale, solo per fare degli esempi, per il bonus relativo alle spese di sanificazione che interesserà sicuramente la totalità delle attività commerciali, per il contributo a fondo perduto previsto per le piccole imprese, per le misure di agevolazione per gli interventi di adeguamento degli ambienti di lavoro, per il credito d’imposta relativo alle locazioni di immobili commerciali.
I provvedimenti dovranno fissare ambito, modalità e tempi di accesso alle diverse agevolazioni e l’esperienza insegna che anche in periodi meno caotici di quello attuale, non sempre il varo del decreto attuativo rispetta i termini fissati Occorreranno poi i contributi di prassi interpretativa per comprendere l’orientamento delle Entrate nell’applicazione dei bonus.
Le coperture finanziarie
Inoltre, aspetto tutt’altro che secondario, occorrerà verificare se ci saranno le coperture finanziarie necessarie per soddisfare tutte le richieste. Il bonus sanificazione, ad esempio, oggi ha una dotazione di 200 milioni di euro che sembra insufficiente rispetto alle potenziali esigenze dei fruitori. Il contributo sulle spese di sanificazione, infatti, è accessibile sostanzialmente da tutte le partite Iva e dagli non commerciali, è stato potenziato nelle misure dal decreto Rilancio ed ha un ambito oggettivo di fruibilità estremamente ampio.
I crediti d’imposta
La gran parte delle misure agevolative per le partite Iva rende fruibile un bonus fiscale sotto forma di credito d’imposta (o detrazioni fiscali convertibili in crediti d’imposta). La monetizzazione del credito presuppone ordinariamente che il credito sia “liquidabile” nel modello F24. In pratica, quindi, che la dotazione di credito ottenuta incroci un “debito” almeno di pari importo e come tale compensabile. Diversamente il credito fiscale resta parcheggiato in attesa di essere speso. Inoltre, aspetto tutt’altro che secondario, si tratta di vedere anche, in relazione a ciascuna tipologia di credito, quando lo stesso è utilizzabile in compensazione. Alcuni crediti, infatti, sono fruibili solo con la prossima dichiarazione dei redditi.
Certamente di estremo interesse, in questo contesto, è la possibilità da parte dei soggetti beneficiari di cedere il credito d’imposta a terzi, compresi gli istituti bancari e finanziari. Questo potrà consentire di rendere immediatamente liquido il credito fiscale al netto, ovviamente, dello sconto trattenuto dall’acquirente. Il Dl Rilancio individua nel dettaglio a quali crediti questa possibilità si applica, demandando comunque all’ennesimo provvedimento attuativo l’individuazione delle modalità applicative.
Scadenze fiscali imminenti
Il contraltare alle agevolazioni a lento rilascio sono le imposte da corrispondere a breve. A eccezione della rata Irap di giugno, e al netto delle scadenze posticipate per versamenti e imposte che hanno riguardato solo alcuni ambiti specifici (Iva e ritenute su lavoro dipendenti e assimilati), il calendario fiscale originale è stato sostanzialmente confermato. A questo si aggiunge, salvo rare eccezioni (ad esempio, il settore turistico), la prima rata dell’Imu 2020 che, quest’anno potrebbe impattare pesantemente sui conti economici degli operatori.