Bonometti: «Il prestito Fca necessario per noi fornitori»
«Le polemiche? Senza senso Con Fiat è in gioco tutta l’industria italiana»
«Imiei stabilimenti sono operativi, stiamo rifornendo clienti come Ferrari, Bugatti, Aston Martin, Bmw, Volkswagen- Audi, ma fatturiamo ancora poco rispetto ai livelli abituali. È una ripresa graduale e lenta. Fca sta ripartendo adesso, e proprio per questo sono meravigliato del dibattito legato al finanziamento ottenuto dal gruppo. Forse non ci si è veramente resi conto delle difficoltà che sta vivendo il settore: quel denaro è necessario per le filiere, per fornitori come la stessa Omr, per proseguire nei progetti di investimento e per tutta l’industria italiana » . Marco Bonometti sta guidando la Omr di Rezzato, produttore di componentistica auto, fuori dalle secche del Covid. Ma non è un’operazione facile, considerando le difficoltà che affliggevano il comparto già prima della pandemia.
Presidente, lei cosa pensa della scelta di Fca?
Penso che abbia fatto benissimo ad accedere a questo canale di finanziamento. Attenzione, si tratta di prestiti, non di denaro a fondo perduto. La scelta di Fca servirà ad aiutare tutta la filiera dell’auto italiana: in questo momento ne abbiamo bisogno, sono risorse per noi fornitori. Le polemiche sono pretestuose: le filiere sono un asset strategico per l’Italia.
Fca è in difficoltà nell’onorare i pagamenti ai fornitori?
No. Il problema è a valle. Fatturando tutti poco, rischiamo di avere problemi di liquidità, anche perchè non è per niente facile accedere ai prestiti garantiti da Sace, le istruttorie possono durare mesi e serve invece un’azione immediata. Nel mese di aprile il crollo del mercato è stato del 90 per cento, dobbiamo tutti pagare forniture e utenze, e Fca può supportare la filiera in questo modo. Un a piccola- media- impresa potrà, per esempio, chiedere ora un anticipo delle forniture, di fatto facendosi finanziare. Fca è nelle condizioni di farlo.
Qual è lo stato di salute del settore?
Non ci si sta rendendo conto delle difficoltà che stiamo attraversando. Per questo non capisco le polemiche: se mettiamo in discussione il ruolo di Fca per la filiera dell’auto in Italia, mettiamo in discussione tutta l’industria italiana. Non possiamo andare avanti per inerzia, è un settore ad alta intensità di capitale. Omr per esempio ha avviato in Usa un piano di investimento da 40 milioni di euro, e le istituzioni stanno garantendo il 20% della spesa; il mese scorso il Governo Usa ha anticipato il denaro necessario per pagare gli operai, senza che chiedessi nulla. Questo significa sostenere l’industria. Una scelta come quella di Fca è fondamentale anche per proseguire nel piano di investimenti sugli stabilimenti italiani. È a questo che il Governo dovrebbe pensare.
Come vede l’evoluzione del settore?
Rischiamo una crisi pesante, che da sanitaria sta diventando industriale e poi rischia di diventare occupazionale e sociale. Serve un piano concertato per tutto l’automotive europeo, e, a livello nazionale, abbiamo bisogno di incentivi ai consumi. Nell’ultimo decreto non c’è stato alcun riferimento al settore dell’auto. Per questo, ancora una volta, non comprendo le polemiche di questi giorni: dal momento che nessuno sta muovendo un dito per l’auto, una posizione come quella di Fca è da difendere assolutamente.