Emilia, industria in allarme: «Rischi alti in ripartenza»
Caiumi:«Serve un radicale cambiamento culturale e tecnologico per riniziare»
L’emergenza Covid è lo sfondo, ma è sugli investimenti in formazione tecnica, sui nuovi strumenti di intelligenza artificiale per affrontare i mercati globali e sull’importanza delle imminenti elezioni a Bologna, che si concentra il discorso del presidente di Confindustria Emilia, Valter Caiumi, in occasione della prima assemblea in formato digitale per gli oltre 3.300 industriali di Bologna, Modena e Ferrara che giusto tre anni fa si sono uniti in un’unica associazione. «Nel primo giorno di riapertura siamo ancora a metà di quel banco di prova della ripartenza che è maggio – sottolinea Caiumi -. La socialità, da sempre punto di forza dell’Emilia, è stata messa all’angolo.
Dobbiamo riconquistare una nuova dimensione e dobbiamo anche immaginare uno spazio di progettualità concreta da destinare al patrimonio più importante che abbiamo: le future generazioni. Per questo stiamo promuovendo un progetto di sviluppo territoriale sulle Lauree professionalizzanti, per far convergere le necessità di competenze delle imprese con l’opportunità di dare a un maggior numeri di ragazzi, che altrimenti si fermerebbero al diploma, la possibilità di un percorso di studi, restando sui territori e aprendo sedi universitarie diffuse, con l’ausilio di strumenti digitali». L’obiettivo è innalzare il livello di competenze tecniche avvicinandole alle fabbriche, mantenendo così più vive anche le città minori e creando sinergie tra imprese, Its, atenei e centri di ricerca. «Abbiamo bisogno però di convergere sulla città metropolitana di Bologna - rimarca il presidente – chiamata tra pochi mesi alla sfida del rinnovo dell’amministrazione, un passaggio di testimone chiave, perché le prospettive di crescita della città saranno un esempio a livello nazionale». Serve un radicale cambiamento e il candidato dovrà avere «capacità straordinarie, visione internazionale, leadership indiscussa e conseguente dal curriculum della vita vissuta», aggiunge. Confindustria Emilia avvierà nei prossimi mesi un sondaggio sulla comunità per oggettivare attese e proposte al futuro sindaco.
Nonostante la crisi Caiumi è ottimista: «Stiamo facendo cose incredibili e mi riferisco all’investimento nella nostra piattaforma digitale che ci permette oggi di fare promozione in tutto il mondo da un unico hub in cinque lingue, collegando i siti di tutte le nostre 3.311 imprese e mettendo a loro disposizione, grazie al motore di intelligenza artificiale, più di 10mila fonti informative internazionali, analisi, ricerche di mercato e prodotti. All’inizio sembrava uno strumento incomprensibile agli associati (1.350 quelli collegati ieri per l’assemblea, ndr) ma con il lockdown, ha dimostrato tutta la sua potenza di fuoco. Abbiamo avviato il pilota con le imprese del consiglio, da luglio apriremo le sessioni di formazione gradualmente a tutte le imprese». Caiumi non lesina critiche alla politica romana, che ha scaricato tutto il costo dell’emergenza sulle imprese e non nasconde che diverse fabbriche non riusciranno a riaprire. Confindustria Emilia ha infatti deciso di riconfermare la riduzione dei contributi, tagliando dell’80% la rata bimestrale di novembre, che equivale a 2 milioni in meno in cassa senza però tagliare i servizi, «a conferma anche economica delle corrette scelte di unificazione fatte ormai tre anni fa».