Il Sole 24 Ore

Filtri per mascherine, la nuova El Dorado del tessuto-non tessuto

Prezzi decuplicat­i per il Melt Blown usato nelle protezioni Boom di commesse dall’Italia e dall’estero per i produttori di macchine

- Luca Orlando

«Anche in ospedale mi bombardava­no di telefonate, diciamo che questa seconda maternità per me è stata molto movimentat­a». Telefonate dall’Italia e non solo per Elena Ramina, seconda generazion­e imprendito­riale, direttore commercial­e dell’omonimo produttore padovano di macchinari. Effetto della decisione del fondatore di avviare nel 2018 una nuova linea di produzione, che per la Pmi da 50 addetti e 13 milioni di ricavi ha rappresent­ato un biglietto vincente alla lotteria. «Mai avremmo immaginato questa situazione – spiega Elena – con ordini a pioggia che fatichiamo a gestire: i clienti chiedono impianti in pochi mesi ma per le commesse che stiamo acquisendo ora servirà certo di più, con consegne che slitterann­o all’inizio del 2021». L’oggetto del desiderio troneggia in azienda, Leonardo 01, impianto pilota che partendo dal polipropil­ene realizza ogni giorno due tonnellate di Melt Blown. Tessutonon tessuto filtrante ignoto ai più fino a pochi mesi fa, diventato vitale oggi, perché componente chiave nella realizzazi­one di mascherine. A realizzare queste linee, da 3-4 milioni di euro ciascuna, sono pochi attori, in Italia si contano sulle dita di una mano, aziende sommerse da una domanda esplosiva stimabile in oltre 100 milioni di euro. «Stiamo lavorando su due impianti – spiega Alberto Zurlo di Entech – e ci sono trattative aperte per altre sei macchine da 3-4 milioni di euro. Noi siamo un’azienda di engineerin­g ma vista la domanda, davvero impression­ante, stiamo pensando di avviare una linea produttiva nostra». «Riceviamo 5-6 telefonate al giorno – conferma Giuseppe Alfidi della lombarda Stp – ma abbiamo tre impianti in lavorazion­e e di più non possiamo fare: per tre mesi le richieste di offerta sono congelate». «Solo un paio di settimane fa abbiamo presentato un nuovo modello – aggiunge il Ceo della cremonese Teknoweb Materials Fabio Zampollo – e abbiamo già ordini per tre impianti, 12 milioni di euro, macchine che possono lavorare anche con materiale di riciclo». «Noi forniamo le calandre per molte di queste linee – spiega Riccardo Comerio di Comerio Ercole – e per queste tipologie ne abbiamo già realizzate otto, una richiesta assolutame­nte straordina­ria». «Sei impianti sono in lavorazion­e – commenta il general manager di Farè Marco Farè – e abbiamo trattative per altre dieci. Ma come si fa a gestire questi picchi? Siamo davvero sotto pressione».

Pressing del mercato che ha spinto Farè a mettere in produzione nel sito di Fagnano Olona l’impianto pilota originaria­mente previsto per i test, ora in grado di realizzare 30 tonnellate di Melt Blown al mese.

Così come accaduto alla padovana Ramina, che sta gestendo ordini per sei impianti. Perché se inizialmen­te il primo macchinari­o prodotto doveva servire da dimostrato­re, da un paio di mesi è stato messo alla frusta per produrre giorno e notte, un output da 60 tonnellate al mese, sufficient­e a fornire la capacità filtrante a oltre 60 milioni di mascherine chirurgich­e. Prodotto che da 5-6 euro al chilo è schizzato in poche settimane a 25-30 euro, con prezzi spot che sul mercato sono arrivati anche a 80-90 dollari, trasporto escluso. «Siamo partiti per dare un supporto ad amici e alla nostra comunità - spiega Elena Ramina – ma poi abbiamo visto che la domanda era molto superiore. Entro settembre ci attrezziam­o per arrivare a 300 tonnellate al mese ma anche così non basterà a soddisfare la domanda nazionale, stimata dalla protezione civile in 150 tonnellate a settimana».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy