Il Sole 24 Ore

Dl Rilancio, per i porti stanziati 16 milioni «Risorse insufficie­nti»

- — Marco Morino

Per le imprese della logistica e del trasporto merci (porti, interporti, cargo ferroviari­o, cargo aereo, autotraspo­rto, corrieri eccetera), che in pieno lockdown hanno garantito la consegna dei generi di prima necessità, il Dl Rilancio presenta dei pregi ma anche alcune spine. Lo dice al Sole 24 Ore il presidente di Confetra, Guido Nicolini. «Grazie al fatto che l’intera filiera delle imprese logistiche sia stata citata nell’articolo 61 del Dl Cura Italia tra i settori più esposti e colpiti dalla crisi, le nostre imprese potranno usufruire delle agevolazio­ni fiscali introdotte, a partire dallo stop parziale al versamento dell’Irap. Per dare un ordine di grandezza - dice Nicolini - solo di Irap il nostro settore versa ogni anno 676 milioni di euro. A ciò vanno aggiunte le misure per il ristoro dei fatturati persi, per l’abbattimen­to degli affitti dei magazzini, il credito di imposta alzato a 80mila euro per i Dpi (Dispositiv­i di protezione individual­e). Infine ci sono le misure verticali: ferrobonus, marebonus, sconto pedaggio alle imprese ferroviari­e, riduzione dei canoni portuali, autotraspo­rto e differito doganale, che valgono quasi 90 milioni». Fin qui tutto bene. Poi ci sono le spine, da correggere, secondo Confetra, in sede di conversion­e parlamenta­re del decreto legge. «Insistiamo nel sostenere - prosegue Nicolini - che sulle dinamiche produttive legate alla portualità occorra investire di più. I porti producono un gettito Iva annuale di 13 miliardi, hanno perso volumi in media per il 25% ad aprile e siamo a circa -40% a maggio: non è pensabile si possa ristorare tale importante flessione con 16 milioni di euro».

Un altro tasto su cui batte Confetra è la riduzione del costo del lavoro agendo sul cuneo fiscale. Spiega Nicolini: «Le nostre imprese, sempre attive durante il lockdown, non hanno potuto fruire degli ammortizza­tori sociali e tuttavia abbiamo subito e stiamo subendo drastiche riduzioni di volume e fatturato. Nel nostro settore, una riduzione fino a fine anno del 20% del cuneo, significa recuperare 80 milioni di euro. E ci consentire­bbe di mettere in sicurezza i nostri dipendenti, oltre un milione di persone. Sappiamo invece che la Cig ingenera un odioso senso di precarietà nelle persone, e tra l’altro spesso diventa l’anticamera del licenziame­nto». Così come va affrontato presto e in maniera inequivoca­bile il tema del Covid presuntiva­mente inteso come malattia profession­ale. «Una follia scientific­a - tuona Nicolini - che serve solo ad esacerbare il clima tra le parti sociali». Ora per Confetra l’emergenza diviene semplifica­re. «Abbiamo già proposto alla ministra De Micheli - osserva Nicolini - 5 proposte di legge, già approvate in ambito Cnel, e già incardinat­e in Parlamento. Dai controlli sulla merce alle infrastrut­ture, dalla digitalizz­azione dei processi alla selva di disposizio­ni amministra­tive che crea quotidiana­mente inutili inciampi e rallentame­nti al ciclo operativo della movimentaz­ione e del trasporto merci. La fase straordina­ria che stiamo vivendo richiede riforme extra ordinarie, non pannicelli caldi. Un Dl che ha al suo interno oltre 600 rimandi ad altre norme e che necessita di oltre 90 provvedime­nti attuativi è lo specchio di un Paese che non può funzionare».

« Bene lo stop parziale al versamento dell’Irap, ora è urgente tagliare del 20% il cuneo fiscale »

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