Design Sui materiali l’innovazione unisce l’igiene alla bellezza
Cresce la domanda di arredi facili da pulire. Ecco le soluzioni: dal rame alla ceramica, fino ai polimeri
Come in tutte le cose, un po’ di sana moderazione non guasta. Nessuno pretende di trovare un materiale “anti-Coronavirus” con cui rivestire e arredare le nostre case, gli uffici, le scuole o gli spazi pubblici. Perché probabilmente non esiste e perché non avrebbe senso, visto che prima o poi si troverà un vaccino contro il Covid e in futuro potrebbero poi presentarsi altri virus con altre caratteristiche. Né è pensabile vivere in casa come in un ospedale, in ambienti ipersterilizzati, freddi e spersonalizzati.
Ma non c’è dubbio che la pandemia abbia accresciuto enormemente l’attenzione e la sensibilità delle persone al tema dell’igiene e della salubrità degli ambienti e degli oggetti – istanze peraltro già ben presenti prima del virus. E i design, come fa notare Giulio Cappellini, imprenditore e creativo, deve rispondere ai nuovi bisogni della società: «In questo momento la richiesta di materiali in grado di assicurare una maggiore o più facile pulizia sta uscendo in maniera forte – conferma – da parte sia dei professionisti e dei designer, sia dei clienti». Un tema peraltro legato a quello di materiali sostenibili, durevoli e biodegradabili, come osserva ancora Cappellini: «Il momento drammatico che stiamo vivendo ha solo accelerato tendenze già in atto».
Le aziende, perciò, non si sono fatte trovare impreparate: «È un problema su cui abbiamo cominciato a riflettere subito dopo l’esplosione della pandemia – spiega Daniele Lago, ceo e Head of Design dell’azienda Lago – e abbiamo trovato la risposta in alcuni elementi che già da tempo erano parte della personalità del marchio: l’uso del vetro, con cui è rivestito il 6070% dei nostri prodotti, che è un materiale straordinario, di grande bellezza e versatilità, resistente, riciclabile e facilmente igienizzabile, tanto che viene usato nella farmaceutica e nelle sale operatorie». Inoltre, da qualche anno Lago ha lanciato una linea di arredi “sospesi” (letti, divani e comodini) che riducono la formazione di acari e polvere e permettono una più rapida pulizia, oltre a una serie di mobili con anta senza maniglia. «Il design deve fornire soluzioni a 360 gradi – osserva l’imprenditore – rispondendo a un problema non con un singolo elemento, ma con un insieme di proposte».
Dello stesso avviso i designer Alberto Brogliato e Federico Traverso: «Sul mercato si trovano oggi moltissimi materiali, soprattutto i compositi, estremamente performanti e adatti a tutte le esigenze – dice Traverso –. Ma il ruolo del design non è scegliere un materiale piuttosto che un altro: la pandemia ci ha fatto prendere coscienza di un nuovo rapporto tra uomo e oggetto e la capacità dei designer sta nell’interpretare l’oggetto. Il nostro personale modo di essere sostenibili è creare prodotti che durino più a lungo, sia per i materiali con cui sono fatti, sia per la loro estetica». La ricerca è continua: «La condizione di base perché le superfici siano pulite è che il materiale di cui sono fatte non sia poroso – osserva Brogliato – oppure sia resistente ai prodotti di sanificazione, spesso aggressivi». Materiali come polimeri, ceramica e grès, mix di polvere e resine, ad esempio. Se invece si scelgono materiali porosi come marmo o legno, «esistono ormai metodi di rivestimento estremamente avanzati, che permettono di proteggere le superfici più pregiate senza alterarne l’aspetto o il tatto», dice Brogliato.
Un discorso simile vale per la pelle: esistono tipologie più resistenti, anche di grande pregio, destinate ad esempio alle sedute di auto, yacht, aerei o alberghi e ristoranti. Ma per chi non vuole rinunciare a una pelle più naturale e morbida, la soluzione potrebbe venire da prodotti evoluti di pulizia. Poltrona Frau, ad esempio, vista la richiesta in arrivo dalla clientela, soprattutto cinese, sta lavorando proprio in queste settimane per mettere a punto kit speciali per igienizzare e disinfettare questo materiale e a breve conta di presentarli sul mercato. Per i tessuti si può guardare al lavoro fatto negli ultimi anni dai brand dell’arredo per esterni che, osserva Cappellini, «hanno fatto grandi passi avanti, con prodotti resistenti e facilmente lavabili, ma anche molto belli. Si tratta di soluzioni ponte, come l’uso dei plexiglass divisori nei luoghi pubblici e negli uffici, ma l’idea è di lavorare intensamente e velocemente per rispondere a questa esigenza».
De Castelli, brand specializzato nella lavorazione dei metalli, sta studiando con ricercatori universitari e designer nuovi processi di trattamenti e ossidazione del rame, in grado di salvaguardare al massimo le proprietà di questo materiale, noto sin dall’antichità per le sue naturali capacità antibatteriche. «In questo momento in cui c’è l’urgenza di ripensare a tutto, perché non farlo usando quello che abbiamo già?», suggerisce Francesca Lanzavecchia, dello studio Lanzavecchia+Wai, uno dei tre a cui si è rivolto De Castelli. «Il rame è un materiale di una bellezza sconvolgente, capace di assumere tonalità e fiammature diverse quando ben trattato, ma purtroppo nel tempo dimenticato», aggiunge. Certo, è più costoso dell’acciaio inox, «ma da questa vicenda potremmo uscire con un’idea di “meno e meglio”. Il rame è un materiale che vive, cambia colore, si può rilucidare e spazzolare o lasciar invecchiare. Porta con sé l’idea di nuove estetiche, per noi è un lavoro bellissimo».