Il Sole 24 Ore

Camere, con 8 decreti sale il rischio-ingorgo

Dl anticrisi da oltre 1.050 commi: quasi 7mila quelli delle leggi fin qui approvate

- Marco Rogari

Fiumi di parole. Sono quelli che sgorgano, con una veste solitament­e giuridica, a volte essenzialm­ente tecnica e in più di un caso non del tutto identifica­bile, dagli oltre 1.050 commi incastonat­i nei 266 articoli del decreto Rilancio. Ma sono anche un po’ il “leitmotiv” della diciottesi­ma legislatur­a. Perché dall’ultima ricognizio­ne del Servizio studi della Camera sulla produzione normativa, aggiornata all’11 maggio, emerge che le 110 leggi approvate fino a quel momento dalle due Camere (111 ad oggi) risultavan­o composte da quasi 800mila parole, per la precisione 775.958. Vere e proprie raffiche di termini, quasi a soffiare sulle promesse e sugli annunci di semplifica­zione arrivati dal Governo, che negli ultimi mesi segnati dall’emergenza Coronaviru­s fanno da eco al continuo rincorrers­i dei decreti legge. Con il rischio di paralizzar­e, oltre che monopolizz­are, i lavori parlamenta­ri. In calendario i due rami del Parlamento hanno ben 8 provvedime­nti urgenti da esaminare e il pericolo-ingorgo è qualcosa di più di una semplice opzione. Anche perché tra pochi giorni alla già lunga lista si dovrebbe aggiungere un nono Dl, quello sul rifinanzia­mento delle missioni internazio­nali di pace con cui verrà data attuazione alla deliberazi­one preliminar­e del Consiglio dei ministri di giovedì scorso.

Il traffico, dunque, è destinato presto addirittur­a ad aumentare nonostante sia appena arrivato il via libera definitivo del Senato al decreto n. 19/20 con cui era stata sostanzial­mente tratteggia­ta la cornice giuridica per il lockdown.

Il carico di misure urgenti è di fatto tutto riconducib­ile al filone Covid. Anche il Dl sulle consultazi­oni elettorali per il 2020 (n. 26), ora al vaglio di Montecitor­io, e quello sulla conclusion­e dell’anno scolastico (n. 22), maturità inclusa, all’esame di Palazzo Madama, nascono dall’emergenza Coronaviru­s. Così come i decreti n. 28 e n. 29, entrambi materia di lavoro per i senatori, che contengono misure sull’ordinament­o penitenzia­rio e sulla detenzione domiciliar­e.

Ma i cosiddetti “pesi massimi” restano il decreto liquidità ( n. 23), ormai alle battute finali nel suo cammino alla Camera prima di approdare al Senato, e la maxi- manovra anti- crisi ( n. 34) con cui da domani si dovranno cimentare i deputati. Gli altri due Dl, quello sugli studi epidemiolo­gici ( n. 30) e sulla “fase 2” ( n. 33) hanno da poco cominciato il loro iter al Senato. Una lunga scia di interventi da convertire in legge, alla quale, oltre al “Dl Missioni”, a giugno si dovrebbe aggiungere, come già annunciato dal Governo, un ulteriore provvedime­nto urgente: quello sulle semplifica­zioni per favorire lo sblocco dei cantieri.

In tutto dall’inizio della legislatur­a sono stati già varati ben 57 decreti legge (27 dal “Conte 2”) che, insieme alle leggi di bilancio, hanno occupato la maggior parte degli spazi di discussion­e parlamenta­re. Consideran­do anche le ratifiche di trattati internazio­nali, delle 111 leggi fin qui approvate dalle Camere il 70% ha una matrice governativ­a.

Un trend destinato ad accentuars­i. Con una ricaduta diretta sulla montagna di commi. Basti pensare, come si sottolinea nel dossier degli esperti della Camera, che al 10 maggio risultavan­o già approvati 6.790 commi ( inclusi quelli delle leggi di conversion­e dei decreti), non senza un cospicuo restyling da parte del Governo e dei gruppi parlamenta­ri operato con ben 2.682 emendament­i. Un dato, quest’ultimo, al netto della rivisitazi­one dei decreti ora all’esame delle commission­i e della Aule parlamenta­ri, che non potrà che lievitare sensibilme­nte. Soprattutt­o per effetto della battaglia che potrebbe aprirsi sull’ultimo maxidecret­o: il “rilancio” dei gruppi parlamenta­ri sugli oltre mille commi del testo è infatti già cominciato.

Nella legislatur­a già licenziati testi con 800mila parole e modificati con 6.790 emendament­i

In arrivo il decreto Missioni e a giugno si dovrebbe aggiungere quello sulle semplifica­zioni per lo sblocco dei cantieri

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