Spesa giù per i trasporti, lontano l’aumento tariffe
Ad aprile, mese nel quale l’inflazione in Italia ha registrato una variazione tendenziale nulla, i trasporti - rileva l’Istat - hanno segnato un calo del 2,5% rispetto all’anno prima. I trasporti sono un mondo complesso, che richiede una distinzione tra merci e passeggeri. In questo momento la tendenza al ribasso delle tariffe, o nel migliore dei casi alla stabilità, accomuna entrambe lo modalità. In futuro potrebbe non essere più così. In questo caso a ripartire per prime potrebbero essere le tariffe passeggeri. Anche se al momento è solo una suggestione raccolta tra gli addetti ai lavori.
Partiamo dalle merci. In Italia oltre l’86% delle merci viaggia su gomma. Questo fa dell’autotrasporto il pilastro del settore. «In questo fase - spiega Andrea Manfron, segretario generale della Fai-Conftrasporto (Confcommercio) - le imprese dell’autotrasporto rappresentano l’anello debole della catena logistica, con un potere contrattuale quasi nullo nei confronti dei committenti, i quali ci chiedono due cose: rivedere al ribasso le tariffe e allungare i tempi di pagamento. Così gli autotrasportatori spesso sono costretti a lavorare in perdita». Incrementi tariffari non sono all’ordine del giorno, anche se durante il lockdown si erano verificati alcuni aumenti delle tariffe di carico, per compensare i viaggi di ritorno a vuoto dei Tir.
Anche le imprese del trasporto merci ferroviario, a fronte di una domanda che per svariati mesi resterà molto lontana dai livelli pre Covid, annunciano «tariffe stabili». Per alcune compagnie, tipo Gts Rail di Bari, la certezza dei prezzi è la base della politica commerciale dell’azienda: «Uno dei valori della nostra compagnia - spiega l’amministratore delegato Alessio Muciaccia - è quello di poter garantire ai clienti un orizzonte temporale di lunghissimo periodo sul fronte delle tariffe, contro tutte le perturbazioni di mercato». Anche il Polo Mercitalia (gruppo Fs), nonostante le difficoltà del momento e il calo della domanda, non prevede nell’anno aumenti dei prezzi di vendita dei propri prodotti.
Veniamo al trasporto passeggeri. Trenitalia (gruppo Fs) chiarisce di non aver previsto alcun rincaro dei biglietti né per quanto riguarda i servizi a mercato (Frecce, EuroCity, Euronight) né per quelli regolati da un contratto di servizio con i committenti pubblici (InterCity e regionali). Più articolata la posizione di Italo. La compagnia privata dell’Alta velocità ferroviaria fa sapere che finora i suoi prezzi « non sono aumentati». Però Italo non sa «fino a quando li manterrà invariati», perché ci sono delle variabili in gioco: l’andamento della domanda nei prossimi mesi e le regole imposte dal distanziamento sociale che riducono al 50% la capacità di carico dei treni, che fino a che saranno attive dovranno essere uguali per tutti i mezzi di trasporto, comprese le compagnie aeree per evitare che si crei un’asimmetria competitiva ingestibile. Questi due fattori potrebbero forse spingere la compagnia a rivedere la sua struttura tariffaria. E anche nel trasporo aereo, con un numero di poltrone vendibili inferiore al periodo pre Covid, è verosimile attendersi un aumento delle tariffe. Soprattutto se le domanda di traffico mostrerà segnali di recupero.
Trenitalia non prevede rincari dei biglietti né per i servizi a mercato né per quelli regolati da un contratto di servizio con i committenti pubblici