Potenziali inespressi della blockchain
Era novembre 2016 e l’India, per colpire pesantemente criminalità ed economia in nero, decise di ritirare dalla circolazione tutte le banconote da 500 e 1.000 rupie, più dell’80% del denaro circolante nel Paese. L’esito non fu quello sperato. Si puntava a tagliare le gambe al 40% del mercato nero, ma il risultato fu un misero 0,7% con conseguenze drastiche sul resto del Paese (quello onesto). Oltre 60 persone morirono in fila ai bancomat, suicidandosi o negli scontri davanti alle banche e agli edifici governativi. Il Pil indiano perse l’1,5% sulla crescita stimata. A volere quell’“esperimento” erano realtà interessate a far sparire il contante globale: l’Uncpd, la Better Than Cash Alliance e l’Usaid. Tutti enti che hanno tra i finanziatori big del mondo finanziario che guadagnano proprio dal passaggio da denaro contante a elettronico. Sarebbe interessante capire perché abbiano deciso di fare un test del genere su un Paese totalmente impreparato come l’India.
Ma a noi interessa un altro aspetto: il giorno dopo aver abolito il contante, gli indiani (compresi delinquenti e criminalità) hanno cercato alternative su internet e hanno conosciuto il bitcoin. In quel periodo bitcoin e oro venivano scambiati in India a prezzi superiori anche del 50% rispetto al resto del mondo.
Fino a ieri se c’era pericolo o incertezza i padri si rifugiavano nell’oro, oggi oggi i figli si rivolgono alla blockchain. La mancanza di fiducia ha dato vita alla blockchain, ma la mancanza di dialogo intergenerazionale ne sta minando l’efficacia, la velocità di diffusione e l’utilità globale. Blockchain non è solo una tecnologia, come bitcoin non è solo una moneta. Qualcosa di simile l’abbiamo già vissuto trent’anni fa con Internet ma non abbiamo imparato: la storia è ciclica, gli sbagli pure. Gran parte dei progetti attuali che sfruttano la buzzword “blockchain” lo fanno soprattutto per marketing. Invece sono tante le applicazioni reali di questa tecnologia e tantissimi i settori nel nostro Paese snobbati oltre al più “scontato” ambito finanziario. Basti pensare alla sanità, alla formazione, all’insurtech, al diritto d’autore, alla contrattualistica, ai trasporti. Cosa serve ora? Consapevolezza, comprensione, ordine e studio. Tanto, tantissimo studio. Quando si parla di qualcosa di nuovo, non si può e non si deve paragonare a qualcosa di vecchio. Ci si azzera, ci si arma di buona volontà e si cerca di impararlo. In fretta!
L’Italia è arrivata tra i primi sulla legge, ma è rimasta ancora molto indietro sulla formazione. Il futuro va veloce, il resto del mondo cerca di stare al passo, noi stiamo andando a rilento, ma abbiamo comunque l’opportunità di sfruttare la globalizzazione e Internet per informarci autonomamente, leggere, studiare e provare a fare rete con tanti altri colleghi e appassionati che hanno capito da che parte va questo futuro. Perché in fondo è questa la lezione più importante della blockchain: il singolo essere umano sta fallendo e punta a un egoistico profitto spesso a scapito di altri, ma la maggioranza degli esseri umani è ancora onesta e va preservata. La governance di questa umanità deve necessariamente essere decentralizzata e tornare meno fallibile e corruttibile che mai.