Inflazione ai minimi nonostante i rincari alimentari—
Colpita e affondata dal coronavirus? Difficile dire dove si fermerà la corsa dei prezzi del 2020, visto che persino la loro stima è diventata complessa con un lockdown che ha congelato contemporaneamente domanda e offerta. Ad aprile Istat ha fotografato un’inflazione acquisita dello 0,1%, in linea con l’aumento su base mensile. L’anno scorso l’acquisito di aprile era + 0,6%, dato che è stato poi confermato per la variazione finale dell’indice generale 2019. Ma questo è un anno diverso.
Gli scenari sono deflattivi, soprattuto per via del crollo del mercato petrolifero. La Commissione europea prevede per l’Italia un - 0,2% quest’anno e un +0,7% per il prossimo, una stima che trova conferma sia nelle indagini sulle aspettative delle imprese effettuate da Bankitalia sia nei rendimenti a due anni degli inflation swap di aprile per l’Euro area (-0,1%). Ma questa caduta degli indici non vale per tutte le componenti. Se per gli energetici, che pesano circa il 9%, l’inflazione acquisita segna ora un -7,7%, per alimentari e alcuni prodotti semi-durevoli (oltre il 30% del paniere) la corsa è in tutt’altra direzione: tra un + 2,3 e un + 3,6%. Un paradosso. Stiamo entrando in deflazione mentre i prezzi del “carrello della spesa” crescono, sulla spinta contemporanea di consumi più vincolati e offerta che in qualche caso si è del tutto interrotta ( dai parrucchieri alle pizzerie, dai voli aerei ai biglietti del cinema).
Che cosa succederà nei prossimi mesi? «A regime - spiega Fedele De Novellis di Ref - l’effetto prevalente sarà quello della domanda, che porterà, a causa della maggiore disoccupazione, ad azzerare la dinamica salariale. Il timore è che si consolidino aspettative d’inflazione ancora più basse rispetto agli anni scorsi». Le previsioni della Commissione, spiega ancora l’economista, sono condivisibili: «Influenzeranno tutte le prossime tornate contrattuali. Di fatto si va verso una fase di crescita salariale nulla » .
Anche Stefania Tomasini, partner di Prometeia, dà per scontato che sul fronte energetico i ribassi proseguiranno per tutto l’anno: «Il vero quesito è come reagiranno i prezzi degli altri beni e servizi - spiega -. A tale proposito le analisi oscillano tra chi ritiene che, essendo i blocchi alla produzione assimilabili a shock di offerta, dovrebbero spingere a un aumento dei prezzi. Ma se questo è vero per mascherine e prodotti per la disinfezione, per gli alimentari e i prodotti per la casa, non è un trend generalizzabile » .
Fuori dal lockdown consumi e forniture dovrebbero via via normalizzarsi. Ma non senza discontinuità. Dice ancora Tomasini: « Verosimilmente si sconterà un aumento di concorrenza per recuperare la domanda perduta, anche attraverso la pratica degli sconti. D’altro canto l’aumento dei costi legati alle necessità di garantire la sicurezza (dal distanziamento dei tavoli nei ristoranti alla sanificazione degli ambienti) eserciterà una pressione al rialzo dei prezzi » . Insomma l’incertezza è molto elevata, come lo sono gli interrogativi sulle scelte di consumo da qui a fine anno: «Si dovrà prestare più attenzione alle singole categorie di prezzi che non agli indici aggregati » , conclude l’economista di Prometeia. Mentre Stefano Fantacone, di Cer, rivela che un confronto effettuato ad aprile tra grande distribuzione e canali di vendita online, ha mostrato prezzi più volatili sulle App, piuttosto che tra gli scaffali, anche se il livelli sono molto lontani, con differenze comprese fra il 5 e il 45% tra prezzi online e Gdo.
Venerdì Istat pubblicherà il dato provvisorio di maggio, ancora imputando anziché misurando il 37% delle voci che compongono l’indice Ipca, visto che i dati sui prezzi sono incompleti. Si spera che l’incertezza, perlomeno nelle stime, svanisca nei mesi estivi. Intanto possiamo prenotare un posto per le mascherine chirurgiche nel prossimo paniere, quello che si aggiornerà a gennaio 2021.