Mattarella: Falcone e Borsellino luce nelle tenebre—
Nessun corteo per le strade, le navi della legalità ferme, niente bambini nell’aula bunker dell’Ucciardone, a Palermo: anche se il Covid-19 ha impedito il rito delle cerimonie in grande stile, il 28° anniversario della strage di Capaci è stato comunque oggetto di molti interventi. Al centro delle tante iniziative virtuali, e non, ci sono stati i giovani. A loro si è rivolto il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, parlando di Falcone e Borsellino come «luci nelle tenebre»: «Sono stati tra i primi a comprendere il senso del sacrificio di Falcone e di Borsellino, e ne sono divenuti i depositari, in qualche modo anche gli eredi. Dal 1992, anno dopo anno, nuove generazioni di giovani si avvicinano a queste figure esemplari e si appassionano alla loro opera e alla dedizione alla giustizia che hanno manifestato. Siate fieri del loro esempio e ricordatelo sempre».
Ai timori che le mafie possano approfittare della drammatica crisi economico-sociale nutrendosi «delle difficoltà dei cittadini di fronte alla pandemia che sta danneggiando il tessuto occupazionale e il sistema produttivo», il premier Giuseppe Conte ha risposto che «la risposta dello Stato deve essere forte, rapida e incisiva». «Lo Stato c’è, la scuola c’è» ha assicurato la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, mentre la collega degli Interni, Luciana Lamorgese, ha sottolineato che «magistratura e forze di polizia si impegnano tutti i giorni» e che «la lotta contro le mafie continua con la stessa intensità, seppure in un contesto storico e sociale mutato e in continua evoluzione». Proprio allo Stato si è rivolto il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, perché «deve intervenire con urgenza dando liquidità, ma continuando a fare controlli», perché «le mafie approfittano proprio della sofferenza della gente».