Fusione Intesa-Ubi, UniCredit in campo per l’azione Antitrust
L’istituto guidato da Mustier parteciperà all’istruttoria dell’authority
Si fa sempre più combattuta, e affollata, la partita che ruota intorno all'offerta di Intesa Sanpaolo su Ubi. In campo c'era già Bper, schierata con Ca' de Sass, ora muove anche UniCredit, e poi Cattolica Assicurazioni e Fondazione Monte di Lombardia.
L'istituto guidato da JeanPierre Mustier sarà parte nell'istruttoria Antitrust sulla fusione tra la prima e la quarta banca del Paese.
Si fa sempre più combattuta, e affollata, la partita che ruota intorno all’offerta di Intesa Sanpaolo su Ubi. Ora scende in campo anche Unicredit. C’erano già Bper, schierata con Ca’ de Sass visto l’impegno a rilevare una parte delle filiali ex Ubi, Cattolica Assicurazioni e Fondazione Monte di Lombardia. Il campo è quello dell’Antitrust, e in particolare quello del procedimento avviato dall’Authority l’ 11 maggio.
L’istituto guidato da Jean-Pierre Mustier ha deciso di farsi sentire come parte nell’istruttoria sulla fusione tra la prima e la quarta banca del Paese. Un’operazione in grado di mettere fine alla « sostanziale simmetria» tra i due big del credito, Intesa e Unicredit, ha avvertito l’Antitrust, presieduta da Roberto Rustichelli, accendendo un faro sui rischi per la concorrenza della concentrazione. Un vero e proprio varco, per alcuni osservatori giunto inaspettato, che la Piazza Gae Aulenti, ha deciso di sfruttare.
Da Unicredit nessun commento, ma è probabile che l’istituto intenda presentare le sue ragioni in merito ai pericoli sul futuro assetto dell’industria bancaria in Italia nel caso in cui dovesse andare in porto l’operazione. Ma non è tutto: al procedimento sono state ammesse anche Cattolica e la Fondazione Banca del Monte di Lombardia; sia la compagnia assicurativa che la Fondazione sono socie di Ubi e già si sono dette contrarie all’operazione, dunque è verosimile che espongano i propri timori.
In particolare Cattolica, che è legata da un accordo di bancassicurazione con Ubi, si vedrebbe messa in un angolo dall’Offerta pubblica di scambio ( Ops) e potrebbe puntare il dito contro l’accordo tra Intesa e Unipol, a cui finiranno una parte delle polizze di Ubi. A sostegno dell’operazione, invece, l’intervento di Bper che – sostenuta proprio dal suo principale azionista Unipol – ha siglato un accordo per rilevare da Intesa un pacchetto di 400/500 filiali, proprio allo scopo di attutire i timori di impatti negativi sulla concorrenza.
Nell’ambito della procedura le parti hanno avuto dieci giorni dalla notifica del provvedimento per l’esercizio, da parte dei legali rappresentanti, del diritto di essere sentite. L’istruttoria sull’Ops, affidata a Matteo Zavattini, aveva già coinvolto Unicredit, che aveva risposto ad alcune richieste rivolte dall’Authority. Successivamente la banca ha chiesto venerdì di essere ascoltata e quindi di accedere al procedimento.
Va detto che è una prassi quella dell’Antitrust di raccogliere i vari punti di vista sulle operazioni: l’istanza di partecipazione al procedimento è fatta ai sensi dell’articolo 7, comma 1, lettera b del Regolamento di procedura ( Dpr 217/ 1998). I soggetti ammessi a partecipare all’istruttoria hanno facoltà di presentare memorie e altro e di avere accesso agli atti (art. ( art. 7, comma 2). Per prassi hanno anche facoltà di essere sentiti dalla Direzione e di partecipare all’audizione finale con il Collegio.
Secondo queste indicazioni fornite dall’Antitrust il procedimento si chiuderà entro fine luglio, dopo aver raccolto il parere dell’Ivass.
Proprio l’altroieri l’Antitrust aveva audito Intesa, rappresentata da una delegazione guidata dal chief governance officer Paolo Grandi e dai legali dello studio Pedersoli. Un incontro, a quanto si apprende, che si è tenuto in un clima pacato.
Come accennato, la stessa Authority nell’istruttoria sull’Ops per verificare gli effetti sulla concorrenza dell’operazione scrive a pagina 7 del Provvedimento riferendosi a Ubi che « in un futuro non remoto avrebbe potuto fungere da polo di aggregazione, costituendo un terzo gruppo bancario di grandi dimensioni che si sarebbe affiancato alle due banche maggiori, Intesa e UniCredit » . Elementi che chiaramente stanno a cuore anche a quest’ultima, poiché l’eventuale successo dell’offerta andrebbe a modificare « significativamente » il mercato.
Se l’Ops lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca andrà in porto, nascerà un colosso finanziario che, per dimensione dell’attivo e per valore di Borsa, sarà tra i leader del settore in Europa posizionandosi, rispettivamente, al settimo e al terzo posto in graduatoria. Un colosso europeo che però punta tutto, o quasi tutto, sull’Italia dove ha circa 1.100 miliardi di risparmio in gestione e 450 miliardi di impieghi ( quasi il 20% del Pil).
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