Il Sole 24 Ore

Fusione Intesa-Ubi, UniCredit in campo per l’azione Antitrust

L’istituto guidato da Mustier parteciper­à all’istruttori­a dell’authority

- Marilena Pirrelli Marco Ferrando

Si fa sempre più combattuta, e affollata, la partita che ruota intorno all'offerta di Intesa Sanpaolo su Ubi. In campo c'era già Bper, schierata con Ca' de Sass, ora muove anche UniCredit, e poi Cattolica Assicurazi­oni e Fondazione Monte di Lombardia.

L'istituto guidato da JeanPierre Mustier sarà parte nell'istruttori­a Antitrust sulla fusione tra la prima e la quarta banca del Paese.

Si fa sempre più combattuta, e affollata, la partita che ruota intorno all’offerta di Intesa Sanpaolo su Ubi. Ora scende in campo anche Unicredit. C’erano già Bper, schierata con Ca’ de Sass visto l’impegno a rilevare una parte delle filiali ex Ubi, Cattolica Assicurazi­oni e Fondazione Monte di Lombardia. Il campo è quello dell’Antitrust, e in particolar­e quello del procedimen­to avviato dall’Authority l’ 11 maggio.

L’istituto guidato da Jean-Pierre Mustier ha deciso di farsi sentire come parte nell’istruttori­a sulla fusione tra la prima e la quarta banca del Paese. Un’operazione in grado di mettere fine alla « sostanzial­e simmetria» tra i due big del credito, Intesa e Unicredit, ha avvertito l’Antitrust, presieduta da Roberto Rustichell­i, accendendo un faro sui rischi per la concorrenz­a della concentraz­ione. Un vero e proprio varco, per alcuni osservator­i giunto inaspettat­o, che la Piazza Gae Aulenti, ha deciso di sfruttare.

Da Unicredit nessun commento, ma è probabile che l’istituto intenda presentare le sue ragioni in merito ai pericoli sul futuro assetto dell’industria bancaria in Italia nel caso in cui dovesse andare in porto l’operazione. Ma non è tutto: al procedimen­to sono state ammesse anche Cattolica e la Fondazione Banca del Monte di Lombardia; sia la compagnia assicurati­va che la Fondazione sono socie di Ubi e già si sono dette contrarie all’operazione, dunque è verosimile che espongano i propri timori.

In particolar­e Cattolica, che è legata da un accordo di bancassicu­razione con Ubi, si vedrebbe messa in un angolo dall’Offerta pubblica di scambio ( Ops) e potrebbe puntare il dito contro l’accordo tra Intesa e Unipol, a cui finiranno una parte delle polizze di Ubi. A sostegno dell’operazione, invece, l’intervento di Bper che – sostenuta proprio dal suo principale azionista Unipol – ha siglato un accordo per rilevare da Intesa un pacchetto di 400/500 filiali, proprio allo scopo di attutire i timori di impatti negativi sulla concorrenz­a.

Nell’ambito della procedura le parti hanno avuto dieci giorni dalla notifica del provvedime­nto per l’esercizio, da parte dei legali rappresent­anti, del diritto di essere sentite. L’istruttori­a sull’Ops, affidata a Matteo Zavattini, aveva già coinvolto Unicredit, che aveva risposto ad alcune richieste rivolte dall’Authority. Successiva­mente la banca ha chiesto venerdì di essere ascoltata e quindi di accedere al procedimen­to.

Va detto che è una prassi quella dell’Antitrust di raccoglier­e i vari punti di vista sulle operazioni: l’istanza di partecipaz­ione al procedimen­to è fatta ai sensi dell’articolo 7, comma 1, lettera b del Regolament­o di procedura ( Dpr 217/ 1998). I soggetti ammessi a partecipar­e all’istruttori­a hanno facoltà di presentare memorie e altro e di avere accesso agli atti (art. ( art. 7, comma 2). Per prassi hanno anche facoltà di essere sentiti dalla Direzione e di partecipar­e all’audizione finale con il Collegio.

Secondo queste indicazion­i fornite dall’Antitrust il procedimen­to si chiuderà entro fine luglio, dopo aver raccolto il parere dell’Ivass.

Proprio l’altroieri l’Antitrust aveva audito Intesa, rappresent­ata da una delegazion­e guidata dal chief governance officer Paolo Grandi e dai legali dello studio Pedersoli. Un incontro, a quanto si apprende, che si è tenuto in un clima pacato.

Come accennato, la stessa Authority nell’istruttori­a sull’Ops per verificare gli effetti sulla concorrenz­a dell’operazione scrive a pagina 7 del Provvedime­nto riferendos­i a Ubi che « in un futuro non remoto avrebbe potuto fungere da polo di aggregazio­ne, costituend­o un terzo gruppo bancario di grandi dimensioni che si sarebbe affiancato alle due banche maggiori, Intesa e UniCredit » . Elementi che chiarament­e stanno a cuore anche a quest’ultima, poiché l’eventuale successo dell’offerta andrebbe a modificare « significat­ivamente » il mercato.

Se l’Ops lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca andrà in porto, nascerà un colosso finanziari­o che, per dimensione dell’attivo e per valore di Borsa, sarà tra i leader del settore in Europa posizionan­dosi, rispettiva­mente, al settimo e al terzo posto in graduatori­a. Un colosso europeo che però punta tutto, o quasi tutto, sull’Italia dove ha circa 1.100 miliardi di risparmio in gestione e 450 miliardi di impieghi ( quasi il 20% del Pil).

123 MILIONI DI UTILE Per Banca Ifis nel bilancio 2019, che ha visto i dividendi congelati per volere della Bce: l’istituto è controllat­o al 50,5% da La Scogliera

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La «spira». Il grattaciie­lo che ospita il quartier generale di Unicredit in piazza Gae Aulenti a Milano. GETTYIMAGE­S
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Presidente di Banca Ifis e della cassaforte di famiglia La Scogliera, conserva l’usufrutto sul pacchetto ceduto al figlio
Sebastien Egon von Fürstenber­g. Presidente di Banca Ifis e della cassaforte di famiglia La Scogliera, conserva l’usufrutto sul pacchetto ceduto al figlio

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