Il Sole 24 Ore

Discesa di Atlantia in Aspi Si tratta su transazion­e e quote

Il governo cerca modalità per favorire la cessione dei Benetton. Posizioni distanti nella maggioranz­a: M5S vuole fuori Atlantia, Pd e Italia viva accettano quota di minoranza

- Manuela Perrone

La cessione di Autostrade per l’Italia da parte dei Benetton potrebbe favorire la definizion­e del dossier mediante una transazion­e. Questa è la posizione del governo: la trattativa con Atlantia è aperta e riguarda proprio le modalità di transazion­e e le quote azionarie che la holding holding manterrebb­e nell’azionariat­o di Aspi. L’ipotesi resta quella di una cordata di investitor­i istituzion­ali, guidata da Cdp con F2i e fondi previdenzi­ali, che acquisireb­be il controllo della società concession­aria.

Ma su tutti questi aspetti, niente affatto secondari, nella maggioranz­a le posizioni ancora divergono: da un lato i Cinque Stelle, disposti ad ammainare la bandiera della revoca della concession­e soltanto facendo uscire del tutto Atlantia dalla gestione della rete autostrada­le; dall’altro Pd e Italia Viva, che invece potrebbero accontenta­rsi anche del passaggio in minoranza della holding (dall’88% attuale a sotto il 50%).

Il vertice di ieri a Palazzo Chigi convocato da Giuseppe Conte ha visto per la prima volta riuniti tutti i partiti della maggioranz­a intorno a un tavolo: la ministra delle Infrastrut­ture, Paola De Micheli, il titolare dell’Economia Roberto Gualtieri, e i capidelega­zione Alfonso Bonafede, Dario Franceschi­ni, Roberto Speranza e Maria Elena Boschi (in ( in sostituzio­ne per Iv della ministra Teresa Bellanova). « La riunione è tornata utile per fornire a tutti i rappresent­anti del Governo un puntuale aggiorname­nto sullo stato della procedura e sui vari aspetti di questo delicato dossier», informano fonti di Palazzo Chigi in serata. «Nei prossimi giorni si completera­nno alcuni approfondi­menti che consentira­nno di definire la posizione ultima del Governo ». » .

Il punto di partenza della discussion­e è stato proprio l’istruttori­a conclusa da De Micheli e inoltrata al premier settimane fa. Un rapporto che riconosce le «forti criticità» della precedente gestione Aspi targata Castellucc­i e ipotizza tre strade: la procedura di revoca, appunto, ufficialme­nte l’obiettivo M5S (ieri a rimarcarlo è stata Paola Taverna: «Desta stupore che ci sia ancora qualcuno che nutra dei dubbi»); la revisione della concession­e con taglio delle tariffe, investimen­ti e opere compensati­ve, che era stata contemplat­a in questi mesi; infine, il passaggio n minoranza di Atlantia in Aspi, dall’88% a ben sotto il 50%.

Che quest’ultima sia la mediazione a cui si lavora è ormai chiaro, a maggior ragione dopo il rialzo dei toni dei giorni scorsi innescato dalla minaccia di Atlantia di sospendere investimen­ti straordina­ri per 14,9 miliardi e di passare alle vie legali. Il pressing per una decisione celere si è fatto asfissiant­e. Da qui l’accelerazi­one impressa dal premier. Con tutte le incognite che però l’operazione di «vendita negoziata», come la definiscon­o fonti di maggioranz­a, comporta. Nel disegno M5S lo Stato deve tornare il gestore di Autostrade e la cordata di investitor­i istituzion­ali dovrebbe presentare un’offerta vincolata ad Atlantia per rilevare la società (o la sua netta maggioranz­a). Il vincolo immaginato dai Cinque Stelle sarebbe ancorato a cinque punti: il pagamento da parte di Autostrade delle spese di ricostruzi­one del ponte Morandi e del risarcimen­to alle famiglie per 500 milioni, il pagamento di altri 2 miliardi a titolo di risarcimen­to danni nei confronti dello Stato da impiegare per investimen­ti nel territorio di Genova, la riduzione delle tariffe autostrada­li del 5-10%, la gratuità dei pedaggi sul tratto del capoluogo ligure e il ritiro di tutte le cause civili intraprese da Aspi nei confronti del Governo.

Il confronto è appena avviato, anche se la partita dovrebbe concluders­i nei prossimi giorni. La disponibil­ità di Atlantia a cedere quote è sul piatto, ma il Governo considera irricevibi­le la richiesta di far precedere l’operazione da una modifica dell’articolo 35 del Milleproro­ghe. Anche perché richiedere­bbe tempi lunghissim­i, quelli che anche Atlantia non vuole. Sull’accordo continuano a scommetter­e i mercati: ieri il titolo della holding ha chiuso in rialzo da 3,68% a 15,08 euro.

La partita dovrebbe concluders­i nei prossimi giorni. Sul piatto la disponibil­ità della società ad abbandonar­e il controllo

 ??  ?? Caso Autostrade. Dentro la maggioranz­a è aperto il confronto sull’ipotesi di un’uscita totale dei Benetton
ANSA
Caso Autostrade. Dentro la maggioranz­a è aperto il confronto sull’ipotesi di un’uscita totale dei Benetton ANSA

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