Banca Popolare di Bari, sale a 1,17 miliardi il conto per il Fitd
La strada per il salvataggio della Popolare di Bari è ormai in discesa dopo l'intervento record del Fondo interbancario di tutela dei depositi, ossia della totalità delle banche spa italiane consorziate, costrette a sborsare 1.170 milioni per compensare il minore impegno del Mediocredito Centrale, limitato dalla Dg Comp dell'Unione Europea. Quest'ultima ha imposto un rendimento altissimo per l'investimento della banca controllata da Invitalia, per rispettare il requisito dell'operazione di mercato, limitando quindi l'intervento pubblico a 430 milioni dai 700 previsti. Spetta di conseguenza al Fondo guidato da Salvatore Maccarone sobbarcarsi l'onere di ripianare le perdite, ricostituire il capitale e cedere poi, al prezzo simbolico di un euro, le azioni alla banca pubblica guidata da Bernardo Mattarella. A dicembre scorso dopo il commissariamento, il fabbisogno per il salvataggio della Bari era stato stimato in 1,4 miliardi ma la cifra, nei conteggi fatti dai Commissari straordinari Antonio Blandini ed Enrico Ajello è poi salita, fino a 1,6 miliardi complessivi.
Scongiurare la liquidazione della maggiore banca del Mezzogiorno evita il licenziamento dei 2.600 dipendenti, la perdita di oltre 4 miliardi di depositi eccedentari rispetto alla massa protetta (altri 4 miliardi) i danni alle imprese del territorio ma anche i danni indiretti alle banche concorrenti. Un costo calcolato fino all'ultimo centesimo dai consulenti del Fondo in poco più di 1,2 miliardi, di cui oltre 1 miliardo di costi indiretti. Un calcolo indispensabile per attivare il Fitd che può fare interventi preventivi, come in questo caso, solo se il costo è inferiore a quello che avrebbe dovuto sostenere nel caso peggiore: quello della liquidazione della banca. Per completare il salvataggio, oltre alle autorizzazioni, c'e' un'altra condizione da soddisfare: l'accordo sindacale per la riduzione del costo del lavoro e del personale. I Commissari nel piano hanno calcolato 900 esuberi per far scendere il costo del lavoro da 180 milioni dello scorso anno ai 112 milioni stimati al 2024. L'accordo va raggiunto entro il 10 giugno per riuscire a far rispettare la tabella di marcia e far svolgere l'assemblea per la trasformazione in spa e la ricapitalizzazione il prossimo 30 giugno.