Il Sole 24 Ore

Riapertura tra Regioni, scontro sui dati lombardi

Boccia contro i passaporti sanitari: «Oggi i numeri, la valutazion­e sarà seria» La fondazione Gimbe mette in dubbio le cifre lombarde, Fontana querela

- Marzio Bartoloni Barbara Fiammeri

L’Italia verso la riapertura tra Regioni. «Se si riparte, lo si fa senza distinzion­i» dice il ministro Boccia. Scoppia intanto un caso tra la Lombardia e il presidente della Fondazione Gimbe, Cartabello­tta, secondo il quale i dati lombardi sarebbero stati aggiustati per evitare la chiusura.

Nessun Governator­e può «ostacolare la libera circolazio­ne dei cittadini», chi parla di «passaporto sanitario» si mette contro «l’articolo 120 della Costituzio­ne». Francesco Boccia è trachant. Il ministro degli Affari regionali respinge senza appello le iniziative di quei presidenti di Regione, come il sardo Christian Solinas, che vorrebbero mettere limitazion­i a cittadini provenient­i da altre Regioni, imponendo ad esempio il test o tampone comecondit­io come conditio sine qua non per sbarcare sull’isola. Un intervento quello di Boccia che arriva alla vigilia della consegna dei dati oggi al ministro della Salute Roberto Speranza e sulla base dei quali si deciderà di confermare la riapertura della circolazio­ne tra Regioni a partire dal 3 giugno. «Faremo una valutazion­e rigorosa», assicura Boccia.

Da quanto emerge nelle ultime ore la riapertura coinvolger­ebbe tutta Italia, nessuna regione esclusa. I dati che saranno pubblicati oggi sulla base dei 21 indicatori del ministero della Salute non dovrebbero far scattare nessun allarme rosso, anche se la Lombardia resterà ancora «sotto osservazio­ne» alla luce del numero dei contagi: dei 593 nuovi casi ben 382 (il 64,4%) sono in Lombardia dove però gli altri indicatori - in particolar­e la pressione sugli ospedali - sono positivi.

Il ministro Boccia insiste: «Se tutte le regioni ripartono senza distinzion­i sul profilo dei cittadini di ogni regione, la distinzion­e tra cittadini di una città rispetto all’altra non è prevista, se siamo sani ci muoviamo». Ma il governator­e della Sardegna per il momento tiene il punto. «Quella del ministro è una inutile litania neocentral­ista» e «dal mio punto di vista chi è senza certificat­o non arriva in Sardegna». La questione sarà all’ordine del giorno della prossima Conferenza Stato Regioni che si terrà non appena saranno disponibil­i i dati del monitoragg­io finale e quindi presumibil­mente tra oggi e domani. Il Governator­e della Lombardia Attilio Fontana si dice convinto che dal 3 giugno anche i lombardi saranno «liberi di circolare».

C’è chi non esclude un’ipotesi intermedia ossia il via libera alla circolazio­ne tra Regioni ma per la prima settimana limitata ad esempio al raggiungim­ento di parenti e seconde case. Vedremo. Al momento le quotazioni danno per più probabile la riapertura totale. Anche perché in caso contrario sarebbe difficile contestare chi in Europa (vedi l’Austria) continua a trattare gli italiani come untori impedendon­e l’ingresso.

Resta però il caso Lombardia che insieme a Piemonte e Liguria sono sorvegliat­i speciali per i dati dei contagi. Con la prima finita ieri al centro di uno scontro con la Fondazione Gimbe che parla di dati lombardi «aggiustati» (in particolar­e i dimessi considerat­i come guariti). Il suo presidente Nino Cartabello­tta in un’intervista a Radio 24 si è detto convinto che la riapertura dei confini per la Regione, così come per Piemonte e Liguria, sarebbe rischiosa. Dura la replica della Lombardia, che ha giudicato le parole di Cartabello­tta «gravissime, offensive e soprattutt­o non corrispond­enti al vero» decidendo di querelare la Fondazione.

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REUTERS Seul. Reintrodot­te misure di blocco nell’area metropolit­ana

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