Riapertura tra Regioni, scontro sui dati lombardi
Boccia contro i passaporti sanitari: «Oggi i numeri, la valutazione sarà seria» La fondazione Gimbe mette in dubbio le cifre lombarde, Fontana querela
L’Italia verso la riapertura tra Regioni. «Se si riparte, lo si fa senza distinzioni» dice il ministro Boccia. Scoppia intanto un caso tra la Lombardia e il presidente della Fondazione Gimbe, Cartabellotta, secondo il quale i dati lombardi sarebbero stati aggiustati per evitare la chiusura.
Nessun Governatore può «ostacolare la libera circolazione dei cittadini», chi parla di «passaporto sanitario» si mette contro «l’articolo 120 della Costituzione». Francesco Boccia è trachant. Il ministro degli Affari regionali respinge senza appello le iniziative di quei presidenti di Regione, come il sardo Christian Solinas, che vorrebbero mettere limitazioni a cittadini provenienti da altre Regioni, imponendo ad esempio il test o tampone comeconditio come conditio sine qua non per sbarcare sull’isola. Un intervento quello di Boccia che arriva alla vigilia della consegna dei dati oggi al ministro della Salute Roberto Speranza e sulla base dei quali si deciderà di confermare la riapertura della circolazione tra Regioni a partire dal 3 giugno. «Faremo una valutazione rigorosa», assicura Boccia.
Da quanto emerge nelle ultime ore la riapertura coinvolgerebbe tutta Italia, nessuna regione esclusa. I dati che saranno pubblicati oggi sulla base dei 21 indicatori del ministero della Salute non dovrebbero far scattare nessun allarme rosso, anche se la Lombardia resterà ancora «sotto osservazione» alla luce del numero dei contagi: dei 593 nuovi casi ben 382 (il 64,4%) sono in Lombardia dove però gli altri indicatori - in particolare la pressione sugli ospedali - sono positivi.
Il ministro Boccia insiste: «Se tutte le regioni ripartono senza distinzioni sul profilo dei cittadini di ogni regione, la distinzione tra cittadini di una città rispetto all’altra non è prevista, se siamo sani ci muoviamo». Ma il governatore della Sardegna per il momento tiene il punto. «Quella del ministro è una inutile litania neocentralista» e «dal mio punto di vista chi è senza certificato non arriva in Sardegna». La questione sarà all’ordine del giorno della prossima Conferenza Stato Regioni che si terrà non appena saranno disponibili i dati del monitoraggio finale e quindi presumibilmente tra oggi e domani. Il Governatore della Lombardia Attilio Fontana si dice convinto che dal 3 giugno anche i lombardi saranno «liberi di circolare».
C’è chi non esclude un’ipotesi intermedia ossia il via libera alla circolazione tra Regioni ma per la prima settimana limitata ad esempio al raggiungimento di parenti e seconde case. Vedremo. Al momento le quotazioni danno per più probabile la riapertura totale. Anche perché in caso contrario sarebbe difficile contestare chi in Europa (vedi l’Austria) continua a trattare gli italiani come untori impedendone l’ingresso.
Resta però il caso Lombardia che insieme a Piemonte e Liguria sono sorvegliati speciali per i dati dei contagi. Con la prima finita ieri al centro di uno scontro con la Fondazione Gimbe che parla di dati lombardi «aggiustati» (in particolare i dimessi considerati come guariti). Il suo presidente Nino Cartabellotta in un’intervista a Radio 24 si è detto convinto che la riapertura dei confini per la Regione, così come per Piemonte e Liguria, sarebbe rischiosa. Dura la replica della Lombardia, che ha giudicato le parole di Cartabellotta «gravissime, offensive e soprattutto non corrispondenti al vero» decidendo di querelare la Fondazione.