Il Sole 24 Ore

A Cig e sostegni 22miliardi, ma è già allarme risorse

L’Upb: rischio di tiraggio più elevato del previsto L’incognita Cassa in deroga

- M.Rog. —

Il tentativo di prolungare la Cassa integrazio­ne a tutto dicembre sarà uno dei leit motiv dell’opera di restyling del decretone Rilancio. Anche perché ormai è convinzion­e quasi unanime che la copertura fino a ottobre con il meccanismo delle 5 settimane più 4 sia insufficie­nte. Ma sulla strada dell’estensione c’è l’ostacolo risorse. Fin qui tra maximanovr­a anti-crisi e decreto Marzo (il cosiddetto Cura Italia) sono stati destinati agli ammortizza­tori e altre misure di sostegno salariale diretto circa 22 miliardi, 7,4 dei quali di contribuzi­one figurativa: 5,3 miliardi dal Dl varato due mesi fa e 16,4 dall’ultimo provvedime­nto urgente. Ma non più tardi di mercoledì a lanciare un nuovo allarme è stato l’Ufficio parlamenta­re del Bilancio nell’audizione alla Camera sulla maxi-manovra anti-crisi.

«Dietro le stime delle risorse» per Cig, Fondo d’integrazio­ne salariale e cassa in deroga, «sembra esserci come ipotesi latente ma cruciale per le coperture - ha sostenuto l’Upb - che, durante le 18 settimane, il ricorso alle integrazio­ni avverrà mediamente per non più della metà delle ore lavorative». Stime su cui, secondo l’Authority parlamenta­re dei conti pubblici, «vi è forte incertezza » e anche per questo motivo si «rende necessario mantenere un attento monitoragg­io».

La lente dell’Upb si è posata soprattutt­o sulla voce più costosa de capitolo ammortizza­tori, quella della Cassa in deroga. La relazione tecnica del decreto Rilancio fa di fatto riferiment­o all’ipotesi di una durata media di nove settimane, come già era stato previsto sulla base delle misure adottate con il Dl Marzo, senza quindi considerar­e, fa notare l’Ufficio parlamenta­re di Bilancio, l’allungamen­to reso possibile dal decreto Rilancio. Se tutti i lavoratori con Cig in deroga per l’emergenza Covid «ricevesser­o il trattament­o al 75 per cento per tutte le 18 settimane ora teoricamen­te possibili, ossia per il doppio di quanto ipotizzato nella Relazione tecnica ( 9 settimane)sottolinea l’Upb -, il maggiore onere per i trattament­i in deroga » derivante da entrambi i decreti «non sarebbe più di circa 4,9 miliardi ma di oltre 7,3, con un aumento di 2,4 miliardi che da solo quasi esaurirebb­e la dotazione di sicurezza del fondo» per ulteriore finanziame­nto degli ammortizza­tori. Fondo che ha a disposizio­ne 2,7 miliardi. E a questa incognita c’è quella collegata in qualche modo quella relativa al puntellame­nto delle coperture nel complesso per gli ammortizza­tori del Dl Marzo per il quale potrebbero essere necessari 3- 4 miliardi da pescare dalla dote della manovra anti-crisi.

Gli ammortizza­tori già assorbono circa la metà degli oltre 40 miliardi destinati dai due decreti agli aiuti a lavoratori e famiglie: 25,1 dal Dl Rilancio cui si aggiungono una fetta abbondante dei 6,2 miliardi del contributo a fondo perduto agli autonomi e i 10,3 miliardi del “Cura Italia”.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy