Giudici-Pm, cambio di carriera ammesso solo per due volte
Elezione con ballottaggio Chi è alla disciplinare non potrà fare nomine
Nuovo sistema elettorale a doppio turno, con rappresentanza di genere; dimezzata la possibilità di passare da giudice a pm, e viceversa; muraglia cinese nel Csm tra chi determina le nomine e chi infligge le sanzioni. Queste le novità raggiunte ieri al termine del vertice di maggioranza durato 2 giorni e concentrato sulla riforma dell’ordinamento giudiziario. Il provvedimento, nella forma di legge delega, ora dovrà essere messo a punto dall’ufficio legislativo del ministero della Giustizia per essere poi portato la prossima settimana in Consiglio dei ministri. « È necessario però - sottolinea Walter Verini, responsabile Giustizia del Pd - aprire un confronto serio con le opposizioni visto l’oggetto dell’intervento. E anche con chi negli anni passati, tra avvocati, magistrati, docenti, ha partecipato alla stesura di progetti di riforma » .
Tra i punti concordati, centrale quello del sistema elettorale del Csm, dove dovrebbe essere applicato un sistema a doppio turno, con ballottaggio in tempi strettissimi quando un candidato non ha raggiunto la maggioranza assoluta nel collegio. I magistrati elettori potranno esprimere 2 preferenze, ma in questo caso, su proposta del Pd, dovranno essere divise per genere. «Una maniera - spiega Veriniper dare anche un maggiore dinamismo a una magistratura che non vogliamo certo penalizzare » . I consiglieri saranno 30 con l’aggiunta dei 3 di diritto (il ( il Capo dello Stato, il presidente e il procuratore generale della Cassazione)
E se poi non si arriva a quella separazione delle carriere che dalle opposizioni e dall’avvocatura è sollecitata, la riforma si fa carico di un’altra novità dimezzando da 4 a 2 le possibilità di passaggio dalla funzione di giudice a quella di pubblico ministero e viceversa naturalmente.
Nella bozza di legge delega, sulla scia dello scandalo legato all’intreccio sulle nomine tra certa politica e certa magistratura, trova posto anche una rigida distinzione tra i consiglieri del Csm che faranno parte della sezione disciplinare e quelli invece chiamati a deliberare sulle nomine. I 6 componenti della sezione disciplinare potranno in ogni caso restare nella carica per soli 2 anni per essere poi sostituito dai supplenti.
Nelle nomine poi assumerà un peso maggiore, con una sorta di ritorno al passato, l’anzianità, ma ci sarà spazio anche per la considerazione della produttività, mentre anche gli avvocati avranno la possibilità di fare sentire la propria voce nella procedura. Al Csm arriverà infatti, insieme con il parere del consiglio giudiziario anche quello del locale consiglio dell’Ordine.