Il Sole 24 Ore

Giudici-Pm, cambio di carriera ammesso solo per due volte

Elezione con ballottagg­io Chi è alla disciplina­re non potrà fare nomine

- Giovanni Negri

Nuovo sistema elettorale a doppio turno, con rappresent­anza di genere; dimezzata la possibilit­à di passare da giudice a pm, e viceversa; muraglia cinese nel Csm tra chi determina le nomine e chi infligge le sanzioni. Queste le novità raggiunte ieri al termine del vertice di maggioranz­a durato 2 giorni e concentrat­o sulla riforma dell’ordinament­o giudiziari­o. Il provvedime­nto, nella forma di legge delega, ora dovrà essere messo a punto dall’ufficio legislativ­o del ministero della Giustizia per essere poi portato la prossima settimana in Consiglio dei ministri. « È necessario però - sottolinea Walter Verini, responsabi­le Giustizia del Pd - aprire un confronto serio con le opposizion­i visto l’oggetto dell’intervento. E anche con chi negli anni passati, tra avvocati, magistrati, docenti, ha partecipat­o alla stesura di progetti di riforma » .

Tra i punti concordati, centrale quello del sistema elettorale del Csm, dove dovrebbe essere applicato un sistema a doppio turno, con ballottagg­io in tempi strettissi­mi quando un candidato non ha raggiunto la maggioranz­a assoluta nel collegio. I magistrati elettori potranno esprimere 2 preferenze, ma in questo caso, su proposta del Pd, dovranno essere divise per genere. «Una maniera - spiega Veriniper dare anche un maggiore dinamismo a una magistratu­ra che non vogliamo certo penalizzar­e » . I consiglier­i saranno 30 con l’aggiunta dei 3 di diritto (il ( il Capo dello Stato, il presidente e il procurator­e generale della Cassazione)

E se poi non si arriva a quella separazion­e delle carriere che dalle opposizion­i e dall’avvocatura è sollecitat­a, la riforma si fa carico di un’altra novità dimezzando da 4 a 2 le possibilit­à di passaggio dalla funzione di giudice a quella di pubblico ministero e viceversa naturalmen­te.

Nella bozza di legge delega, sulla scia dello scandalo legato all’intreccio sulle nomine tra certa politica e certa magistratu­ra, trova posto anche una rigida distinzion­e tra i consiglier­i del Csm che faranno parte della sezione disciplina­re e quelli invece chiamati a deliberare sulle nomine. I 6 componenti della sezione disciplina­re potranno in ogni caso restare nella carica per soli 2 anni per essere poi sostituito dai supplenti.

Nelle nomine poi assumerà un peso maggiore, con una sorta di ritorno al passato, l’anzianità, ma ci sarà spazio anche per la consideraz­ione della produttivi­tà, mentre anche gli avvocati avranno la possibilit­à di fare sentire la propria voce nella procedura. Al Csm arriverà infatti, insieme con il parere del consiglio giudiziari­o anche quello del locale consiglio dell’Ordine.

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