Charter nautico in pericolo con le nuove regole sull’Iva
Confindustria nautica contro le Entrate. Firmata intesa sul Salone di Genova
Dall’inizio del lockdown al 18 maggio, quando è arrivato il dpcm di via libera per una cauta ripartenza, il settore del charter nautico ha perso il 62% dei contratti della stagione estiva. E ora, nel momento in cui il mercato sta cercando di rialzare la testa, un provvedimento dell’Agenzia delle entrate sull’Iva rischia di ricacciare il comparto nell’impasse e di favorire la crescita dei competitor francesi. A denunciarlo è Confindustria nautica, nel giorno in cui firma un contratto (attraverso la sua società operativa I Saloni Nautici) con la spa pubblica Porto Antico. Un accordo che sancisce la presenza per 10 anni del Salone nautico di Genova sulle aree della ex Fiera del mare: il padiglione Blu nonché la vecchia e la nuova darsena. Quest’ultima, in particolare, passa in concessione dai Saloni Nautici alla Porto Antico che così, spiega il presidente della spa, Mauro Ferrando, «potrà sviluppare in maniera coordinata ed armonica le attività connesse al diporto nautico, avvalendosi di una specifica progettualità per investimenti e servizi, estesa dalla storica darsena della marina alla nuova darsena, ossia a tutte le aree del quartiere fieristico». Soddisfazione per l'accordo, raggiunto con il supporto degli azionisti istituzionali della Porto Antico (Regione Liguria, Comune di Genova, Autorità di sistema portuale), anche da parte di Saverio Cecchi, leader di Confindustria nautica. L’intesa, sostiene, «guarda soprattutto al futuro con la possibilità, dopo la lunga stagione dei contratti annuali, di progettare e pianificare gli interventi dei prossimi 10 anni».
Se, da un lato, l’associazione festeggia, sul versante fiscale registra un forte allarme per il charter. Centro del contendere sono le nuove regole emanate dall’agenzia delle Entrate sul calcolo dell’Iva sul charter nautico. Norme, ricorda Confindustria nautica, «in linea con i criteri della Commissione Ue ma che creano, di fatto, una differenza, fino al 10%, nell’applicazione dell’Iva tra la Francia e l’Italia, ovviamente a sfavore di quest’ultima. La Francia, infatti, ha sospeso l’introduzione delle nuove regole Ue per il calcolo dell’imponibile a causa della pandemia Covid–19 con lo scopo dichiarato di sostenere le imprese del charter. Al contrario, l’agenzia delle Entrate intende applicarle dal 3 giugno». Si tratta, sottolinea ancora l’associazione».
Il Governo italiano, afferma Cecchi, «ha chiesto deroghe alle regole europee per molti settori, specialmente nell’ambito dei trasporti, ma i ministri Gualtieri e De Micheli si sono dimenticati il charter nautico, un settore che dà lavoro a 6mila addetti diretti, senza contare l’indotto. Silenzio assordante anche da parte del commissario Gentiloni di fronte alla evidente distorsione del mercato, nonostante il suo gabinetto sia stato informato, da settimane, del problema » .