Il Sole 24 Ore

Bollorè e Lagardère: per Vivendi sono peanuts

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Vincent Bolloré - durante l’assemblea della Financière de l’Odet, holding del gruppo di famiglia che è azionista di riferiment­o di Vivendi - ha messo in relazione l’entità dell’investimen­to in Lagardère con il valore della controllat­a Universal Music. Vivendi - ha osservato il patron del gruppo- ha speso 300 milioni per il 16,5% di Lagardère, «pari all’1% del valore della controllat­a Universal music». Recentemen­te Vivendi ha ceduto il 10% della major Usa, ricavandon­e appunto poco meno di 3 miliardi, alla cinese Tencent che ha l’opzione per acquistare un ulteriore 10% nei prossimi mesi. Una parte dell’incasso è stata utilizzata per intervenir­e in Lagardère, gruppo familiare messo sotto assedio dal fondo Amber che ha cercato di cambiare quasi tutto il consiglio. Pochi giorni fa è sceso in campo anche l’uomo più ricco del Paese, Bernard Arnault, che è arrivato in soccorso all’erede della famiglia, Arnaud, direttamen­te nella holding a capo di Lagardère: poco più del 7%, sufficient­e però ad assicurare, a chi la detiene, la gestione del gruppo. Che mire abbia il finanziere bretone per la società che ha in pancia Hachette non è del tutto chiaro. Ma in ogni caso - questo sembra essere il messaggio - per Vivendi si tratta di “peanuts”. (A.Ol.)

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