Il Sole 24 Ore

Oro, banche in fuga dai futures di New York

Adesso al Comex ci sono troppi lingotti e il prezzo è più debole che a Londra

- Sissi Bellomo

Anche i futures sull’oro sono entrati in crisi a New York, sulla stessa piazza già criticata per l’incidente del petrolio sotto zero. Ad essere sotto i riflettori adesso è il Comex, che fa parte del Cme Group proprio come il Nymex, dove si scambiano i derivati sul Wti. Le banche sono in fuga, perché sul mercato permangono anomalie e alti livelli di rischio anche adesso che l’emergenza coronaviru­s si è attenuata, consentend­o la riapertura di tutte le grandi raffinerie e la ripresa di regolari (per quanto costosi) trasferime­nti aerei dei lingotti.

Le interruzio­ni della supply chain a marzo avevano gettato nel caos gli scambi finanziari di oro: negli Usa si faticava a reperire metallo nella forma prescritta dal Comex (le barre da 1 kg) e i futures si erano impennati ben più del prezzo londinese, fino a un premio record di 75 dollari l’oncia. Uno spread senza precedenti, che ha penalizzat­o soprattutt­o le banche più attive nel trading di oro, abituate a comprare metallo fisico a Londra proteggend­osi con vendite al Comex. I contratti Exchange for Physical (EFP) all’improvviso sono diventati pericolosi. Il problema è che lo sono tuttora.

La situazione si è capovolta, ma resta anomala. Nei caveau di New York adesso c’è troppo oro, attirato proprio dallo spread favorevole: da fine marzo sono state consegnate in Borsa 16,8 milioni di once di metallo, per un valore di quasi 30 miliardi di $, e le scorte sono salite al livello record di 26 milioni di once, pari a oltre 800 tonnellate, più delle riserve auree del Giappone. Scorte eccessive possono essere un problema, come ben sanno i trader di petrolio.

L’oro non rischia prezzi negativi come il Wti: «Il greggio non si sapeva letteralme­nte dove metterlo – spiega Tai Wong di BMO Capital Markets – In questo caso gli speculator­i posizionat­i al rialzo non vogliono la grana logistica di possedere fisicament­e il metallo » .

Comunque sia, l’effetto scorte non è piacevole per gli investitor­i. Il valore del future per giugno è sceso sotto quello per agosto: uno sconto ( o contango) che ha superato 20 $ questa settimana, rendendo molto costoso il riporto della posizione in vista della scadenza del contratto.

L’oro per giugno, intorno a 1.710 $, ha anche cancellato il premio sul prezz0 di Londra: adesso vale anzi qualche dollaro in meno. Dovrebbe quindi arrestarsi il flusso di spedizioni che ad aprile ha reso gli Usa la prima destinazio­ne dell’export dalla Svizzera con ben 111,7 tonnellate su un totale di 131,8 (la Cina, altra anomalia, non ha ricevuto nulla per due mesi). La situazione potrebbe insomma cambiare di nuovo in fretta. E proprio questa incertezza ha messo sulle difensive le banche: molti istituti, scrive la Reuters, si apprestano a ridurre del 5075% le posizioni aperte al Comex e per trattenerl­i il Cme Group sta studiando come consentire consegne di oro anche a Londra. Ogni novità richiede però tempi lunghi. E la fuga è già cominciata: gli scambi a New York sono crollati a 25 milioni di once al giorno contro una media di 47 milioni nei 12 mesi al 23 marzo, quando si è aperto il divario con i prezzi londinesi.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy