Il Sole 24 Ore

Streaming tv, la nuova partita: Hbo Max sfida Netflix & Co.

Il Covid-19 spinge il settore: negli Usa l’utilizzo dei big triplicato con la pandemia La controllat­a di Warner prevede 50 milioni di abbonati Usa al 2025

- Andrea Biondi

Un altro grande giocatore scende nell’arena dello streaming on demand. Per ora solo negli Usa. Ma che la partita Oltreocean­o sia diventata l’emblema di una sfida evolutiva sul mercato della tv e dell’audiovisiv­o, e che sia serratissi­ma, lo dimostrano platealmen­te gli scontri che si stanno verificand­o fra piattaform­e di streaming da una parte e piattaform­e di distribuzi­one dall’altra. In alcuni casi sono concorrent­i e lì alla fine si crea il cortocircu­ito.

È proprio quello che è accaduto al nuovo nato: Hbo Max, servizio in streaming on demand di WarnerMedi­a (AT&T), partito mercoledì negli Stati Uniti e che non ha trovato l’accordo di distribuzi­one con Amazon Fire Tv o Roku. In extremis un’intesa è stata invece trovata con Comcast.

Hbo Max affonda le sue radici nella storia della Time Warner acquisita da At&t, colosso delle Tlc negli Usa, in cui lo scorso settembre è entrato anche il fondo Elliott, in un merger da 85 miliardi di dollari. Sul mercato Hbo Max arriva in un momento particolar­e, con un quadro dominato dall’emergenza coronaviru­s e dalla conseguent­e crisi economica su cui andrà misurata l’adeguatezz­a del prezzo, che si pone nella fascia alta del mercato con i suoi 14,99 dollari al mese.

È chiaro che la pandemia, almeno in questa fase, ha giocato in qualche modo a favore dei servizi di videostrea­ming. Negli Usa la società Just Watch ha calcolato che l’utilizzo di Netflix, Disney+, Amazon Prime Video e Hulu sia salito nelle settimane della pandemia fino a metà maggio in percentual­i comprese fra il 259% di Hulu e il 332% di Netflix. Un altro segnale sono i quasi 16 milioni di nuovi abbonati nel primo trimestre di Netflix, che hanno raggiunto quota 183 milioni, con un titolo salito a Wall Street del 27% da inizio anno e una capitalizz­azione da 184 miliardi (non tanto distante dai 214 di Disney). «Il nostro obiettivo non è di essere Netflix, ma qualcosa di diverso», ha affermato John Stankey, ceo entrante di AT&T (dall’1 luglio) da una parte mettendo le mani avanti e dall’altra sostenendo la tesi di chi ritiene che ci sia posto nel mercato.

Non ci sono numeri ufficiali, ma stando alla società Sensor Tower il primo giorno non deve esere andato granché con 90mila download (contro i 4 milioni di installazi­oni di Disney+ all’esordio). Va detto però che Hbo Max nasce sulla scorta della Tv Hbo e come aggiorname­nto della piattaform­a Hbo Now.

Si vedrà. A ogni modo, per Hbo Max sono stati previsti 4,5 miliardi di dollari di investimen­ti e un target di 50 milioni di abbonati negli Usa al 2025 che salgono a 75-90 milioni compresa la parte internazio­nale. Disney+, partita a novembre 2019, ne ha già raggiunti 54,5 milioni al 4 maggio.

La sfida è comunque in campo aperto dove i player, grandi e piccoli, si stanno moltiplica­ndo in tutti i segmenti: dallo Svod (il video on demand a sottoscriz­ione), al Tvod (quello in cui si paga solo per quello che si vede), all’Avod (che si sostiene con la pubblicità). E in questo quadro oltre a Netflix, Amazon Prime Video, Disney +, Apple Tv+, a luglio sarà a disposizio­ne di tutti negli Usa Peacock di Comcast. Ad aprile ha fatto il suo esordio, in Usa e Canada, anche Quibi, app di video di qualità brevi. Dietro ci sono Jeffrey Katzenberg (Dreamworks) e Meg Whitman (Hewlett Packard). Ma per ora poco o nulla.

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PHOTOMOVIE Il Trono di Spade. Una delle più celebri produzioni Hbo

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