Il Sole 24 Ore

Ricam group: sicurezza e manutenzio­ne certificat­a degli edifici in un click

L’azienda italiana, leader nel settore dell’ingegneria antisismic­a, ha sviluppato un sistema integrato basato sulla tecnologia BIM a costi contenuti

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Ricam Group è la prima società italiana che ha sviluppato un modello ingegneris­tico integrato ad alta componente tecnologic­a per la gestione di sicurezza e manutenzio­ne certifi cata degli edifi ci in zona sismica. Il modello integrato è lo strumento che gli imprendito­ri di tutto il mondo possono utilizzare per avere sotto controllo lo stato di salute del proprio patrimonio immobiliar­e, gestendo e pianifi cando gli interventi di manutenzio­ne, le modifi che struttural­i e quelle impiantist­iche, nell’ottica della continuità operativa, dimentican­do per sempre gli stop produttivi. Con un semplice click di mouse o controllan­do il proprio tablet sarà possibile valutare se i carichi dovuti all’upgrade di una linea produttiva siano sopportati dall’edifi cio e si riceverà un messaggio sul telefono o un’email che ci avviserà qualora la deformata di un elemento di sostegno in acciaio superi il valore di soglia per cui è stato progettato. Soluzioni sartoriali ideate per sposare le esigenze del cliente, costi contenuti, celerità di intervento e alto livello tecnologic­o sono i segreti del successo di questa azienda che sorge nel bergamasco, tra i vigneti della Valcalepio e il lago di Iseo, nel comune di Grumello del Monte. L’ingegnere Riccardo Baldelli, CEO dell’azienda, è a capo di un gruppo costituito da sei divisioni, formato da un team di oltre 30 ingegneri e tecnici che ogni giorno trovano soluzioni all’avanguardi­a per permettere a datori di lavoro in tutta Europa di risparmiar­e cifre a sei zeri nei costi relativi alla sicurezza e alla manutenzio­ne degli edifi ci. Perché ricordando il vecchio e caro motto “prevenire è molto meglio che curare”, mai come nel campo della manutenzio­ne edilizia un intervento regolare e costante permette di preservare il bene evitando costosi interventi di rebuilding e scomodi fermi produttivi. Il piano proposto da Ricam è frutto di un processo decisional­e basato sull’analisi di rischio, ossia lo studio della criticità e della sensibilit­à degli asset industrial­i, con le loro implicazio­ni funzionali, economiche, legali e ambientali. In Italia il problema è più sentito che altrove, consideran­do la vetustà del nostro patrimonio edilizio.

Dei 12,2 milioni di edifi ci residenzia­li censiti dall’Istat, circa il sessanta per cento - 7,2 milioni - sono stati costruito prima del 1980. Il 42,5% - 5,2 milioni - hanno più di 50 anni. Più della metà delle abitazioni - oltre 16 milioni - sono state realizzate prima del 1970. La vita ordinaria di una costruzion­e è di 50 anni. Cosa avviene allo scadere di tale data? Un piano di manutenzio­ne effi ciente permette di prolungare la vita di una struttura, salvaguard­are gli occupanti, dilazionar­e la spesa di conservazi­one nel tempo, aumentare il valore del fabbricato e garantire prontezza nell’adeguare il fabbricato al mutare delle esigenze produttive.

“L’idea alla base dell’operato di Ricam - spiega l’ingegner Baldelli - è semplice e nel contempo rivoluzion­aria: da anni il mondo produttivo si interessa alla manutenzio­ne degli impianti, intesi come il cuore dell’asset aziendale, ma sottovalut­a o ignora la sicurezza e la manutenzio­ne sistematic­a degli edifi ci, che contengono tali impianti e li proteggono dagli agenti esterni, non ultimi i terremoti. Noi abbiamo dato il via alla manutenzio­ne certifi cata del patrimonio edilizio delle aziende, permettend­o alle stesse di certifi carsi. I primi imprendito­ri hanno cominciato a seguire il nostro modello qualche anno fa e da allora le richieste hanno avuto un’impennata, crescendo in modo continuo. Gli imprendito­ri hanno capito che prendersi cura dei propri edifi ci è un modo molto intelligen­te di fare business”.

Il telefono dell’ingegner Baldelli squilla di continuo, e gli ingegneri fanno capolino dietro la porta a vetri dello studio per pianifi care rilievi e dare il via ai cantieri. “La nostra attività - spiega - è nata con lo studio di Ingegneria di nostro padre all’inizio degli anni 70 al piano terra di un immobile di famiglia. Nel corso degli anni siamo diventati parte dello studio io e mio fratello, entrambi ingegneri civili, ma con competenze diverse legate al mondo delle strutture nel mio caso, e all’ambito dell’effi cienza energetica e della sicurezza antincendi­o nel caso di mio fratello Alessandro”. Si alza e traccia con il dito un piccolo cerchio su una cartina appesa al muro alle sue spalle: “I primi progetti di vulnerabil­ità e adeguament­o sismico lì abbiamo realizzati dieci anni fa tra il bergamasco e il milanese.

Oggi abbiamo una nuova sede in un immobile storico ai piedi del castello di Grumello del Monte e gestiamo cantieri in tutta Italia e in alcuni stati dell’Europa. Gli altri due fratelli, Edoardo e Marta, entrambi avvocati, sono entrati in società e hanno fornito il supporto legale ed amministra­tivo necessario per intraprend­ere e perseguire i nostri obbiettivi. La nostra clientela usufruisce di una consulenza completa, ben oltre l’ambito tecnico. In questo modo abbiamo migliorato notevolmen­te la qualità dell’advisoring per ciascuno dei nostri campi di intervento. Offriamo un servizio di general contractor completo, e lavoriamo a fi anco di alcune tra le maggiori multinazio­nali. Il nostro è un investimen­to continuo in nuove ricerche e soluzioni tecnologic­he, che ci ha permesso di fare breccia in un campo fi no ad oggi quasi inesplorat­o”. Si siede, controlla il computer e apre la foto di un soppalco metallico carico di impianti tecnologic­i e macchine da lavoro. “Faccio un esempio molto semplice - continua -. Questo è un soppalco metallico realizzato qualche decina di anni fa in un’azienda del bergamasco di stampo familiare. La nostra provincia è una tra le più attive in Italia a livello imprendito­riale, e il tessuto produttivo è costituito in gran parte da aziende medio piccole, alcune di tipo familiare.

Nel corso degli anni, a seguito di esigenze produttive in continuo divenire, il soppalco, un tempo nato per ospitare un deposito di minuteria meccanica, è stato caricato con scaffali e macchine di produzione. Ma quanto vale attualment­e il carico su quel soppalco?

I coefficien­ti di sicurezza delle strutture sono rispettati? Probabilme­nte nel caso di una piccola azienda la situazione è gestibile con una ricerca puntuale nell’archivio storico per ricostruir­e i carichi di progetto, ma in una multinazio­nale o in un’azienda di grandi dimensioni, quanti sono i soppalchi da controllar­e? E chi se ne occupa, garantendo la loro manutenzio­ne a salvaguard­ia degli occupanti? Implementa­ndo un sistema Building Informatio­n Modeling meglio conosciuto come BIM, Ricam è in grado di generare una visione del modello 3D del soppalco con un semplice click, ricavando informazio­ni sugli elementi che lo compongono, il carico attuale, il carico residuo, la vita utile e lo stato manutentiv­o”. In futuro non sarà più necessario trascorrer­e ore tra gli scaffali alla ricerca di documenti impolverat­i o avanzare richieste di accesso agli archivi comunali.

Ricam ha reso il mondo della sicurezza e della manutenzio­ne più semplice. Il segreto è un supporto alla decisione che indichi le priorità di intervento sugli asset, un rilievo dello stato dell’arte basato su indagini invasive e non invasive, una modellazio­ne accurata e un sistema di monitoragg­io i cui occhi discreti in azienda sono avanzati sistemi di sensori che rilevano in tempo reale la vita delle strutture. Il software è l’ultimo anello della catena, punta dell’iceberg di un sistema di eccellenza italiano.

Il risparmio garantito di denaro nel tempo gioca un ruolo fondamenta­le. Altrettant­o importante è un altro attore, che spesso occupa le ribalte dei fatti di cronaca: la salvaguard­ia della vita umana. Secondo la classifi cazione sismica dei comuni italiani, circa il 40% del territorio nazionale e il 35% dei comuni italiani si trovano in area ad elevato rischio sismico. In queste aree risiedono 22 milioni di persone e si trovano oltre 6 milioni di edifi ci di cui oltre 1 milione a uso produttivo con 5 milioni di addetti. Altri 19 milioni di cittadini risiedono nei comuni a bassa sismicità. La classifi cazione sismica è stata recentemen­te rimodulata, a seguito dei gravi eventi sismici che hanno scosso il paese. In precedenza, la zona considerat­a sensibile dal punto di vista sismico era molto circoscrit­ta.

Ricordando che metà del patrimonio edilizio italiano è antecedent­e al 1974, appare chiaro che la maggior parte degli immobili siano realizzati senza una normativa costruttiv­a idonea. Quali sono le responsabi­lità del datore di lavoro in caso di evento sismico? “Dall’entrata in vigore del Decreto Legislativ­o 81 del 2008 - spiega Riccardo Baldelli - la giurisprud­enza presenta sentenze che defi niscono obblighi e responsabi­lità del datore di lavoro e del proprietar­io dell’immobile in caso di evento sismico. Il testo indica la necessità di effettuare una valutazion­e di tutti rischi per la salute e la sicurezza, comprenden­do anche i terremoti”.

Nel caso di edifi ci esistenti che non subiscano modifi che costruttiv­e, quando diventa obbligator­ia la valutazion­e del rischio sismico? “La risposta è fornita dal Testo Unico sulla Sicurezza - spiega l’ingegnere - che chiarisce gli obblighi del datore di lavoro: gli edifi ci che ospitano i luoghi di lavoro devono essere stabili e possedere una solidità che corrispond­a al loro tipo d’impiego e alle caratteris­tiche ambientali; devono essere valutati tutti i rischi - e quindi anche quello sismico - sul luogo di lavoro e gli stessi devono essere eliminati o minimizzat­i. Lo strumento principale a disposizio­ne del datore di lavoro è il DVR, il documento per la valutazion­e dei rischi, che non può prescinder­e dall’analisi del rischio sismico sul luogo di lavoro”.

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Il nucleo Ricam Group
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