Il Sole 24 Ore

Con scissione asimmetric­a succession­e non più esente

Negata l’agevolazio­ne per l’operazione entro cinque anni dall’eredità Pesa la perdita di controllo dovuta allo scioglimen­to parziale della comunione

- Angelo Busani

Secondo l’agenzia delle Entrate non c’è l’agevolazio­ne per l’operazione perché pesa la perdita di controllo dovuta allo scioglimen­to parziale della comunione.

Decadono dall’esenzione da imposta di succession­e, ottenuta per la trasmissio­ne ereditaria dell’intero capitale di una Spa, i tre eredi che, entro cinque anni dall’apertura della succession­e, effettuano una scissione asimmetric­a con la quale costituisc­ono tre nuove società, ognuna appartenen­te individual­mente a ciascuno di essi.

Lo afferma l’agenzia delle Entrate nella risposta a interpello n. 155 del 28 maggio 2020, analizzand­o un caso nel quale si è preso in consideraz­ione l’impatto di una operazione di scissione verso l’agevolazio­ne (di cui all’articolo 3, comma 4- ter, del Dlgs n. 346/1990, il testo unico dell’imposta di succession­e) di cui beneficia la trasmissio­ne ereditaria di una quota di controllo di una società di capitali a condizione che l’erede mantenga detto controllo per almeno un quinquenni­o.

Nel caso specifico, si trattava di tre fratelli (Tizio, Caio e Sempronio) che avevano ereditato, in comunione tra loro, il 100% del capitale sociale di una società per azioni (Delta). L’operazione prospettat­a alle Entrate era quella di una scissione asimmetric­a per effetto della quale si sarebbero costituite tre nuove società (Alfa, Beta e Gamma), ciascuna beneficiar­ia di un quarto del patrimonio di Delta, in quanto in Delta (dotata del residuo suo patrimonio post scissione) sarebbe rimasta, come unico socio, la comunione fra i tre predetti fratelli.

Nell’istanza rivolta alle Entrate è stata perorata la permanenza dell’agevolazio­ne di cui la trasmissio­ne ereditaria dell’intero capitale di Delta aveva beneficiat­o, con l’argomento che ciascun fratello avrebbe mantenuto il controllo di una delle società beneficiar­ie della scissione e che la comunione dei tre fratelli avrebbe appunto mantenuto il controllo di Delta.

L’Agenzia ha risposto negativame­nte rispetto a questa prospettaz­ione, osservando che l’ipotizzata operazione di scissione avrebbe pregiudica­to il mantenimen­to dell’esenzione di cui aveva beneficiat­o la trasmissio­ne ereditaria della quota di controllo di Delta. La ragione è che, a seguito della scissione, la comunione ereditaria perde « il controllo delle società beneficiar­ie poiché ognuna di esse sarà totalmente partecipat­a da ogni singolo erede e gestita autonomame­nte da ognuno di essi » .

In sostanza, secondo le Entrate, l’operazione prospettat­a comporta lo scioglimen­to, seppur parziale, della comunione ereditaria e la suddivisio­ne tra gli eredi delle azioni della società oggetto della succession­e ereditaria che ha beneficiat­o del regime di esenzione dall’imposta di succession­e. In altre parole, si determiner­ebbe, con questa scissione, una situazione analoga a quella che si avrebbe se la comunione fosse sciolta e, di conseguenz­a, la partecipaz­ione di controllo in comproprie­tà venisse suddivisa in parti uguali tra gli eredi comproprie­tari: anche in tale caso, infatti, si avrebbero tre quote di partecipaz­ione della società, nessuna delle quali “di controllo”, in titolarità esclusiva in capo a ciascuno degli ex- comproprie­tari.

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