Il Sole 24 Ore

Il Covid non stravolge gli obiettivi di Furla

L’ad Alberto Camerlengo e la presidente Giovanna Furlanetto: in agosto apriamo la nuova fabbrica modello, presto il nuovo format retail

- Giulia Crivelli

Èpassato poco più di un anno da quando Furla annunciò l’ennesimo balzo da lepre del premium luxury, come viene definita almeno dal 2014. L’azienda della famiglia Furlanetto, fondata a Bologna nel 1927, nel marzo 2019 celebrò il raddoppio del fatturato in appena quattro anni, arrivando a superare il traguardo dei 500 milioni. In 14 mesi però molto è cambiato, spiegano la presidente Giovanna Furlanetto e l’amministra­tore delegato Alberto Camerlengo e non si riferiscon­o, almeno in prima battuta, all’emergenza da Covid-19. «Venendo da anni di fortissima crescita di ricavi e redditivit­à abbiamo deciso di rafforzare ancora le basi produttive e i processi aziendali – spiegano –. Abbiamo fatto investimen­ti importanti e razionaliz­zato la distribuzi­one wholesale in un’ottica di medio e lungo termine, possibile perché Furla è sì una multinazio­nale tascabile, ma resta un’impresa guidata dai valori della famiglia fondatrice. Va bene crescere, ma occorre farlo in modo sostenibil­e,in tutti i sensi».

Da qui il risultato del 2019, in linea con l’anno precedente, 513 milioni: «Abbiamo affrontato una volta per tutte la questione del parallelo, che qualche tempo fa i giornali americani avevano definitodi­rty definito dirty little secret of the fasion world, l’inconfessa­bile segreto del sistema moda – spiega Camerlegno –. Per aumentare il fatturato, capita di vendere grandi quantitati­vi a società italiane o europee che poi esportano e distribuis­cono in autonomia, soprattutt­o in Asia. Ovviamente non c’netra con la contraffaz­ione, ma è una pratica che favorisce i ricavi solo nel breve. Il rischio è perdere il controllo sull’immagine del marchio, un rischio che non vogliamo più correre». Forte di un maggiore controllo sulla distribuzi­one e di ottime performanc­e nei monomarca (quasi 500tra diretti, in franchisin­g e del travel retail), Furla aveva iniziato l’anno con crescite a due cifre. Poi, come sappiamo, gli effetti della pandemia dall’Asia (area storicamen­te strategica per il brand) si sono allargati al mondo intero. «Difficile prevedere quale possa essere il calo dei ricavi per il 2020 – aggiunge l’ad –. Ma dalle prime settimane dei riapertura in Cina e in Europa i dati sono confortant­i e proprio per questo non cambiamo di una virgola i piani per i prossimi mesi. L’unico cambiament­o, certo, è stata l’introduzon­e di tutti i protocolli di sicurezza nelle sedi produttive e nei negozi e dell’attuazione di misure di protezione del reddito per tutti i dipendenti».

Furla ha anticipato la Cig e e farà lo stesso con la tredicesim­a per compensare ulteriorme­nte le riduzioni di stipendio di questi mesi. «Siamo stati costretti a posticipar­e l’inaugurazi­one della fabbrica modello in Toscana, ma in agosto la faremo – racconta Giovanna Furlanetto –. È un esempio di come gli architetti delle nuove generazion­i applichino il loro talento e passione all’archittetu­ra industrial­e. Progettata dallo studio Geza di Udine, è immersa, direi mimetizzat­a nelle colline toscane, nata per offrire il meglio ai lavoratori e per avere il minore impatto possibile sull’ambiente. Si parla, giustament­e, di sostenibil­ità: la fabbrica in Chianti è il passaggio dalle parole ai fatti». In settembre verrà presentato l’altro grande progetto del 2020, il rinnovo del concept dei negozi: «È un architetto inglese di fama mondiale, con il quale abbiamo lavorato in piacevole sintonia. Ma il nome non lo dico», sorride Giovanna Furlanetto, e conclude: «Il format verrà applicato prima di tutto al negozio di corso Vittorio Emanuele, un omaggio a Milano e ai nostri clienti locali, sperando tornino presto anche i turisti».

La sfida per piccoli e grandi sarà conciliare le istanze di sostenibil­ità ai fatturati e alla redditivit­à

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In alto, alcuni modelli della linea Metropolis. Qui sopra, rifiniture a mano delle borse
Artigianal­ità. In alto, alcuni modelli della linea Metropolis. Qui sopra, rifiniture a mano delle borse

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