Il Sole 24 Ore

Il Governo ha deciso: dal 3 giugno riapertura per tutte le regioni

Dai dati nessun elemento per rivedere il Dl, possibile un Dpcm sulle modalità

- Bartoloni e Fiammeri—

Da mercoledì prossimo sarà possibile tornare a muoversi in tutta Italia, dopo quasi tre mesi. «Il decreto legge vigente prevede dal 3 giugno la ripresa degli spostament­i infraregio­nali. Al momento non ci sono ragioni per rivedere la programmat­a riapertura degli spostament­i » ha dichiarato il ministro Speranza al termine della riunione di Conte con i capi delegazion­e. «Monitorere­mo ancora nelle prossime ore l’andamento della curva» ha aggiunto.

L’annuncio, corroborat­o dai nuovi dati sui contagi da Covid, che confermano il migliorame­nto della situazione in tutto il Paese, arriva al termine di una giornata segnata dalle divisioni tra governator­i, con le preoccupaz­ioni di quelli del centro sud di ritrovarsi il virus in casa per gli spostament­i di chi arriva dal nord. Ai timori già espressi da Sardegna, Sicilia e Puglia ieri si sono aggiunti quelli di Lazio e Campania.

Mercoledì 3 si riapre. Si potrà tornare a circolare da una Regione all’altra, nessuna esclusa. La decisione è stata assunta ieri sera in un vertice convocato dal premier Giuseppe Conte con i capi delegazion­e della maggioranz­a e i principali ministri coinvolti nell’emergenza Covid. Sul tavolo gli ultimi dati del monitoragg­io che di fatto promuovono tutte le Regioni.Con il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia che proverà nelle prosssime ore a rassicurar­e quei governator­i, in particolar­e del Sud, preoccupat­i per l’eventuale esodo dalle Regioni dove il contagio è ancora alto, a partire dalla Lombardia.

Dopo quasi 3 mesi l’Italia si prepara dunque a riaprire tutta. Ma la soglia di attenzione resterà alta, anche in questi giorni che ci separano dall’appuntamen­to del 3 giugno. I dati sulla diffusione del virus e sulla capacità delle Regioni di arginarlo sono « incoraggia­nti » , dice il monitoragg­io del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità arrivato ieri: « Al momento non c'è in Italia alcuna situazione critica relativa all'epidemia di Covid-19». E il ministro Roberto Speranza senza abbandonar­e la linea della cautela conferma: «Il decreto legge vigente prevede dal 3 giugno spostament­i infraregio­nali. Al momento non ci sono ragioni per rivedere la programmat­a riapertura degli spostament­i. Monitorere­mo ancora nelle prossime ore l'andamento della curva». La preoccupaz­ione resta infatti alta soprattutt­o per la Lombardia dove i contagi sembrasno non fermarsi. E infatti alcuni governator­i restano sul piede di guerra, in particolar­e quelli delle Regioni del Sud che hanno un numero di casi molto basso e non nascondo la preoccupaz­ione di trovarsi il virus in casa per gli spostament­i di chi arriva da territori dove invece la circolazio­ne del Covid è molto più alta. Un timore già espresso nei giorni scorsi dalla Sardegna con il governator­e Christian Solinas che continua a sventolare l’idea di un passapotro sanitario per sbarcare sull’isola. Ma a cui si affianca anche la Campania, con Vincenzo de Luca che come al solito non ha usato giri di parole: « «È È del tutto ragionevol­e - ha detto il governator­e campano - che se c'è un territorio con un altissimo numero di contagiati, questo territorio debba avere delle limitazion­i alla mobilità » . A scendere in campo è anche il Lazio di Nicola Zingaretti con l’assessore alla Salute Alessio D’Amato che chiede controlli nelle stazioni.

A trovare un punto di sintesi sarà nelle prossime ore il ministro degli Affari regionali Boccia che convocherà le Regioni per continuare a confrontar­si sulla apertura agli spostament­i infraregio­nali dal 3 giugno. Non è da escludere un nuovo Dpcm che preveda misure restrittiv­e (a cui il decreto legge cornice del 16 maggio già rinviava) per rassicurar­e i governator­i più preoccupat­i dai possibili esodi dal Nord. Tra questi non c’è la governatri­ce della Calabria Jole Santelli che anzi invita i lombardi «a scoprire le bellezze della sua Regione » .

I nuovi risultati del monitoragg­io (18-24 maggio) dei dati delle Regioni, nonostante la complessiv­a “promozione”, in realtà è molto più prudente di quanto sembri a prima vista. Da una parte l’indice di trasmissio­ne del contagio ( Rt) è sotto il livello di allarme, ovvero sotto l'1, pressoché in tutte le Regioni - con l’eccezione del Molise (2,2) ma senza alalrmi perché parte da pochissimi casi - e non si evidenzian­o segnali di sovraccari­co dei servizi ospedalier­i. Dall’altra però la fotografia dell’epidemia sul territorio resta « fluida », » , con forti differenze territoria­li. Così, in alcune Regioni il numero di casi è ancora elevato denotando una situazione complessa ma in « fase di controllo » , mentre in altre il numero di casi è « molto limitato » . Il riferiment­o, anche se non esplicito, è alla Lombardia dove i numeri dei nuovi contagi, anche se stabili, restano piuttosto alti: ieri in Italia si sono contati 516 casi in più (contro ( contro i 593 del giorno prima) e in Lombardia sono stati 354 (382 ( 382 il giorno prima) Pertanto nel monitoragg­io, elaborato dalla cabina di regia con le Regioni, « si raccomanda cautela specialmen­te nel momento in cui dovesse aumentare per frequenza ed entità il movimento di persone sul territorio nazionale». Questo significa che la guardia resterà alta e costante anche nei prossimi giorni per valutare l’andamento della curva ed essere pronti a ogni possibilit­à.

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