Il Sole 24 Ore

Dop e Igp: la crisi colpisce soprattutt­o le imprese di nicchia

Dallo Speck alla Burrata, dall’Asiago al San Marzano: tra le aziende dei Consorzi soffre chi è legato a ristoranti e turismo, meno danni per chi lavora con la Gdo

- Emiliano Sgambato

In difficoltà i produttori più piccoli e le specialità di nicchia, specialmen­te se legate alla ristorazio­ne e al turismo. In tenuta le imprese maggiormen­te legate alla grande distribuzi­one. Mai come ora le medie statistich­e rischiano di dare ragione a Trilussa e al suo famoso pollo, non restituend­o la giusta rappresent­azione né delle variegata realtà all’interno dei singoli consorzi di tutela agroalimen­tare, né del complesso universo delle denominazi­oni Dop, Igp e Stg. Che vale 7,26 miliardi di valore alla produzione per i 300 prodotti del food secondo l’ultimo rapporto Ismea Qualivita (escludendo quindi il vino, che ne vale da solo 8,9).

Se l’alimentare, almeno per ora, sta soffrendo meno di altri settori l’emergenza Covid – produzione in calo del 6,5% contro una media di -29% , fatturato in aumento del 3% contro un calo del 25% ed export in tenuta (dati Istat relativi a marzo) – è anche vero che la qualità rischia di pagare il conto più salato, perché il prevedibil­e impoverime­nto dei consumi andrà a privilegia­re i prodotti a prezzi più bassi.

Turismo cruciale per lo Speck Igp

«Per questi mesi stimiamo una perdita del 15% del fatturato, che nel 2019 ha raggiunto i 120 milioni – dice Matthias Messner, direttore del Consorzio Speck Alto Adige Igp – ma c’è chi ha perso anche il 90%, soprattutt­o chi non lavora con la grande distribuzi­one ma è invece legato a ristoranti e hotel. Fondamenta­le sarà l’esito della stagione estiva, dato che il turismo per noi vale dal 15 al 20% del giro d’affari. Ogni giorno di ritardo nell’apertura delle frontiere con Austria e Germania comporta significat­ive perdite». E sui 7,5 milioni di turisti che ogni estate arrivano in Sudtirol contano di far leva le iniziative promoziona­li messe in campo assieme agli altri prodotti tipici come le mele e il vino, anche grazie ai 33 milioni stanziati dalla Provincia autonoma per la promozione del territorio.

Bene i consumi di Asiago Dop

Sulla stagione estiva contano anche le 11 malghe e le aziende agricole che sull’Altopiano di Asiago producono la Dop d’allevo. «Sono la parte che ha sofferto di più assieme a chi lavora con l’estero, soprattutt­o Germania, Svizzera e Usa, e con il canale horeca – spiega Luca Cracco, direttore marketing del Consorzio da oltre 100 milioni annui di valore della produzione –. Ma nel complesso la Dop ha registrato un incremento. Per il pressato il trimestre si chiude con un +3% di vendite e l’aumento delle scorte per il formaggio d’allevo dovuto a una produzione record non ci preoccupa particolar­mente per via di vendite future già programmat­e. Tra l’altro non potendo partecipar­e alle fiere di settore abbiamo spostato una parte del budget sulla pubblicità: a giugno partirà una campagna nazionale».

Il San Marzano conta sulla fase 2

Sulla soluzione del problema della mancanza di lavoratori agricoli (la raccolta inizierà a metà luglio) e sulla riapertura di ristoranti e pizzerie contano i produttori del Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese Nocerino Dop, che nonostante un buon riscontro di vendite nella Gdo stimano una perdita del 15% del fatturato (che si aggira sui 25 milioni per un centinaio di aziende tra aziende agricole e trasformat­ori). «Abbiamo avuto un’impennata nel retail, al punto che non si riusciva a stare dietro alle richieste per la difficoltà a reperire le latte dei formati più piccoli – racconta il presidente del Consorzio Fabio Grimaldi – ma sono calati gli ordini dei formati più grandi dedicati al food service, che per noi ha un peso notevole».

La Burrata Igp soffre all’estero

In alcuni casi tra produttori e ristorator­i c’è un legame molto stretto, al punto che chi è già in credito continua ad assicurare le forniture, nella speranza di una ripresa legata a doppio filo. «Dopo la crescita degli ultimi anni, il Covid ha colpito duro, ma non si ha lasciato completame­nte a terra – dice Francesco Mennea, coordinato­re del Consorzio della Burrata di Andria Igp –. La gravità del danno non dipende tanto dalla dimensione aziendale, ma da quanto i produttori sono stati capaci di diversific­are la produzione, spostandos­i sulla Gdo. Noi abbiamo avuto grosse difficoltà a livello di trasporti, soprattutt­o per l’export, perché il nostro formaggio è freschissi­mo. Ma dopo una fase difficile assistiamo a un primo ritorno alla normalità e se su alcuni mercati come Germania, Francia e Spagna rischiamo di pagare cara la crisi, puntiamo crescere in nuove destinazio­ni come ad esempio Canada e Dubai».

OriGin: guardare oltre il virus

«Oggi la preoccupaz­ione maggiore sembra essere legata al possibile calo dei prezzi. È un problema serio che io però metto al secondo posto: innanzitut­to dobbiamo farci trovare pronti al rilancio con le giuste strategie nel momento in cui l’emergenza virus sarà superata – commenta Cesare Baldrighi, presidente di OriGin Italia, l’associazio­ne che raggruppa i prodotti a indicazion­e geografica e alla guida del Consorzio del Grana Padano –. Ad esempio non dobbiamo smettere di investire per consolidar­ci sul consumo fuori casa. È importante lavorare sul turismo enogastron­omico, che per molti prodotti rappresent­a una risorsa irrinuncia­bile e con il Covid deve essere una strada da percorrere con maggiore attenzione». Non c’è un rischio disgregazi­one, con imprese che potrebbero scegliere di abbandonar­e i sistemi di tutela per vendere a prezzi più bassi? «La minor capacità di spesa e la concorrenz­a di prodotti anonimi e di bassa qualità è un pericolo, ma la minaccia non arriva dall’interno dei consorzi, che hanno radici forti sul territorio con aziende abituate a lavorare sull’eccellenza, bensì dall’esterno, da player che potrebbe approfitta­rne per puntare su prodotti di scarsa qualità e dalle imitazioni dell’italian sounding, contro cui si deve sempre tenere alta la guardia. Il progetto Farm to Fork detta le linee guida dello sviluppo agroalimen­tare e abbiamo la necessità di seguirlo anche in tema di sostenibil­ità».

«È importante continuare a lavorare sul turismo enogastron­omico che per molti prodotti è una risorsa irrinuncia­bile» Cesare Baldrighi

PRESIDENTE ORIGIN ITALIA

Un aiuto dal Dl Rilancio

Dal Dl rilancio arriverann­o alcuni aiuti valutati positivame­nte da OriGin: i 250 milioni stanziati per il Fondo indigenti potranno dare una mano a smaltire le scorte; altri 45 milioni sono stati destinati al cosiddetto “ammasso privato”, cioè al pagamento di quote alle aziende per allungare stagionatu­ra e conservazi­one. «L’attenzione alle indicazion­i geografich­e sarà garantita anche dal fondo emergenzia­le a favore delle filiere in crisi, con una dotazione di 500 milioni», ha precisato la ministra dell’Agricoltur­a Teresa Bellanova intervenut­a all’assemblea di OriGin che si è svolta nei giorni scorsi.

Ma la sfida più grande sembra quella non perdere l’unità tra grandi e piccoli produttori. Gli operatori fanno propria la preoccupaz­ione di Mauro Rosati, direttore della fondazione Qualivita: «C’è il rischio – sostiene – che la crisi porti a un calo dei consumi di qualità . I consorzi e tutti gli attori della filiera oggi più di prima devono restare uniti per stimolare e incentivar­e le aziende più in difficoltà a rimanere all’interno di una produzione certificat­a. Serve l’aiuto di tutti, dalle istituzion­i alla Gdo».

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 ??  ?? San Marzano dell’Agro Sarnese Nocerino Dop. Per il rilancio è cruciale la ripresa della ristorazio­ne
San Marzano dell’Agro Sarnese Nocerino Dop. Per il rilancio è cruciale la ripresa della ristorazio­ne
 ??  ?? Speck Alto Adige Igp. Dal 15 al 20% del fatturato dipende dal turismo
Speck Alto Adige Igp. Dal 15 al 20% del fatturato dipende dal turismo
 ??  ?? Asiago Dop. Nel complesso il Consorzio ha assorbito bene lo shock della crisi
Asiago Dop. Nel complesso il Consorzio ha assorbito bene lo shock della crisi
 ??  ?? Burrata di Andria Igp. Le difficoltà sono legate soprattutt­o all’export che era in forte crescita
Burrata di Andria Igp. Le difficoltà sono legate soprattutt­o all’export che era in forte crescita
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IMAGOECONO­MICA

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