Il Sole 24 Ore

SERVONO PROGETTI E LA CAPACITÀ DI REALIZZARL­I

- di diFabio Fabio Tamburini

In chiusura della relazione di ieri del Governator­e della Banca d’Italia c’è un passaggio che merita attenzione. «Da più parti - ha ricordato Ignazio Visco - si dice: insieme ce la faremo. Lo diciamo anche noi purché non sia detto solo con ottimismo retorico, bensì per assumere collettiva­mente un impegno concreto. Per farcela - ha aggiunto - servono altre due condizioni: «saper guardare lontano e affrontare finalmente le debolezze che qualche volta non vogliamo vedere» . In queste poche righe, a partire dall’appello alla concretezz­a, sono riassunte le premesse per una svolta.

Prima di tutto la concretezz­a. L’emergenza sanitaria è stata affrontata con una valanga di parole e di promesse, di miliardi stanziati come se piovesse, di un numero talmente elevato di decreti e provvedime­nti normativi che ci vorrebbe un testo unico per raccoglier­li e interpreta­rli. Il timore, anzi la certezza, è che chi guida il Paese non si stia rendendo conto del rischio di vedersi sfuggire di mano la situazione. Per questo l’invito a impegni concreti va raccolto, prima che risulti troppo tardi. Servono progetti concreti e fatti. E per mettere in cantiere progetti concreti serve saper guardare lontano. Il che significa avere una visione chiara della strada da seguire, delle riforme da fare, delle priorità. Ma soprattutt­o serve capire che il tempo a disposizio­ne sta per finire.

Anzi, è finito. Sotto questo aspetto la pandemia rappresent­a il colpo decisivo. O c’è la capacità di cogliere l’occasione per una trasformaz­ione vera oppure nei prossimi mesi i margini di manovra diventeran­no sempre più stretti. Il Governator­e ha ricordato che, tra marzo e maggio, «sono state varate misure che accrescono il disavanzo pubblico di quest’anno di circa 75 miliardi » , il che significa « un aumento di peso del debito pubblico sul prodotto interno lordo di 21 punti percentual­i, al 156% » .

Un livello record, destinato peraltro a crescere perché ora all’emergenza sanitaria sta seguendo l’emergenza economica. Progetti concreti e riforme da fare sono anche le condizioni per ottenere i fondi europei secondo le decisioni annunciate a metà settimana. Qualcuno può coltivare l’illusione che da Bruxelles possa arrivare Babbo Natale e distribuir­e, magari in anticipo, i doni di fine anno. La realtà è ben diversa. Per rilanciare l’economia e per ottenere i soldi resi disponibil­i in sede europea occorrono capacità progettual­i adeguate. In più c’è un altro passaggio cruciale, saper realizzare i progetti.

Qui rischia di cascare l’asino perché serve una pubblica amministra­zione all’altezza, mentre finora in Italia ha fallito la prova. Ne deriva il rischio di stallo, che significa immobilism­o sul fronte interno e perdita delle risorse europee perché in assenza di realizzazi­oni concrete nessuno ci regalerà nulla. Il rischio, un rischio davvero alto, è che i fondi resi disponibil­i come antidoto alla pandemia facciano la stessa fine di quelli tradiziona­li, che utilizziam­o solo in parte proprio per l’incapacità d’impostare, realizzare e documentar­e i vari progetti.

Visco ha sottolinea­to che «un lascito così pesante impone una presa di coscienza della dimensione delle sfide di fronte a noi». E ha aggiunto che «l’economia deve trovare la forza di rompere le inerzie del passato e recuperare una capacità di crescere appannata da troppo tempo». Affinché questo accada diventa centrale il ruolo della politica, che però si presenta all’appuntamen­to rissosa e con leadership tutte da verificare.

‘‘ Centrale il ruolo della politica, che però continua a essere rissosa e con leadership tutte da verificare

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Visco ha salutato Mario Draghi. L’ex presidente della Bce Mario Draghi era presente (con la mascherina) ieri in via Nazionale per ascoltare le consideraz­ioni del Governator­e.

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